A review by marta_125
Madame Bovary by Gustave Flaubert

4.0

Madame Bovary rientra nella categoria del romanzo realistico e Flaubert con quest’opera introduce un nuovo modo di scrivere per l’oggettività con cui indaga i personaggi.

«Madame Bovary non ha nulla di vero. È una storia completamente inventata; non vi ho messo nulla né dei miei sentimenti né della mia vita. L’illusione deriva al contrario dall’impersonalità dell’opera. È uno dei miei principi: non bisogna “scriversi”. L’artista deve essere nella sua opera come Dio nella creazione, invisibile e onnipotente; dappertutto deve sentirsi la sua presenza, ma senza mai apparire».
[Flaubert in Lettera a Mlle Leroyer de Chantepie, 1857]

Flaubert dedica cinque anni alla stesura dell’opera con uno stile minuzioso senza risultare pesante o ampolloso. Personalmente sono rimasta incantata di fronte alle descrizioni dei paesaggi bucolici.

«Nelle belle serate estive, nell’ora in cui le strade tiepide sono vuote […] apriva la finestra e si appoggiava con i gomiti sul davanzale. Il fiume, che fa sembrare quel quartiere di Rouen una piccola misera Venezia, scorreva sotto di lui, giallo, violetto o azzurro tra ponti e grate. […] Davanti a lui, al di là dei tetti, si stendeva un gran cielo puro col sole rosso che tramontava. Come si doveva stare bene laggiù! Che fresco sotto i faggi! Apriva le narici per aspirare i buoni odori della campagna, che però non arrivavano fino a lui».

Ambientando il romanzo in campagna quindi in luoghi in cui si conduce una semplice, spesso monotona e ripetitiva, spicca la figura di Madame Bovary che vorrebbe essere un’eroina ma in realtà incarna l’atteggiamento della classe borghese a cui appartiene: una classe ambiziosa e alla continua ricerca di tumulto, di una vita lussuriosa e sfarzosa. La critica alla classe borghese è filtrata dai pensieri della protagonista che rimarcano il costante stato di insoddisfazione. Emma tenta di arginare la frustrazione e la depressione - che non colmerà mai - dapprima con la fantasia rifugiandosi nei libri e nei ricordi poi con la continua ricerca di “emozioni intense” quali relazioni extraconiugali appassionate e ossessive in cui non vi è nulla di sentimentale. Il messaggio è chiaro: Emma rappresenta l’insoddisfazione umana e la continua ricerca di un qualcosa che colmi l’esistenza e la solitudine.
Questo romanzo conierà infatti il termine “bovarismo”: la tendenza psicologica a costruirsi una personalità fittizia, a vivere situazioni romanzesche e non realistiche sostenendo un ruolo non corrispondente alla propria condizione sociale; desiderio smanioso di evasione dalla realtà alla ricerca di piaceri particolari, sempre più intensi.

-ATTENZONE SPOILER-

Oltre alla critica sociale vi è una critica sull’impotenza della donna e la sua posizione di svantaggio rispetto all’uomo. Madame Bovary respinge il suo ruolo di moglie e talvolta quello di madre per colmare il suo animo incontentabile con la lussuria e il lusso. Emma è talmente ossessionata dal soddisfare queste sua mancanza che si indebiterà e successivamente si suiciderà.