A review by dory_a
Radio Silence by Alice Oseman

dark emotional hopeful inspiring reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

Per i suoi compagni di scuola, Frances è semplicemente la ragazza studiosa, quella che probabilmente passa talmente tanto tempo sui libri da non avere nemmeno un hobby; non sanno infatti che in realtà Frances una passione ce l'ha eccome: Universe City, un podcast creato da una persona misteriosa, che la ragazza segue quasi religiosamente e per cui, da un po' di tempo a questa parte, si impegna anche a creare delle fanart. Sarà proprio questo - la sua arte e quanto gli altri ascoltatori sembrino apprezzarla - a spingere il creatore di Universe City a contattarla e a chiederle di creare ufficialmente delle immagini per il podcast. Inizialmente, Frances è decisa a rifiutare: per quanto le piacerebbe, lavorare in via ufficiale a Universe City le toglierebbe sicuramente del tempo allo studio e alla preparazione che le servono per entrare a Cambridge. L'insistenza di sua madre ma soprattutto la casuale scoperta dell'identità del creatore di Universe City ovvero Aled Last, un ragazzo tranquillo e riservato che ha frequentato la sua stessa scuola, convinceranno Frances a cambiare idea e ad accettare. Durante il lavoro per il podcast, Frances ed Aled hanno la possibilità di conoscersi meglio e di avvicinarsi sempre di più, fino a stringere un'amicizia apparentemente forte e solida. Per un po', insomma, tutto sembra proseguire a gonfie vele, fino a quando un episodio non previsto del podcast girato da ubriachi e per scherzo ma pubblicato comunque, non diventerà virale minacciando di far venire a galla tutti i segreti di Universe City ma soprattutto di Aled...

Prima di riuscire finalmente a recuperare Radio Silence, il secondo romanzo pubblicato da Alice Oseman, di quest'ultima avevo letto "solo" Heartstopper (tutti e quattro i volumi pubblicati fino ad ora in cartaceo) e I Was Born For This, ma avendoli apprezzati tutti molto non vedevo veramente l'ora di immergermi in un'altra sua storia. Paradossalmente, è stato solo dopo aver visto l'adattamento di Netflix di Heartstopper che mi sono decisa (finalmente!) ad acquistare - ed eventualmente a leggere - tutta la sua attuale bibliografia. Dei suoi tre romanzi che mi mancavano, ho deciso di dare la precedenza proprio a Radio Silence, essendo probabilmente la sua opera più apprezzata e lodata. Tutto sommato, anche a me Radio Silence è piaciuto tantissimo e capisco assolutamente perché abbia conquistato così tanto lettori, forse io però mi ero creata delle aspettative un po' troppo alte per questo romanzo.

Innanzitutto, una delle cose che mi ha colpita fin da subito di Radio Silence è che a riportarci la storia è in realtà la Frances del futuro, che quindi sa già benissimo come sono andate le cose e come si è concluso il tutto: così, mentre la protagonista di Radio Silence ci racconta degli ultimi mesi del liceo prima dell'Università, dei dubbi crescenti su un futuro che solo fino ad un attimo prima appariva ben definito e sicuro, dell'incontro con Aled Last, della scoperta che è lui il creatore di University City, della loro collaborazione, della bella amicizia che nasce tra loro e quindi del comparire anche dei primi problemi, Frances, qua e là, arricchisce il racconto con intriganti anticipazioni oppure con qualche riflessione rivelatrice fatta col senno di poi, da una persona che ha appunto già vissuto le vicende che si susseguono nel corso del romanzo. Si tratta, insomma, di un tipo di narrazione naturalmente intrigante, che non può fare a meno di incuriosire chi legge ed infatti io non vedevo veramente l'ora di proseguire nella lettura di Radio Silence e scoprire cosa sarebbe successo a Frances, ad Aled, ad Universe City, alla loro amicizia, etc.

