A review by bibliorealki
Itaca per sempre by Luigi Malerba

3.0

Più che in altre rivisitazioni dei poemi greci, leggendo Itaca per sempre mi è parso evidente che il margine di manovra per reinventare una materia già scritta è poco. Ci sono dei confini da seguire e da non oltrepassare per vantare una sorta di legame, di fedeltà con la materia originaria. Luigi Malerba si inserisce sottilmente in questa materia solida e poco malleabile che è l’Odissea innestando all’interno del ritorno di Ulisse i pensieri di Penelope e la sua partecipazione risentita al piano di vendetta del marito.

Sebbene non sia ancora la sua versione dantesca, instabile e irrequieta, l’Ulisse di Malerba già non è più quello omerico. È insicuro e corroso dai dubbi, si ritiene ancora l’eroe imperscrutabile di un tempo, ma Penelope vede attraverso le sue finzioni e gli ruba il primato, costringendolo, di contro, a rivelarsi in tutta la sua contraddittorietà.

«Confesso che avrei preferito trovarla meno bella e fiorente e avere così la conferma che la mia lunga assenza aveva lasciato qualche segno visibile nella piega delle labbra, nello sguardo, qualche tremore o incertezza nella voce. Niente di tutto questo. La mia è una ben strana situazione che mi fa desiderare che sia meno bella proprio la donna che amo con tutte le mie forze.»

Marito e moglie si feriscono a colpi di indifferenza e cecità rendendosi estranei l’un l’altra. Enigmatica e ostinata, Penelope guarda Ulisse cadere vittima del lavorio incessante della propria mente stanca; superbo e geloso, Ulisse offende Penelope e la sua intelligenza mentre porta avanti il proprio piano di vendetta. Vittime dei propri inganni, la tensione fra i due cresce e, pur sapendo che non potrebbe finire diversamente, si teme che quelli siano gli ultimi giorni di un matrimonio glorioso distrutto dal peso dell’orgoglio.

«Se lui diffida di me io alimenterò la sua diffidenza, se mi infligge nuove amarezze io farò altrettanto con lui.»