A review by dory_a
The Long Way. Il lungo viaggio by Becky Chambers

adventurous hopeful reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? It's complicated
  • Flaws of characters a main focus? No

3.5

La Wayfarer - una nave perforatrice attrezzata per creare tunnel spaziali che colleghino una parte all'altra dello spazio - sta finalmente per fare il salto di qualità: il suo capitano, Ashby, è certo che il suo equipaggio sia ormai pronto ad affrontare lavori più impegnativi del solito, soprattutto adesso che ha assunto una nuova archivista amministrativa, Rosemary Harper. Così, quando si diffonde la notizia che la Commissione Trasporti dello Spazio Galattico Comune sta cercando una nave perforatrice che crei un tunnel che colleghi i loro nuovi alleati ai territori già esistenti, Ashby non ci pensa due volte a scrivere una lettera d'intenti. La Wayfarer riesce senza troppi problemi ad ottenere il lavoro, ma il viaggio che attende il suo equipaggio è incredibilmente lungo e tra imprevisti e segreti inconfessabili non tutto filerà liscio come l'olio...

Ultimamente mi è venuta voglia di recuperare quei romanzi un po' vecchiotti ma ancora molto famosi ed amati dai lettori; è per questo che mi sono ritrovata a leggere The Long Way. Il lungo viaggio, uno sci-fi uscito nel 2015 che io in realtà volevo leggere già da un po', ma stavo aspettando il momento giusto per farlo. Tutto sommato, a me The Long Way. Il lungo viaggio è piaciuto, purtroppo però non è riuscito a convincermi fino in fondo, probabilmente anche a causa - lo ammetto - di alcune mie mancanze.

Nonostante The Long Way. Il lungo viaggio abbia una storyline principale che colleghi tutti i personaggi - i membri della Wayfarer devono appunto compiere questo lungo viaggio attraverso lo spazio per raggiungere la destinazione del loro prossimo lavoro - e sia pure più o meno interessante e a tratti imprevedibile, si tratta di uno sci-fi decisamente character driven ed infatti se dovessi consigliarvelo non lo farei di certo per la trama ma, appunto, per i personaggi. Non è mai facile gestire un ampio cast di personaggi - l'equipaggio della Wayfarer è composto da ben nove membri e ognuno occupa una determinata posizione con delle specifiche mansioni - eppure secondo me Becky Chambers ci è riuscita veramente bene nel caso di The Long Way. Il lungo viaggio. I personaggi hanno tutti delle personalità distintive e delle storie personali intriganti, senza contare che oltre agli umani sulla nave sono presenti dei membri che fanno parte di specie molto diverse tra di loro. La parte bella, appassionante ed affascinante di The Long Way. Il lungo viaggio quindi non sta tanto nel luogo che la Wayfarer deve raggiungere né nel lavoro di cui si deve occupare l'equipaggio, ma nel conoscere bene e nello scoprire il passato e le storie di tutti questi personaggi. Certo, tra questi nove personaggi ce ne sono alcuni approfonditi meglio di altri, ma diciamo che pure quelli rilegati in secondo piano sono ben caratterizzati e, nel corso del libro, Becky Chambers dà anche a loro delle storyline molto interessanti, per cui tutti e nove i membri della Wayfarer hanno il loro momento di gloria. Oltre al capitano e alla archivista amministrativa, rispettivamente Ashby e Rosemary, l'equipaggio è composto da Sissix, il pilota della Wayfarer, Kizzy e Jenks che sono i due tecnici, Dottor Chef che, come suggerisce il nome, è sia il cuoco che il medico della navicella, Artis, l'algheista, Ohan, il "Navigatore" e Lovey, l'IA della Wayfarer; insomma, siamo di fronte ad un gruppo talmente tanto variegato che c'è sicuramente qualcuno che farà al caso vostro, che riuscirà ad incuriosirvi e ad appassionarvi. Per quanto mi riguarda, Becky Chambers ha fatto un così ottimo lavoro con i personaggi che, a parte alcuni, non saprei nemmeno dirvi chi sia il mio preferito dato che sono tutti molto diversi tra loro e quindi io sono riuscita ad apprezzare ognuno per motivi differenti.

Un'altra cosa che mi è piaciuta tanto di The Long Way. Il lungo viaggio è sicuramente il forte legame che unisce i membri dell'equipaggio, che l'autrice riesce e far percepire e a rendere credibile praticamente fin da subito. Ovviamente, non tutti i personaggi hanno con gli altri dei profondi rapporti di amicizia, anzi alcuni si stanno pure antipatici, questo però non gli impedisce di essere comunque rispettosi verso il resto dei membri dell'equipaggio e di essere disposti a tutto pur di aiutarsi nei momenti difficili; ed è proprio questo ciò che mi ha colpito di più: il rispetto e la lealtà incrollabile che i membri della Wayfarer provano gli uni verso gli altri. Come ho appena sottolineato, i personaggi del libro hanno delle relazioni molto diverse gli uni con gli altri: c'è chi ha sviluppato una forte amicizia con uno o più dei nove membri dell'equipaggio, chi per un motivo o per un altro preferisce tenersi in disparte, chi invece cerca di mantenere un buon rapporto con tutti; io personalmente, ho adorato la bellissima amicizia che lega Kizzy e Jenks, i due tecnici della nave perforatrice. Infine, In The Long Way. Il lungo viaggio trova spazio anche un po' di romance, in particolare sono due le relazioni romantiche (anche se definire così una delle due è un po' un'esagerazione) presenti al suo interno. Si tratta di due dinamiche molto diverse tra loro ma altrettanto interessanti ed è un vero peccato che Becky Chambers gli abbia voluto dare poca importanza (rispetto ai personaggi in sé e alle relazione platoniche), sfruttando solo in minima parte il grande potenziale di queste due coppie.

