You need to sign in or sign up before continuing.

marco_freccero 's review for:

Controcorrente by Joris-Karl Huysmans
4.0

In questo libro non succede niente. E quando dico niente intendo dire proprio quello: nulla.

Il protagonista di questa opera è un nobile che, esasperato e disgustato dalla vita parigina, irritato dalla stupidità, e dall’inesorabile ascesa di una società che considera la trasgressione, il vizio, la depravazione forme nemmeno molto raffinate di… conformismo; molla tutto e si ritira a vivere in una villa un po’ isolata. Con lui i 2 vecchi servitori che si occupano della sue necessità.

E non succede niente.

Ci sono per esempio delle lunghe descrizioni sulla scelta del colore da verniciare sulle pareti. Riflessioni dottissime e lunghe (e interessanti), sulla cultura latina e i libri classici. Digressioni sui profumi; elenco delle piante acquistate per arredare la casa.

E poi?
E poi la scelta delle pietre preziose con le quali decorare il carapace di una tartaruga: che poi morirà.

Ma non succede niente.

È un gran libro. Non è alla portata di chiunque riuscire a essere comunque interessante per pagine e pagine dove (lo ribadisco), di fatto non accade nulla. Non c’è conversione, presa di coscienza, sussulto: nulla. Ha qualche nostalgia per il tempo lontano nella scuola dei gesuiti; ma è un attimo e poi la nevrosi riprende il sopravvento, come sempre. Però mi rendo conto che un sacco di lettori scapperebbero a gambe levate da questo libro. Lo definirebbero “noioso”.

Se qualcuno vuole capire dove inizia l’indolenza, l’indifferenza che intossica tante esistenze, questo romanzo è quello che ci vuole. Adesso l’indolenza viene forse imbevuta di rabbia e violenza, di eccessi che in questa opera ci sono ma appena sfiorati. Il punto è che si tratta di un’opera straordinaria e soprattutto: alla fine c’è della logica in questa sorta di follia.

Des Esseintes ha orrore di una modernità che pialla e rende tutti uguali: stessi appetiti, lordure, eccessi. Lui ci è passato, se li è goduti, ed è andato oltre. Almeno è andato oltre, si potrebbe dire, anche se per lui non esiste alcun oltre. Poca letteratura, pochissima arte riescono per poco tempo a emozionarlo; e si tratta sempre di eccellenze per pochi. 

Huysmans ha un sincero e reale disgusto per un’umanità che produce, per quel capitalismo che getta le basi del proprio trionfo. Ha una altrettanto forte ripulsa per quella letteratura, di cui Zola è il capostipite e che lui ammira, ma che si limita riportare le cose come stanno.

La scuola del Naturalismo non solo gli va stretta (credo). Perché immagina l’essere umano come un insetto, stretto tra educazione e ambiente, in balia di essi. Ma la considera inadatta perché rifiuta di credere nell’imprevedibilità dell’essere umano. Perciò Huysmans scrive questo romanzo, che non piacerà molto a Zola.