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A review by lilirose
Il figlio del tempo by Isaac Asimov, Robert Silverberg
emotional
medium-paced
- Plot- or character-driven? A mix
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? Yes
- Flaws of characters a main focus? No
4.0
Questo romanzo non è altro che la rielaborazione di un bellissimo racconto di Asimov del 1958, in cui si approfondiscono alcuni aspetti e viene aggiunta una nuova linea narrativa (e temporale).
A mio parere il racconto era già perfetto nella sua semplicità, una di quelle perle che sa regalarci solo un Asimov in stato di grazia, per cui qualunque cambiamento non poteva che essere in peggio; ed effettivamente questo libro non raggiunge i livelli dell'originale, benché sia comunque un ottimo romanzo di fantascienza, dalla struttura solidissima e di grande intensità emotiva.
Dietro una trama molto lineare (un bambino neanderthaliano viene portato ai giorni nostri) si nascondono riflessioni sulla definizione di umanità e sull'etica del progresso, senza che venga mai a mancare il coinvolgimento grazie a personaggi ottimamente caratterizzati con cui sarà facile empatizzare, il piccolo adorabile Timmie su tutti.
Le digressioni ambientate nella preistoria sono suggestive ma in fin dei conti superflue, mai realmente in grado di catturare la nostra attenzione e spostare il focus della narrazione. In particolare l'epilogo è ingenuo e forzatamente ottimista, va a far perdere di profondità al finale vero e proprio che era invece potente nella sua incertezza.
La scrittura è chiara e scorrevole, senza particolari artifici retorici: si arriva alla fine senza neanche accorgersene, presi semplicemente dal piacere di leggere.
In conclusione un libro che consiglio agli amanti del genere, ma ancor meglio sarebbe recuperare l'originale, solo farina del sacco di Asimov.
A mio parere il racconto era già perfetto nella sua semplicità, una di quelle perle che sa regalarci solo un Asimov in stato di grazia, per cui qualunque cambiamento non poteva che essere in peggio; ed effettivamente questo libro non raggiunge i livelli dell'originale, benché sia comunque un ottimo romanzo di fantascienza, dalla struttura solidissima e di grande intensità emotiva.
Dietro una trama molto lineare (un bambino neanderthaliano viene portato ai giorni nostri) si nascondono riflessioni sulla definizione di umanità e sull'etica del progresso, senza che venga mai a mancare il coinvolgimento grazie a personaggi ottimamente caratterizzati con cui sarà facile empatizzare, il piccolo adorabile Timmie su tutti.
Le digressioni ambientate nella preistoria sono suggestive ma in fin dei conti superflue, mai realmente in grado di catturare la nostra attenzione e spostare il focus della narrazione. In particolare l'epilogo è ingenuo e forzatamente ottimista, va a far perdere di profondità al finale vero e proprio che era invece potente nella sua incertezza.
La scrittura è chiara e scorrevole, senza particolari artifici retorici: si arriva alla fine senza neanche accorgersene, presi semplicemente dal piacere di leggere.
In conclusione un libro che consiglio agli amanti del genere, ma ancor meglio sarebbe recuperare l'originale, solo farina del sacco di Asimov.