A review by dory_a
Hurricane Child by Kacen Callender

challenging emotional reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? No

3.0

È passato circa un anno da quando la mamma di Caroline ha deciso, di punto in bianco, di allontanarsi da casa e di viaggiare in giro per il mondo; almeno inizialmente, per Caroline non è stato poi così difficile accettare la situazione: sua mamma infatti ha continuato a tenersi in contatto con lei e con il padre inviando loro delle cartoline dai luoghi visitati e Caroline era sicura che prima o poi sarebbe tornata a casa. Peccato che ad un certo punto le cartoline abbiano smesso completamente di arrivare e Caroline non abbia più avuto notizie di sua madre. Ora, nonostante tutti gli adulti della sua vita - dal padre alla preside della scuola che frequenta - le consigliano di lasciar perdere e di non fare più domande, Caroline ha un unico obiettivo in mente: scoprire dove si trova sua madre e convincerla a tornare a casa.

Dopo aver letto ed adorato sia King and the Dragonflies che Felix Ever After di Kacen Callender, mi ero ripromessa di recuperare - un po' alla volta - tutti i suoi precedenti romanzi e di farlo praticamente a scatola chiusa, avendo solo una vaga idea delle trame e dell'opinione del resto dei lettori. È per questo motivo che mi sono ritrovata a leggere Hurricane Child, romanzo d'esordio di Kacen Callender, anche se comunque in questo caso mi intrigava tantissimo pure la premessa del libro ed anche per questo avevo quindi delle aspettative piuttosto alte; aspettative che però, mi duole tantissimo ammettere, sono state soddisfatte solo in parte.

In teoria, Hurricane Child aveva tutte le carte in regola per conquistarmi dato che in fin dei conti non è poi così diverso né da King and the Dragonflies né da Felix Ever After; innanzitutto, è pieno di temi importanti ed una delle cose che più mi aveva colpito di Kacen Callender - soprattutto nel suo altro middle grade, ovvero King - era stato proprio il suo modo schietto e sincero di affrontare determinati argomenti in un romanzo dedicato ai più piccoli (o comunque ai più giovani) e ciò lo fa appunto anche in Hurricane Child dove si parla tantissimo di morte e di lutto, di bullismo, di razzismo e di omofobia (internalizzati e non), di relazioni complicate con i propri genitori, di prime amicizie, cotte e delusioni ed è sicuramente una delle cose più apprezzabili di questo libro e di Kacen Callender in generale. Il problema, nel caso di Hurricane Child, è che rispetto agli altri due romanzi, ad alcuni di questi temi Kacen Callender non ha dedicato il giusto spazio e la giusta importanza, non ha saputo trattarli e sfruttarli al meglio in modo da trasmettere, attraverso di essi, dei messaggi positivi o anche solo significativi.

Inoltre, pure in Hurricane Child - così come in King che Felix - c'è un mistero che non può fare a meno di incuriosire i lettori e che è ciò che fa praticamente andare avanti la storia: l'improvvida partenza e successiva scomparsa della mamma di Caroline ed il desidero di quest'ultima di scoprire cosa le sia successo e, se è possibile, di farla tornare a casa. Sfortunatamente, a lungo andare, il mistero è un altro aspetto di Hurricane Child che sono riuscita ad apprezzare solo fino ad un certo punto: ben gestite ed appassionanti le parti in cui Caroline "indaga" sulla sparizione della mamma e cerca di carpire delle informazioni e di trovare degli indizi che le permettano di capire che fine abbia fatto e dove si trovi ora, la risoluzione del mistero però l'ho trovata abbastanza deludente e per niente all'altezza di tutto ciò che l'aveva preceduta. Ad un certo punto poi, sembrava che il mistero stesse per prendere una svolta un po' particolare, diciamo pure Spoilermagica, che richiama quelle che sono le credenze del luogo in cui è ambientato Hurricane Child (ovvero le Isole Vergini Americane, nello specifico Water Island) e sebbene all'inizio fossi rimasta un po' spiazzata dal cambio di eventi, mi sono praticamente subito resa conto che invece poteva essere una strada molto interessante da percorrere. Peccato che questa nuova idea di Caroline non porti proprio da nessuna parte e questa pista venga messa da parte e dimenticata nel giro di poco pagine, senza nemmeno essere approfondita un po'.

