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3.0

"Mi rendo conto – e non è la prima volta – che il modo migliore in cui delle donne intelligenti possono fare il proprio dovere nei confronti del loro stesso sesso è raccontarsi, attraverso un processo devastante, ed essere franche le une con le altre. Ma se devo essere sincera, non è che io ci tenga poi tanto a tutta questa franchezza."

La gestione della casa e dei figli, l'Associazione femminile, gli impegni parrocchiali, il Club del libro, le visite da ricevere e contraccambiare, l'essere costantemente aggiornata sulle ultime mode: ecco gli impegni da cui non può assolutamente esimersi una lady di provincia!

"Barbara esordisce dicendo che certe volte è molto difficile stabilire cosa sia giusto fare: lei ha sempre pensato che la più alta vocazione di una donna fosse quella di diventare una brava padrona di casa e che l’amore di un uomo retto fosse il coronamento della sua felicità. Sì, sì, certo, rispondo. (Ripensandoci, mi accorgo che in realtà non condivido niente di tutto ciò, e l’incredibile ipocrisia del mio comportamento mi turba non poco.)"

Certo, ci sono anche quei conti che non tornano (ma non impediscono di fare shopping a Londra e fermarsi in un Salone di bellezza), una cuoca sempre pronta a dare le dimissioni (e una cameriera che lo fa), un marito laconico che è meglio tenere all'oscuro di tante cose, il forno che non va, i bulbi che non ne vogliono sapere di crescere, quel solitario della prozia impegnato, le strane domande della bambina e la collezione di figurine del maschio, la tata francese con la sua teatralità e gusto per il drammatico, la moglie del vicario pettegola, la ricca esibizionista, la vicina con il suo vittimismo... Ciliegina sulla torta, la Mostra d'arte italiana di cui tutti parlano e che non può essere evitata!

"Mi chiedono cosa penso di "Harriet Hume", ma non posso esprimermi perché purtroppo non ho mai letto Rebecca West. Ho la deprimente sensazione che mi succederà come con Orlando, su cui ero perfettamente in grado di fare commenti intelligenti finché non l’ho letto, e mi sono resa conto di non capirci un fico secco."

Un vero e proprio diario in cui trovano spazio la cronaca della giornata, ma anche promemoria, riflessioni e qualche domanda che è meglio non fare ad alta voce: ecco il Diario di una lady di provincia di E. M Delafiled, uno spassoso susseguirsi di situazioni imbarazzanti e confessioni senza reticenze.

"Turbata, mi rendo conto che per quaranta minuti buoni io e la cuoca ci siamo stordite a furia di chiacchiere prima che io mi ricordassi che il pettegolezzo è cosa infima e deprecabile."

Impossibile non sorridere di fronte alla (dis)avventure dell'anonima protagonista, continuamente alla prese con tragicomici tentativi di salvare la faccia e impietosi risultati.

Certo, la nostra sarà pure completamente negata in economia domestica e in tutto quello che ci si aspetta una donna sia in grado di fare con nonchalance, nonché spesso e volentieri in outfit imbarazzanti, ma il ritratto che emerge degli altri comprimari non è poi così lusinghiero: un piccolo mondo di provincia dove nulla conta come l'apparenza, e il pettegolezzo è il pane quotidiano.

"Lady B. gli spiega che non è il caso di spiegare a me certe cose, vista la mia vasta cultura letteraria. Al che l’amico militare mi lancia uno sguardo di manifesto orrore e da quel momento si guarda bene dal rivolgermi di nuovo la parola."

Ovviamente, non manca una buona dose di autoironia,

"Molto prima di arrivare a metà strada mi rendo conto che non ce la farò mai, e inizio a pregare che la seconda moglie di Robert sia buona con i bambini.
(...)
Riflettendoci, i titoli dei giornali non mancheranno certo di specificare che, al momento della mia tragica e prematura dipartita, mi trovavo in compagnia di gente di un certo livello. Posso già immaginarne un paio che farebbero un figurone sul giornale locale. Sto giusto pensando al paragrafo che comparirebbe sulla rivista della parrocchia,
(...)
Pare che la morte per annegamento sia preceduta da una panoramica mentale che ripercorre tutta la vita di una persona. Riflessione angosciante, che rischia di farmi sprofondare negli abissi per l’ennesima volta. Anche un solo ricordo della mia vita, se scelto male, mi crea forti scompensi, quindi mi guardo bene dal contemplarli tutti.
(...)
Ben decisa a considerare questa impresa erculea come una cosetta da nulla, mi limito a citare Byron, che attraversò a nuoto lo stretto dei Dardanelli... poi mi rendo conto che le mie parole risulterebbero di maggior impatto se le proferissi con un po’ più di fiato e magari senza rantolare e sputare acqua a litri."

ed è davvero difficile non simpatizzare con questa donna degli anni '30 che pure, fatte le dovute distinzioni, ha ancora tanto in comune con le moglie e madri di oggi, sempre alle prese con acrobatiche quadrature del cerchio.

"La fine della vacanza è ormai prossima e tutti quanti, gentilissimi, mi chiedono perché non mi fermi ancora un po’. Tiro in ballo Robert e i bambini, e aggiungo, ma solo dentro di me, i domestici, il bucato, l’Associazione femminile, la riverniciatura della vasca da bagno e il mio scoperto bancario."

Sfatando ogni mito, non mancano considerazioni piuttosto non convenzionali sulla maternità e l'educazione dei figli

"Micky Thompson è proprio adorabile, sempre allegro, educato, e come se non bastasse in ottima salute. Si scopre però che è orfano, il che non mi sorprende affatto. Spesso ho notato che la mancanza di attenzioni e pressioni genitoriali è un toccasana per la prole.

Spesso mi è capitato di domandarmi se in fondo le madri non siano altro che un errore nello schema del creato, e ora giungo alla conclusione che sì, lo sono."

il tutto contraddistinto con una disarmante sincerità.


Una lettura leggera, leggera, che vola via in pochissimo, ma che sa divertire, insegnando a prendersi un po' meno sul serio e, forse, ad essere meno esigenti con se stesse.

"Perché non vai a dormire? si informa Robert. Perché sto scrivendo il diario, rispondo io. Sempre gentile ma in tono lapidario, Robert mi comunica che secondo lui è una gran perdita di tempo. Mi metto a letto, ma mi attanaglia una domanda: può essere che Robert abbia ragione? Ai posteri l’ardua sentenza. "