A review by primix
Le rose di Atacama by Luis Sepúlveda, Ilide Carmignani

4.0

*4,5 stelle*

Il deserto di Atacama è una vasta area che si estende tra Perù e Cile, in cui la vegetazione è quasi assente e la fauna è ristretta a quelle poche specie che sono riuscite ad adattarsi ad un clima così avverso alla vita. Eppure, se si è abbastanza fortunati, si può assistere al raro fenomeno del deserto florido: un inusuale aumento delle precipitazioni può portare alla fioritura esplosiva di boccioli, che nel giro di poche ore vengono bruciati dal Sole e spariscono, soffocati da condizioni esterne impietose ed inclementi.

"Le rose di Atacama" è un racconto corale in cui l'autore si fa portavoce di storie che altrimenti non avremmo mai conosciuto, "rose del deserto" che hanno avuto il coraggio di mostrarsi e splendere più o meno discretamente, nel mezzo di dittature, violenze e vite precarie. Vite che, come i boccioli nel deserto, sono troppo effimere per lasciare una traccia nella storia, ma senza le quali il mondo sarebbe stato diverso, un po' meno colorato, un po' meno brillante, un po' meno libero.

Dal giornalista che non rinuncia a una cronaca libera e non controllata dal regime politico, all'idraulico che continua a riparare tubature nella parte povera della città anche se potrebbe far fortuna altrove, Sepulveda ci racconta di gesti più o meno grandi di persone più o meno comuni, che ha conosciuto in prima persona o di cui ha sentito parlare. Persone che non hanno mai avuto nulla a che fare le une con le altre, ma unite dal fil rouge della voglia di non arrendersi di fronte agli ostacoli e portare avanti le proprie battaglie. Persone che non accettano compromessi e non tradiscono mai se stesse.

Le storie sono di diversa lunghezza. Sepulveda a volte ci lascia un punto di vista esterno ed oggettivo, ma più spesso si cala nelle vicende che racconta, inserendo il suo punto di vista che a volte può risultare un po' ingombrante e ripetitivo. Sono chiari e presenti a più riprese gli ideali di fratellanza e di unione tra i singoli, come unico strumento per portare avanti qualcosa di più grande e migliorare le condizioni di tutti: "Non conosco l’uomo che si ferma sulla riva del fiume, che respira a fondo e sorride riconoscendo i profumi che aleggiano nell’aria. Non lo conosco, ma so che quell’uomo è mio fratello"

Leggendo questo libro si ha chiara la sensazione di essere parte di un mondo molto più grande di noi, una vita che con le sue meccaniche rischia di schiacciarci ogni momento. Ma, per quanto sia impossibile scappare dalla nostra condizione di formiche, possiamo impegnarci affinché la piccola porzione di mondo in cui ci siamo costruiti la nostra fragile vita sia come la desideriamo. Poco importa riuscirci o meno, ciò che davvero conta è fare la nostra parte per migliorare il mondo intorno a noi - e migliorare noi stessi.
"Ammiro chi resiste, chi ha fatto del verbo resistere carne, sudore, sangue, e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere, e vivere in piedi, anche nei momenti peggiori "


Ho pianto con la storia di Zorba. Senza ritegno. Ero in tram.