In generale, Hurricane Child mi è sembrato un libro senza una direzione chiara e precisa e a tratti pure molto confusionario: Kacen Callender inserisce alcune rivelazioni importanti ma apparentemente inutili visto che le butta lì così, non gli dà la giusta rilevanza dimenticandosene completamente e riprendendole e riparlandone solo verso la fine del romanzo; in particolare, ad una scoperta fra tutte - almeno per me - doveva essere dedicato molto (ma molto) più spazio ed importanza e doveva avere effettivamente un impatto su Caroline - perché se l'ha avuto io non me ne sono resa conto - visto che comunque la riguarda molto da vicino. Anche l'altra storyline importante di Hurricane Child - l'arrivo a scuola di una nuova studentessa, la successiva nascita di un'amicizia tra lei e Caroline, la consapevolezza di provare sentimenti che vanno oltre la semplice amicizia - mi ha delusa o comunque per me Kacen Callender avrebbe potuto gestirla meglio; perché sì, ho trovato Caroline e Kainda molto carine, la loro amicizia molto dolce, i sentimenti che sbocciano e le parole decisamente esagerate che si dicono per delle ragazzine della loro età senza dubbio toccanti, inoltre ciò che entrambe rappresentano - le due hanno reazioni molto diverse ai sentimenti che iniziano a provare - è sicuramente di fondamentale importanza, ma ho trovato la loro relazione molto affrettata e viene dedicato veramente pochissimo spazio al percorso che le porta a rendersi conto che in realtà non c'è assolutamente nulla di male Spoilernel provare sentimenti romantici per un'altra ragazza.

Pure dai personaggi mi aspettavo grandi cose, visto che sia in King che in Felix ad avermi colpito maggiormente erano stati proprio i personaggi; in realtà, i personaggi di Hurricane Child avevano tutti un gran potenziale dato che, come al solito, Kacen Callender ce li presenta come persone dotate di tanti pregi ma anche di tanti difetti, dandogli sempre anche la possibilità di capire i propri errori e cercare di rimediare. Il problema è che nel caso di questo middle grade la complessità di questi personaggi viene approfondita solo fino ad un certo punto, soprattutto per quanto riguarda i personaggi secondari - ed in particolare gli adulti - che nella maggior parte dei casi è veramente difficile capire ed interpretare. Probabilmente, il personaggio più riuscito di Hurricane Child è la sua protagonista, Caroline: una ragazzina che, nonostante la sua giovane età, ne ha vissute già di tutti i colori e sebbene tutto ciò che abbia ovviamente avuto un forte impatto su di lei (non sono pochi i pensieri negativi che fa Caroline), quest'ultima cerca con le unghie e con i denti di non crollare, di non farsi abbattere da una società che sembra non volerla; è veramente facile mettersi nei panni di questo personaggio e per tutta la durata del libro non si può fare a meno di fare il tifo per lei e di sperare che alla fine trovi finalmente un po' di pace, amore e felicità.

Non ho invece assolutamente nulla da dire per quanto riguarda l'ambientazione; Kacen Callender, oltre ai propri genitori, ha deciso di dedicare Hurricane Child anche alle Isole Vergini Americane ed è chiaro che questo libro sia praticamente una lettera d'amore non soltanto a Water Island, l'isola dove è ambientata principalmente la storia, ma appunto a tutte le Isole Vergini Americane. Kacen Callender cerca quindi - riuscendoci pure molto bene - di farci immergere in questo mondo attraverso la sua fauna, la sua flora, la sua storia e le sue credenze, dando spesso l'impressione di trovarsi veramente lì.

So che non è per niente giusto paragonare King and the Dragonflies e Felix Ever After a Hurricane Child, visto considerando il fatto che quest'ultimo è il romanzo d'esordio di Kacen Callender; purtroppo però, avendoli letti per primi, mi è un po' difficile non farlo e anzi, forse il "problema" - in mancanza di un termine migliore - è proprio il fatto che Hurricane Child è il suo romanzo d'esordio ed infatti pur essendo molto simile agli altri due libri, gli manca qualcosa, un qualcosa che invece sono riuscita a trovare sia in King che in Felix. Inoltre, io ho superato da tempo la fascia d'età per cui è stata scritta questa storia ed infatti la mia opinione può valere solo fino ad un certo punto e comunque mi sento lo stesso di consigliare Hurricane Child perché sono convinta che, nelle mani giuste, questo libro possa sicuramente fare la differenza.