Un altro motivo per cui vi consiglierei The Long Way. Il lungo viaggio è senza dubbio il worldbuilding, da cui è praticamente impossibile non rimanere affascinati. Becky Chambers si è infatti immaginata uno spazio ormai conquistato e popolato non soltanto dagli esseri umani ma da tantissime altre specie, tutte molto diverse tra loro. È proprio quando si tratta di presentarci e delineare queste altre specie che emerge tutta la bravura e la creatività dell'autrice: nel corso della storia, facciamo appunto la conoscenza della maggior parte di queste specie e l'autrice non ci descrive soltanto il loro particolare e caratteristico aspetto fisico, ma anche la loro cultura, la loro religione, le loro norme sociali, la loro lingua - inventandosi spesso nuovi modi di comunicare che vanno oltre la voce ed i segni - a dimostrazione del fatto che Becky Chambers ha dedicato molta attenzione ad ognuno di questi aspetti in modo da offrirci un quadro il più completo e dettagliato possibile. Personalmente, credo che l'autrice abbia fatto veramente un ottimo lavoro da questo punto di vista e sia riuscita nel suo intento, spingendomi addirittura a credere che alcune di queste specie esistessero (o fossero esistite) veramente.

The Long Way. Il lungo viaggio mi ha anche colpito per alcune osservazioni e/o conversazioni che i personaggi fanno contenute al suo interno e che riguardano svariati argomenti come la tecnologia (in particolare come uno si dovrebbe porsi nei confronti delle Intelligenze Artificiali), la violenza e la guerra, la famiglia e quale sia il suo significato, la convivenza con specie diverse dalla propria e l'assoluto rispetto dovuto a queste ultime, alle loro idee, alle loro credenze etc. Si tratta di momenti che offrono degli importanti spunti di riflessione ed io apprezzo sempre quei libri che mi spingono a riflettere e ad andare in un certo senso oltre la piccola bolla in cui vivo.

Come ho già sottolineato all'inizio della recensione però, The Long Way. Il lungo viaggio non è riuscito a convincermi completamente e in parte è sicuramente più colpa mia che del romanzo; innanzitutto, soprattutto all'inizio del libro, non nego di essermi sentita molto spaesata e confusa di fronte ai termini e alle specie inventati di sana pianta da Becky Chambers, perché anche se ribadisco che il worldbuilding di The Long Way. Il lungo viaggio è incredibile, l'autrice non approfondisce nei dettagli tutte le specie che cita, alcune infatti vengono buttate semplicemente lì e la Chambers non si prende nemmeno la briga di spiegarci se si tratta di specie importanti con un certo potere oppure di specie deboli con poca influenza, che rapporto hanno con lo Spazio Galattico Comune e i territori che ne fanno parte, etc. A lungo andare fortunatamente ci ho preso la mano e la lettura è diventata molto più piacevole ma comunque certi termini non sono mai riuscita ad afferrarli e ed alcune specie le ho dimenticata praticamente subito dopo averne letto il nome, magari se prima di recuperare The Long Way. Il lungo viaggio avessi letto qualche altro romanzo sci-fi un po' più leggero non avrei avuto così tante difficoltà ma purtroppo quello che è stato è stato. Ovviamente, non sarebbe giusto sminuire un libro solo per questo ed infatti in questo caso incolpo più che altro la mia ignoranza in materia (di sci-fi), il problema è che ci sono anche altre cose che non mi hanno fatto particolarmente impazzire di The Long Way. Il lungo viaggio. Prima di tutto, essendo il libro ambientato appunto durante il lungo viaggio della Wayfarer attraverso lo spazio, ci sono molti salti temporali per cui l'evoluzione del rapporto tra Rosemary e il resto dell'equipaggio avviene più che altro "off screen", una cosa che non apprezzo mai dato che preferisco di gran lunga vedere come cambia effettivamente un rapporto nel tempo e capire come mai quel personaggi ha legato di più con uno piuttosto che con un altro. Sono rimasta particolarmente delusa soprattutto dal finale però: insomma, dopo aver passato più di 300 pagine a viaggiare uno si aspetta un finale all'altezza di tutto questo build-up, un bell'epilogo esplosivo ed avvincente, invece mi sono dovuta accontentare di un finale affrettato e caotico dove succedono talmente tante cose una dopo l'altra che i personaggi non hanno nemmeno il tempo di riprendere fiato, reagire e riflettere sugli eventi appena vissuti. Mi rendo conto che The Long Way. Il lungo viaggio è una storia character driven ed infatti se a non essermi piaciuta fosse stata solo la conclusione della storyline principale, avrei pure potuto chiudere un occhio, il fatto che è non sono rimasta soddisfatta nemmeno da come Becky Chambers ha deciso di concludere il percorso dei personaggi (di alcuni almeno) visto che, come ho appena sottolineato, l'autrice non ha proprio il tempo materiale di esplorare le ripercussioni che il viaggio e le scelte di alcuni personaggi hanno avuto sull'equipaggio della Wayfarer e non penso che ne avrà la possibilità nei sequel dato che seguono personaggi completamente diversi e i protagonisti di The Long Way. Il lungo viaggio o non appaiono affatto o fanno solo delle brevissime apparizioni.

Comunque, a me The Long Way. Il lungo viaggio è piaciuto abbastanza da voler leggere i volumi successivi (o quantomeno l'unico sequel pubblicato in Italia fino ad ora ovvero L'orbita ordinaria), anche perché il mondo creato da Becky Chambers è talmente tanto interessante ed affascinante che sarebbe un vero peccato abbandonarlo così presto!