A review by elisa13
House of Roots and Ruin by Erin A. Craig

3.0

Già dalle prime pagine si capiva che questo secondo capitolo della saga avrebbe avuto un ritmo del tutto diverso dal primo. Il primo è un susseguirsi di morti ed eventi che portano allo sviluppo della trama, questo è un lento waltzer che solo verso la fine prende il volo.
Per quanto Verity mi sia piaciuta nel primo, qui, nella sua fine adolescenza, la trovo superficiale e frettolosa. Si lega al primo arrivato che le offre un minimo di libertà e indipendenza da una sorella iperprotettiva, ma che alla fine la salva sempre.
Ha istinto e non si fida, ha un dono e non lo sfrutta anzi lo tratta come una maledizione. Mille campanelli di allarme e… nulla, lei si inganna da sola.
E quel finale? Lo sappiamo tutti chi davvero sia lui, vero? Non di vuole certo un genio a fare due più due, eppure lei non ci arriva. E meno male che assicura più e più volte durante la storia di conoscerlo meglio di quanto conosce se stessa.
Una nota positiva pero, almeno, c’è: questo secondo capitolo sì che lascia aperto uno spazio per un seguito. E che spazio! Gli ha praticamente aperto un portone! Se però bisogna aspettare altri quattro anni per l’uscita del terzo, non credo che avrò ancora addosso la stessa curiosità che ho ora.
È una storia in se per se originale, macabra e dark come il primo volume, ma facilmente semplificabile a duecento pagine meno.
Almeno in questo non c’è propriamente l’amore a prima vista, ma più un lenti e sofferto percorso di innamoramento.