Essendo la maggior parte dei romanzi di Alice Oseman nettamente character driven, molto spesso sono appunto i personaggi ad essere il punto di forza delle sue storie. A proposito di che cosa io cerco in un personaggio, devo essere sincera: ci sono delle volte in cui desidero seguire personaggi completamente diversi da me, che vivono delle vite che sono praticamente l'opposto della mia, in ambientazioni nelle quali io magari - per forza di cose, più che altro - non potrei mai ritrovarmi, altre in cui invece cerco personaggi in cui, per un motivo o per un altro, è facile identificarsi, che risultino "relatable" o semplicemente realistici, personaggi, in sostanza, che potrei senza problemi incontrare pure nella vita reale e se si cercano personaggi del genere si va sul sicuro se si sceglie di leggere qualcosa di Alice Oseman, tra cui anche Radio Silence dato che i personaggi rientrano senza dubbio tra le cose che ho amato di più di questo romanzo. La protagonista assoluta di Radio Silence è sicuramente Frances, che tra l'altro è anche la voce narrante. Inizialmente, Frances sembra un personaggio semplice da inquadrare: ci viene presentata come una ragazza molto studiosa che, proprio a causa dello studio, non sembra avere mai un attimo di tempo da dedicare a sé stessa e alla sua vita (sociale) che però si concede un'unica grande passione ovvero Universe City, un podcast online a cui Frances si è appassionata talmente tanto da iniziare addirittura a creare delle fanart ispirate ad esso. Inoltre, sembra che ad aspettarla dopo il liceo ci sia un futuro veramente radioso con un'ammissione a Cambridge già praticamente sicura ed assicurata. Nel corso del romanzo però, Frances si spoglierà a mano a mano di questa immagine di ragazza solitaria, studiosa e anche un po' noiosa facendo venir fuori tutta la sua complessità, che Alice Oseman esplora veramente molto bene: innanzitutto, si faranno sempre più insistenti i dubbi su quel futuro che sembrava scritto nella pietra, sull'Università e sul corso scelti, diventerà sempre più reale la paura di aver buttati all'aria tutti quegli anni di scuola (e di vita) e di dover ora essere costretti a stravolgere tutta la propria esistenza, con l'amara consapevolezza che però la società sembra avere delle idee ben precise su quali Università e corsi di studio vanno frequentati per avere prestigio e successo, oltre a ciò Frances comincerà a sentire più che mai la mancanza di un amico o di un gruppo di amici affiatato e comprensivo, con cui lei possa essere semplicemente sé stessa senza doversi preoccupare delle loro possibili opinioni e reazioni negative di fronte alle sue passioni magari o addirittura alla sua vera personalità. Ad affiancare Frances è Aled Last, un ragazzo con cui in realtà ha tante cose in comune: come la protagonista di Radio Silence, anche Aled infatti è molto timido ed introverso - il tipo, insomma, che preferirebbe passare una bella serata tranquilla a casa piuttosto che andarsene in giro per locali - con un'invidiabile carriera scolastica alle spalle ed un futuro molto promettente davanti a sé e nemmeno una preoccupazione al mondo. Esattamente come Frances però, pure il creatore di Universe City per proteggersi, ha pensato che la cosa migliore fosse indossare una maschera, che però appare addirittura molto più salda di quella della ragazza dato che nemmeno di fronte ai suoi amici ed ai suoi partner romantici riesce ad abbassarla, dietro cui si nascondono una grande insoddisfazione e sofferenza, ma soprattutto una situazione ed un ambiente familiare incredibilmente tossici e violenti. Frances e Aled, nel corso di Radio Silence, si conoscono e diventano migliori amici ed infatti al centro di questo romanzo non c'è una storia d'amore, ma l'amicizia che appunto nasce tra i due protagonisti. Uno dei motivi per cui adoro Alice Oseman è che cerca di mettere sempre in primo piano, anche in quelle storie prettamente d'amore come Heartstopper, l'amicizia e la sua importanza. In Radio Silence, Frances e Aled ci dimostrano come anche un "semplice" rapporto d'amicizia possa cambiarti la vita, quanto possa darti ma anche toglierti, quanto possa farti stare bene ma anche male. Inoltre, e mi rendo conto che possa essere una cosa un po' stupida, ma ho apprezzato davvero tanto che l'autrice, invece di creare un gioco di opposti, ci abbia presentato e abbia fatto diventare amiche due persone veramente molto simili, visto che (incredibilmente!) non è una cosa che si vede spesso.

Radio Silence risulta ancora oggi, a ben sei anni dalla sua pubblicazione, un romanzo estremamente attuale e rilevante e non sembrerebbe nemmeno l'opera seconda di Alice Oseman, se non fosse per i personaggi secondari. Ora, non fraintendetemi: a me Daniel (un "amico" di Aled), Raine (una compagna di scuola di Frances) e Carys (la sorella gemella di Aled) non sono affatto dispiaciuti perché comunque non è che l'autrice lì butti così e tanto per nella storia, ma cerca di dare a tutti una caratterizzazione ben distintiva, di fare in modo che la loro presenza ed il loro contributo sia fondamentale sia in relazione ai due protagonisti che non. Sinceramente però, li ho trovati leggermente inferiori ai personaggi secondari del libro più recente che io ho letto di Alice Oseman ovvero I Was Born For This: in quel caso i personaggi secondari erano praticamente sullo stesso livello di quelli principali, ti colpivano e ti entravano nel cuore tanto quanto questi ultimi, merito sicuramente di un lavoro più attento ed approfondito da parte della Oseman. Detto questo, ho amato il legame quasi improbabile che nasce tra praticamente tutti i personaggi di Radio Silence (ad eccezione degli adulti e di Carys) ed il fatto che in pochissimo tempo siano già disposti a tutto pur di supportarsi e salvarsi (letteralmente).

