A review by nica_chan
Ace. Cosa ci rivela l'asessualità sul desiderio, la società e il significato del sesso by Angela Chen

emotional informative inspiring reflective slow-paced

5.0

“A tutte le persone che hanno sempre voluto desiderare di più.” Questa è la dedica del libro “ACE. Cosa ci rivela l’asessualità sul desiderio, la società e il significato del sesso” di Angela Chen. Prima di leggere questo saggio ammetto che un po’ scettica lo ero: un libro sull’asessualità che vuole parlare di desiderio? Ma era mica proprio la definizione di asessualità che parla dell’assenza di qualcosa, in questo caso l’attrazione sessuale? Oh, quanto mi sbagliavo su tante cose.

In effetti in questo libro si parla del tema di assenza di attrazione e/o desiderio sessuale, ma la maggior parte del tempo questo testo mi ha parlato di desiderio, di amore, di decostruzione, di lotta, di gioia.

Nel libro si nominano tanti termini che ormai sentiamo un po’ ovunque, come “amatonormatività” e “sessualità obbligatoria”, ma anche solo “asessualità” o l’importanza di decostruire la gerarchia delle relazioni, in cui quelle romantiche stanno all’apice. Questa breve recensione non vuole diventare un glossario, ma penso che nominare questi grandi sistemi che ci tengono in gabbia mi abbia fatto bene.

Leggendo ho rivisto parti di me stessa a cui non riuscivo a dare un nome, e a cui tuttora non ho risposte. L’asessualità e l’aromanticismo sono tematiche su cui mi sto interrogando da svariato tempo; mettono in discussione tutto il sistema relazionale occidentale e bianco per come lo conosciamo noi oggi. È complicato sentire di non appartenervici, ma forse lo è ancora di più se dall’altra parte non si ha una rete solida, certa e sicura, che ti dice chi sei davvero.

Verso la fine del libro, nel mio capitolo preferito, “Anna”, ad un certo punto Anna dice: “Non riesco a capirlo [se sono aro/ace], ma mi va bene non saperlo. Non esiste uno schema precostituito, ma ho lasciato che per tutta la vita la gente definisse certi schemi e ho provato ad adattarmi a quello che diceva e a come le relazioni dovessero essere.” Poi Chen aggiunge: “È molto meglio accettare le domande senza pretendere una risposta, esistere in questa vita indefinita del momento, l’unica in cui può essere chi è davvero”

Questo libro mi sta regalando la bellezza e la gioia del restare nello spazio delle sfumature dei colori, del poter finalmente scegliere come fare le relazioni, il sesso, di scegliere come definirmi o non definirmi mai, di stare con l’incertezza e le domande. Perché forse esse sono l’unico spazio dove l’importante non è la verità o ciò che è giusto, ma sono la curiosità, l’amore e il desiderio, di amare e di essere chi siamo.

Grazie Angela Chen, ti devo tantissimo.

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