A review by ludovicaciasullo
Il sogno della macchina da cucire by Bianca Pitzorno

3.0

Bianca Pitzorno mi ha accompagnata con le sue storie durante la mia infanzia. Storie in cui la giustizia trionfava sugli approfittatori, sui disonesti, sui superbi.

Questo romanzo non fa eccezione. Si scaglia ferocemente contro la presunta morale che vuole le donne solo sante o dannate e contro l'ipocrisia, raccontando una storia avvincente. Ci sono prostitute ("Come tutte le giovani educate in una famiglia perbene ero cresciuta provando orrore per le donne che si
vendevano. In seguito, dopo che la nonna mi ebbe raccontato la storia di Ofelia, l’orrore si era trasformato in pena. Questa donna elegante e istruita, che non si vergognava della sua condizione, sembrava che della mia pietà non sapesse che farsene."), donne aristocratiche, stiratrici e persino una giornalista americana.

Ha il tono tipico di un romanzo per ragazzi (anche se non so se è pensato come tale): i personaggi sono semplici, non c'è ambiguità e la storia disegna un'evidente linea fra il giusto e lo sbagliato, c'è una certa ingenuità narrativa, anche se meno evidente nella prima parte, che ho trovato più brillante. Anche la lingua, a parte i bellissimi passaggi dedicati al racconto del lavoro della sarta, in cui ci si sente immersi nelle stoffe che vengono descritte, non ha nessun tratto particolarmente esaltante.

Tuttavia l'affetto che provo per l'autrice, i ricordi che questa lettura ha riportato in superficie, la condivisione di sguardo su alcuni temi, la bellezza dell'intreccio e dell'ambientazione storica, hanno reso la lettura più che piacevole.