Nei suoi libri, Alice Oseman cerca sempre di includere temi importanti ed attuali e nemmeno Radio Silence, da questo punto di vista, fa eccezione, sebbene alcuni siano più impegnativi e seri di altri. In esso, innanzitutto, l'autrice affronta quei tipici argomenti e situazioni del periodo dell'adolescenza che stanno vivendo Frances e Aled: la scoperta - o riscoperta - di sé stessi, l'ansia e la paura per la fine di una fase difficile della propria vita e l'inizio di un'altra altrettanto difficile, ma anche per cosa può avere il futuro in serbo per noi che, pure nel migliore dei casi e quando si crede di avere tutto sotto controllo, appare incerto e spaventoso. Alice Oseman parla poi di fandom, concentrandosi non più sui fan di una famosa boyband come in I Was Born For This, ma su quelli di un podcast online, Universe City, mettendo però sempre in evidenza sia i lati positivi - la possibilità per esempio di poter condividere con facilità la propria con tantissimi altre persone - sia quelli negativi - il rischio concreto che la passione si trasformi in ossessione, l'idea che un content creator possa essere giudicato e criticato senza conoscerlo effettivamente e che non ci sia niente di male ad invadere la sua vita privata. Al centro di Radio Silence però ci sono, in realtà, tantissime riflessioni e discussioni sull'istruzione, sui voti, sull'Università, sulla pressione a cui troppo spesso i giovani vengono sottoposti da parte della famiglia, della società o di entrambe, di studiare e di impegnarsi sempre di più, di non rallentare mai, nemmeno per un secondo, perché si è diffusa l'idea (sbagliata) che sono i voti e quanto si studia a riflettere il valore di una persona, a determinare se andrà incontro al successo o al fallimento. Ciò poi dipende anche dalla decisione di andare o meno all'Università, di quale Università eventualmente si finisce per scegliere, perché tuttora le lauree vengono divise in quelle di primo livello e in quelle di secondo. Tutto questo però, nella maggior parte dei casi, più che avere delle conseguenze vantaggiose porta a delle conseguenze e delle ripercussioni devastanti, sia a livello mentale che fisico, ed è proprio su queste ultime che Alice Oseman mette l'accento in Radio Silence. Nel romanzo viene inoltre trattato il tema dell'abuso, che nel caso specifico un figlio subisce da un genitore, un abuso più emotivo e mentale che fisico, quasi invisibile, ma che fa comunque un male cane e che ha degli effetti gravissimi sulla vittima. Si tratta di un argomento non facile e non è raro commettere passi falsi quando lo si affronta, Alice Oseman però - almeno secondo il mio modestissimo parere - è riuscita a discuterne con il giusto riguardo ed il giusto rispetto.

Insomma, tralasciando i personaggi secondari, che comunque ribadisco mi stavano piacendo, stavo apprezzando veramente tanto Radio Silence, peccato però che verso la fine il libro mi abbia un po' deluso. Nello specifico, fino ad un certo punto, Alice Oseman è stata bravissima a non farmi sentire la mancanza del punto di vista di Aled, grazie soprattutto alle varie trascrizioni di Universe City inserite ogni tot durante la storia che, seppur in maniera velata, fanno capire chiaramente a chi legge che cosa sta passando e provando Aled. Nei capitoli finali però, diventa praticamente necessario avere anche il suo PoV, dato che senza i lettori, per forza di cose, non possono "assistere" in prima persona a determinati momenti e conversazioni fondamentali (di Aled
con sua madre
per esempio, ma anche con
la sua sorella gemella
), per cui alla fine il percorso tanto ben gestito di Aled fino a quel momento finisce per apparire incompleto ed affrettato.

In ogni caso, io mi sento di consigliare caldamente Radio Silence, per i suoi protagonisti, per i suoi temi, perché è una storia che a tutt'oggi ha ancora tanto da dare e da dire. In questi mesi, dalla visione di Heartstopper, come ho già sottolineato ho recuperato tutti i romanzi della Oseman (in generale, mi manca solo This Winter), ora non mi resta altro che decidere se leggere prima il suo libro di debutto (Solitaire) o la sua uscita più recente (Loveless)!