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anitasbooks 's review for:
L'età dell'innocenza
by Edith Wharton
Un romanzo in cui il fulcro della narrazione si snoda intorno alle vicende delle famiglie della buona società newyorchese tra la fine del 1800 e l’inizio del nuovo secolo, un periodo di transizione anche per quanto riguarda l’arrivo del primo conflitto mondiale.
Non pensavo che questo libro sarebbe rientrato nelle mie corde, invece devo dire di essere rimasta piacevolmente sorpresa!
Nonostante l’iniziale difficoltà nel raccapezzarmi tra tutti i nomi di queste famiglie imparentate tra loro, devo dire che la narrazione è estremamente fluida.
Edith Wharton non utilizza periodi brevi, anzi, le frasi sono lunghe e ricche di punteggiatura, ma, comunque, lo stile rimane molto scorrevole.
Il personaggio principale, Newland Archer, è sicuramente quello più interessante: sembra star vivendo un periodo di “formazione”, ma la fine ci farà rendere conto di come, in realtà, non sia mai cambiato.
Per quanto tutto gli altri personaggi siano estremamente stereotipati, ho comunque trovato la loro caratterizzazione funzionale al messaggio che si voleva trasmettere.
La postfazione di Sara Antonelli è stata estremamente illuminante, vi consiglio di darci un’occhiata.
In conclusione, nonostante si tratti di un romanzo con diversi difettucci, mi è piaciuto molto!
Non pensavo che questo libro sarebbe rientrato nelle mie corde, invece devo dire di essere rimasta piacevolmente sorpresa!
Nonostante l’iniziale difficoltà nel raccapezzarmi tra tutti i nomi di queste famiglie imparentate tra loro, devo dire che la narrazione è estremamente fluida.
Edith Wharton non utilizza periodi brevi, anzi, le frasi sono lunghe e ricche di punteggiatura, ma, comunque, lo stile rimane molto scorrevole.
Il personaggio principale, Newland Archer, è sicuramente quello più interessante: sembra star vivendo un periodo di “formazione”, ma la fine ci farà rendere conto di come, in realtà, non sia mai cambiato.
Per quanto tutto gli altri personaggi siano estremamente stereotipati, ho comunque trovato la loro caratterizzazione funzionale al messaggio che si voleva trasmettere.
La postfazione di Sara Antonelli è stata estremamente illuminante, vi consiglio di darci un’occhiata.
In conclusione, nonostante si tratti di un romanzo con diversi difettucci, mi è piaciuto molto!