A review by logolepsy_e
Ragazze elettriche by Naomi Alderman

3.0

Cosa succederebbe se all'improvviso le donne sviluppassero un potere nuovo e incredibile, che permette loro di ribellarsi al giogo della società patriarcale di oggi e a prevalere sugli uomini?
Naomi Alderman cerca di raccontarcelo in questa distopia mascherata da finta ricostruzione storica romanzata, scritta da un fittizio giornalista che, in questa società ormai dominata dalle donne, prova ad immaginarsi un passato in cui esse non avevano alcun potere.

Potere. Il nodo centrale di questa narrazione è proprio il potere (come suggerisce il titolo originale, "The Power"), quello fisico, quello che scaturisce dalla forza e dalla supremazia del corpo e si trasforma poi in potere psicologico, ideologico, politico, religioso.

I presupposti di questo romanzo sono tutti eccellenti, l'idea alla base è incredibilmente interessante, curiosa ed originale, ma purtroppo la realizzazione e lo sviluppo, secondo me, non sono state all'altezza.
I personaggi e la trama, soprattutto quest'ultima, sono i punti di forza del libro. I fatti e gli avvenimenti sono tutti interessanti, abbastanza incalzanti, rapidi, mantengono viva l'attenzione; i personaggi sono ben scritti, anche se avrei dedicato un po' piu' di attenzione a un approfondimento psicologico piu' studiato, piu' strutturato, visto che a volte i personaggi rischiano di risultare un po' immobili e piatti, mere pedine nello svolgimento dell'azione.
A tal proposito, una delle piu' grandi pecche che ho trovato nel romanzo è stata la scelta del narratore. Il libro è diviso in piccoli capitoli, dedicati ognuno a uno dei protagonisti, ma nello sviluppo il narratore risulta sempre onnisciente, e oltre ai pensieri del protagonista del capitolo, il lettore conosce anche quelli di tutte le persone intorno a lui. Anche per questo, a volte l'introspezione è minima, e il romanzo tende chiaramente a descrivere le situazioni tramite azioni e gesti piu' che tramite descrizioni e riflessioni; per questo, a tratti mi è sembrato quasi di leggere una sceneggiatura per la televisione, piu' che un romanzo; anche i cambi di scena repentini in cui, quasi senza accorgersene, si passa da una situazione a un'altra lontana chilometri, intensificano questa sensazione, e questo non ha contribuito positivamente all'immedesimazione con i personaggi. Il tutto lasciava una sorta di sensazione di distacco, di impossibilità di fondersi col protagonista (di turno) e con la storia.
Ultima, grande pecca in parte collegata a ciò, è la traduzione italiana. Ho trovato una traduzione davvero pessima, con espressioni poco chiare o troppo evidentemente calcate dall'inglese, un po' poco localizzata e con scarsa attenzione per stile e dettagli.

Per il resto, il romanzo è sicuramente molto interessante. Forse manca un po' di approfondimento, ma gli sviluppi sono quasi sempre coerenti, la storia è avvincente e coinvolgente e sicuramente si legge con gusto.