A review by akemichan
Treason's Shore by Sherwood Smith

2.0

PREMESSA IMPORTANTE:
Quando ho deciso di leggere questa serie di libri, l'ho fatto per una sola ragione: mi avevano promesso il trope shipping king/knight, che io adoro. Letteralmente questo libro era consigliato di risposta a questo specifico tweet: "knights falling for their kings is an excellent ship trope that needs to be explored more cause there's nothing gayer than devoting your entire life to protecting this one other man".
Ora, due sono le cose, 1)ho letto la versione farlocca o 2)ci sono dei seri problemi di comprensione del testo in tutto ciò. Perché in questo libro il trope king/knight è non così fondamentale rispetto a tutto il resto della roba che c'è, i due personaggi passano la quasi totalità dei libri separati e anche quando si reincontrano c'è talmente tanto da fare che il loro rapporto è poco approfondito, la storia d'amore è one-sided e non viene mai affrontata se non dai personaggi secondari che li circondano, e dulcis in fondo mi sono pure dovuta sorbire il fatto che il cavaliere è canonicamente innamorato della sua tipa (coppia endgame).
Non è colpa del libro, che giustamente va per la sua strada e non aveva assolutamente come obiettivo quello di scrivere una storia con quel trope, per quanto siano presenti alcuni aspetti. Ma purtroppo le aspettative contano quando si parla di godimento dell'arte, e io mi sono sciroppata quattro libri da 600 pagine e passa con delle aspettative assolutamente deluse.
Immaginate che vi consiglino un ristorante dicendo che fanno una pizza stratosferica, e poi ci andate e ciò che ottenete è un menu in cui in mezzo a centinaia di altri piatti la famosa pizza è una fettina striminzita e nemmeno con il condimento che preferite. Ecco, io mi sono sentita esattamente così.
Come posso dire che questi libri mi siano piaciuti? Semplicemente non posso.

Detto ciò, provo invece a esternarmi dai miei sentimenti negativi e dare una parvenza di oggettività a questo commento.

Ciò che mi è piaciuto:

- il worldbuilding e il sistema magico: questo libro è la prova che si può costruire un mondo credibile e realistico anche se simil-medievale e che chi non lo fa è semplicemente pigro. Il mondo funziona, ha delle sue regole e una coerenza interna tutta sua che lo rendono assolutamente vivo. Personalmente ho adorato che qui la separazione tra i generi non si manifesti nel solito "le donne non combattono perché non lo facevano nemmeno nel medioevo (per altro falsità)" ma sia una cosa interna a come la società è stata sviluppata. Quindi c'è sostanzialmente una sorta di gender roles che viene messa in discussione ma non legata al nostro medioevo, ma alla coerenza interna della società del libro.
Il sistema magico è generica magia, quindi niente di che, ma quello che personalmente ho amato è stata l'idea che tutti possano usare un certo tipo di incantesimo per le cose quotidiane, tipo quello per evitare di andare a fare la cacca. Mi ha fatto ridere ma ha anche un suo senso perché sbarazzarsi degli escrementi mica è facile in un contesto simile, e francamente è super-realistico che si usi/sviluppi, avendola a disposizione, una magia per liberarsene in maniera facile.

- lo sviluppo della trama: questo, a prescindere da quello che dice goodreads, non è uno YA (o lo è quanto può esserlo il Signore degli Anelli); infatti segue una traiettoria di vita tutta sua, per cui la narrazione non è assolutamente lineare e ciò che succede non è una premessa A e una conclusione B. Sembra davvero di seguire delle vite che sono casuali (è anche un libro estremamente corale, dove ci si tiene a farci conoscere ogni singola voce di ogni singolo personaggio, anche minore, che si incontra) e soprattutto anche i personaggi non sono lineari: come capita nella vita, si partiva da un punto, per poi scoprire che si desiderava altro, per poi finire a fare tutt'altro ancora, o tornare al punto di partenza. Ho trovato che funzionasse molto bene.

Ciò che mi è piaciuto:

- lo stile: è un POV universale, il che implica che in ogni scena, ogni paragrafo può riferirsi a una persona diversa che agisce in quella scena. Io personalmente l'ho trovato estremamente straniante e non immersivo, perché non facevo in tempo a cercare di capire il punto di vista di un personaggio che subito mi se ne presentava un altro davanti, in questo continuo ping-pong che mi ha tenuto lontano da qualsiasi legame emotivo con loro

- il risultato della trama: purtroppo, il fatto che la trama proceda un po' a casaccio viene a detrimento del climax, che di fatto non viene quasi mai raggiunto o comunque dura pochissimo per essere soddisfacente (se suona come una metafora sessuale, be', un po' lo è). Il problema è proprio che ti viene prospettata una situazione che poi si risolve in fretta e furia perché si deve passare ad altro. "Oh ci sono il principe ereditario e il fratello del re che sono colpevoli di cospirazione, no, ok, sono morti, passiamo oltre" oppure "dobbiamo battere questo esercito o il nostro regno cadrà, oh, ok si ritirano perché nel frattempo il loro re è morto" oppure "devi batterti con questa persona, ah, no, si è già salvata da sola e ha risolto la situazione per conto suo". Quindi tu sei lì che aspetti questa scena e poi "fatto, passiamo oltre", come quando cucini e poi il risultato è un raviolo che manco ti arriva in gola. E questo causa anche la presenza di troppi deus ex machina per far andare avanti la trama.

- il finale: non tanto il finale generale, che quello ci sta nell'ottica appunto di un libro maturo in cui la vittoria non è un vero finale ma anche la ricostruzione e gli anni che vengono dopo, ma proprio l'epilogo in sé. Mi ha dato l'impressione che dopo quattro libri l'autrice si sia svegliata e abbia pensato "oh merda ho dato un finale positivo a tutti i personaggi tranne uno, fammi rimediare" solo che la pezza è peggio del buco. L'imbarazzo.

Consiglierei questi libri? In realtà, alla fine no. Nonostante alcune cose indubbiamente positive e per quanto alla fine abbia apprezzato certi personaggi e certe dinamiche, li ho trovati troppo lunghi e non così soddisfacenti per quello che promettono.