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A review by purplebass
Il conte di Montecristo by Alexandre Dumas

5.0

"Tutta la saggezza umana sarà contenuta in queste due parole:

Attendere e sperare!"

Potrei dire tante cose su questo libro, ma non sarebbero sufficienti mesi a descrivere i personaggi, di come ad esempio il conte rappresenti la giustizia divina e Villefort la giustizia terrena e di come la vendetta sia un piatto meglio consumato freddo ma che non porta alla soddisfazione piena, quando è stato servito. E di come lasci l'amaro in bocca e crei ripensamenti, ma bisogna andare avanti con il peso delle scelte che abbiamo fatto, poiché da alcune cose non si può tornare indietro.

I plot twist sapienti, i parallelismi tra le vicende e i personaggi, le ispirazioni letterarie e filosofiche e storiche che l'autore ha sapientemente usato per creare questo libro magnifico. Dumas aveva sicuramente letto Dante, Shakespeare, i classici Greci, ma anche contemporanei come Manzoni, Goethe, Rousseau, Byron. La sua cultura permea le oltre 1,000 pagine del testo e ad una come me che apprezza la critica letteraria questa cosa piace molto.

La storia è ambientata dopo la rivoluzione francese del 1789 e la metà del 1800, ed è stato scritto prima dei moti rivoluzionari che nel 1848 avrebbero cambiato l'assetto geopolitico dell'Europa. Non a caso, i paesi principali in cui Dumas decide di ambientare la sua storia non sono solo la Francia, ma anche quella che poi diventerà Italia, la Grecia.

Uno dei temi secondo me fondamentali è quello della giustizia, ma anche quello della famiglia, dell'amicizia, dell'amore. Della fede, della speranza nonostante la vita non stia andando come volevamo, poiché la nostra esistenza può cambiare da un momento all'altro e stupirci.

Mi lascia dei bei ricordi, soprattutto tante cose su cui ragionare e di cui fare tesoro.