A review by fr_eddie
Il cavaliere inesistente by Italo Calvino

3.0

3,25 Per me, il più deludente degli antenati.

Agilulfo è un cavaliere non esistente, un'entità contenuta in un'armatura che prende vita grazie alla sua forza di volontà nel combattere. Agilulfo, pur essendo vivo, non può essere considerato uomo: non ha un corpo, non può dormire, non riesce a seguire i suoi sentimenti, ma si limita a "vivere" seguendo le regole e le leggi della cavalleria.

Poi troviamo Rambaldo, che entra per vendicare suo padre e resta per conquistare Bramante; Bramante, che è innamorata di Agilulfo, considerandolo più presente degli uomini che esistono, colui che più riesce a seguire la sua morale; Gurdulù, uomo che pur esistendo non lo sa, e non riesce a trovare una cosa per cui vivere, cambiando i suoi atteggiamenti e il suo nome dovunque vada, senza curarsi di ciò che può essere pensato di lui; Torrismondo e la sua ricerca di un'identità, che alla fine lo porta al nulla di fatto (e a quasi un incesto).

Il problema è che questo libro di neanche duecento pagine cerca di farti interessare alla storia di tutti questi personaggi, come anche alla storia della suora che la scrive, ma con scarsi risultati nel mio caso. Il personaggio di Agilulfo, su cui dovrebbe basarsi la storia, viene inserito nelle prime pagine ma poi, seguendo la storia di tutti questi personaggi, viene progressivamente messo in disparte e la sua fine quasi non ha senso, è troppo affrettata, troppo veloce.

Fantastico il fatto che Agilulfo possa camminare nel mare, schifoso come il rapporto non consensuale (perché lei non sapeva chi era lui) tra Rambaldo e Bramante sia normalizzato; bello come Gurdulù decida di diventare pescatore di ostriche senza farsi due domande, però ho odiato il suo personaggio, troppo animalesco; carina l'incoerenza dei Cavalieri del Graal, peccato che non riesca a capire come anche uno di loro abbia potuto figliare, conoscendo come si muovono e agiscono.
E, cosa che ho odiato più di tutte le altre, erano la rottura della quarta parete da parte della suora, della sua capacità o incapacità di scrivere certe cose, della sua conoscenza o meno di aspetti della vita comune, del suo amore/odio per questo compito. Un personaggio incoerente, che secondo me ha occupato molto più di spazio del necessario per un twist inutile e orribile (ho veramente odiato il rapporto Bramante-Rambaldo, si nota?)

Lo consiglierei? Sì, perché non è male, ma è davvero troppo troppo corto. Agilulfo, meritavi di meglio.