A review by ilaria_m
Spietate promesse by Rebecca Ross

emotional sad slow-paced

3.0

Voto complessivo: ⭐️⭐️⭐️
Drama: 💧💧💧
Sugar: 🧁🧁🧁
Spice: 1/2 🌶️

Trope: fantasy romance - memory loss - war

Iris e Roman sono ora sui due fronti opposti. Kitt, curato da Dacre, ha perso la memoria, e il dio del mondo sottoterraneo vuole usarlo per la sua propaganda.

Il secondo volume conferma le impressioni del primo, e non sono buone notizie.
Si salva il romance, ma tutto il resto non mi convince, per cui… via con gli SPOILER!

Partiamo subito dal fatto che le storie di dei/re/creature fatate/uomini potenti che bramano una donna e finiscono con il trasformarsi in carcerieri (pur chiamandolo amore), mi hanno stufato. E sono ancora più annoiata da codeste donne, che li superano in astuzia e riescono in qualche modo a decretarne la rovina. Dacre e Enva sono un retelling di Ade e Persefone di cui non avevamo bisogno.
Aggiungiamo pure che Dacre è il dio e Lord comandante più ottuso che io ricordi. Capisco prendere un corrispondente che ti viene servito ferito sul campo di battaglia, ma perché metterlo così approfonditamente a conoscenza dei tuoi piani e di tante altre informazioni essenziali in guerra? Roman dovrebbe essere usato solo per la propaganda. Punto.  Inoltre, sapendo che il tuo controllo su una persona comincia a venir meno con il riaffiorare dei ricordi, perché non usare dei trattamenti periodici preventivi?
Come il dio viene ucciso, poi, è uno dei punti più dolenti: bastano una melodia e una spada (conservata in bella vista in un museo), e allora perché portare avanti per chissà quanto tempo una guerra con tutti i morti e la devastazione che ne conseguono? Enva non poteva comparire in sogno a qualcuno e dare spiegazioni chiare, invece di perdere tempo con la chiamata alle armi? E perché proprio Iris e Attie vengono scelte per uccidere Dacre? Non c’è nulla, assolutamente nulla, che giustifichi questa preferenza.
Non mi sono piaciuti neanche la divisione alquanto netta tra il bene (Enva, protettrice dell’umanità) e il male (il crudele Dacre), e il dipingere la popolazione di Oath, escluso qualche ricco (e pertanto malvagio) affarista, come campionessa di coraggio, pronta ad affrontare i bombardamenti pur di non arrendersi al tiranno.

Anacronismi qua e là: è vero che siamo in un fantasy, ma l’ambientazione vuole chiaramente ricordare il periodo tra le due guerre mondiali, strizzando l’occhio soprattutto alla prima, eppure, nonostante la guerra in corso, abbiamo a disposizione una risonanza magnetica per accertamenti medici (l’effettivo utilizzo della RM in ambito medico risale agli anni’70). Non poniamoci poi il problema del materiale delle schegge di proiettile nel corpo di Forest. 

Poi c’è anche un po’ di autocelebrazione, con questi impavidi giornalisti (scrittori, quindi), che non si piegano, strenui difensori della verità, e che salveranno il mondo con la forza delle loro parole (anche meno, grazie).

Salvo il romance, però anche qui un grosso ma. Ho ritrovato ripetitivo riproporre una situazione già vista; ha funzionato in Divini Rivali, ma qui perde incisività.
Nel primo volume, Iris e Roman si innamorano anche grazie allo scambio di lettere. Roman sa che dall’altra parte c’è Iris, ma la ragazza è divisa tra il misterioso Carver e il suo presunto rivale verso cui comincia a sentirsi sempre più ben disposta. Qui Roman ha perso la memoria, ed è Iris a contattarlo come Elizabeth, sperando di scoprire cosa è successo e se si ricorda in qualche modo di lei, per cui è il nostro ad essere diviso tra la sconosciuta Elizabeth e la ragazza che compare nei suoi sogni come Iris Winnow, di cui non sa neanche se si tratta di un vero ricordo o di una sua fantasia. Ovviamente, scoperta la verità, tutto questo serve a fargli dire di essersi innamorato di lei una seconda volta; un po’ troppo scontato, no?
Le interazioni, faccia o faccia o tramite lettera, di Iris e Roman sono toccanti e fanno sospirare, però non sono poi così tante, e se devo fare un bilancio, direi che questo è un libro in cui leggere una pagina ogni tanto 10.
Le sottotrame di Forest e Sarah, Attie e Tobias, e persino Marisol e Keegan (che aveva un senso nel primo volume, come spinta ai due protagonisti ad ammettere i propri sentimenti), sembrano messe lì tanto per, giusto perché ognuno abbia la sua persona.

In soldoni? Arrivo alla sufficienza, ma, ripeto, solo per il romance e quelle confessioni, perfette come citazioni, e che fanno venire gli occhi a cuoricino.