A review by martinamontenero
Le affinità elettive by Johann Wolfgang von Goethe

3.0

"Sotto quel cielo limpido, alla luce splendente del sole, le si faceva improvvisamente chiaro che il suo amore, per essere perfetto, avrebbe dovuto spogliarsi di ogni traccia di egoismo; e, in certi momenti, le pareva persino di aver già toccato quell'altezza. Desiderava soltanto il bene dell'amico, si credeva capace di rinunciare a lui, anzi di non vederlo più, pur di saperlo felice. Ma, per quanto la riguardava, era fermamente decisa a non appartenere mai a nessun altro."
Il romanzo, ambientato in un villaggio tedesco nella prima metà dell' 800, rispecchia in piena regola gli ozi e i costumi della società altolocata del tempo, rendendo la trama limitata alla vita al castello, alle passeggiate, agli impegni diplomatici.Questo è già di per sé un punto a sfavore del libro in quanto, se non ci fossero state le serafiche descrizioni paesaggistiche e circostanziali di Goethe,
probabilmente la totale staticità degli eventi, avrebbe reso la lettura ulteriormente lenta. Dico ulteriormente, perché già di per se lo è, una lettura lenta, oserei dire riposata, da centellinare giorno per giorno ( o potrebbe risultarvi fatale). Per buona parte della lettura ho odiato i personaggi, Edoardo un vero idiota (tuttora lo penso), Carlotta troppo austera e composta ( "Ci sono situazioni nelle quali il timore e la speranza diventano una cosa sola, si elidono a vicenda e si perdono in un'oscura insensibilità." ), il Capitano troppo pragmatico e Ottilia, beh Ottilia mi era sembrata inutile finché Goethe non mi ha dimostrato il contrario.
Vi starete mica chiedendo come mai gli abbia dato tre stelle?!
Beh anzitutto amo Goethe, il suo stile, la sua eccessiva ma magnetica prosa (quasi assimilabile a poesia), le sue lunghe minuziose e necessarie descrizioni, l'immersione nei fatti raccontati (benché siano pochi), la potenza visiva e paesaggistica, il coinvolgimento di spirito e natura, il suo Romanticismo, la sua capacità di rendere universali certi pensieri ,con pochi tratti, estrapolandoli dal contesto, come nei diari di Ottilia, una raccolta pervasa sì da massime e aforismi già noti, ma anche da percezione sensitiva, partecipazione e trasporto rispetto agli accadimenti. E..udite udite, in questo romanzo rientra anche una componente chimica, il concetto stesso di affinità, di rimescolanza tra sostanze, di formazione di nuove coppie.
<un'altra, che se ne scelga una a preferenza di un'altra.»
È questo il pensiero di fondo, lo scheletro del romanzo, ideologia senz'altro innovativa, provocante in quei tempi, specie nel tentativo di opporre etica a passione, senz'altro riuscito, checché se ne dica, a stimolare se non un'approvazione dei comportamenti dei personaggi ( a volte preconfezionati o ottusi), almeno una certa curiosità rispetto ai tempi e costumi correnti.
"Le nostre passioni sono vere e proprie fenici. Appena la vecchia brucia, subito dalle ceneri nasce quella nuova."

È stato bello vedere il personaggio di Ottilia maturare, seguire il filo rosso dei suoi pensieri e trovarne uno per districare i miei. Credo che la sua figura si sia emancipata elevandosi sopra tutte le altre, al di là di ogni aspettativa.
" I vetri colorati tramutano il giorno in un solenne crepuscolo e qualcuno dovrebbe offrire in dono una lampada perpetua, affinché nemmeno la notte resti completamente buia. Qualunque idea ci facciamo di noi stessi, ci penseremo sempre dotati di vista. Credo che l'uomo sogni solo per non smettere di vedere. Potrebbe capitare benissimo che un giorno la luce interiore uscisse da noi, cosicché non ne occorressero più altre."
Come non citare l'importanza del concetto di redenzione, attesa, sacrificio che ci conducono mano nella mano verso l'irreprensibile, seppur inaccettabile, martirio. È qui che ho deciso di dare tre stelle al romanzo. La drammaticità finale ha elevato la materia trattata, quasi a svegliarmi da un certo torpore cui mi ero abbandonata un po' per inerzia, un po' perché ormai abituata allo stile e alla staticità, non ero forse pronta a quelle ultimi folgoranti pagine.
"Ci piace tanto guardare nel futuro, perché, con taciti desideri, vorremmo tanto piegare a nostro vantaggio l'incerto, ciò che nel futuro ondeggia qua e là."

Ps. Ho apprezzato moltissimo la figura marginale dell'architetto.
"Nulla è più sicuro dell'arte per sfuggire al mondo e
nulla è più sicuro dell'arte per unirsi a esso.
Perfino nel momento della suprema felicità e dell'e-
stremo affanno abbiamo bisogno dell'artista."