A review by nyeran
I profeti by Robert Jones Jr.

5.0

Some people pain is eternal. Some people worship they pain. Don't know who they are without it. Hold on to it like they gon'die if they let it go. I reckon some people want their pain to end, true. But most? It's the thing that make they heart work. And they want you to fell it beat.

♠ Una settimana, tanto ci è voluto al mio cervello per elaborare le sensazioni ricevute da questo libro. E ancora non sono sicura di esserci riuscita perché se penso a questa storia continuo a sentire un mix di disgusto, rabbia, odio. E poi quel poco di speranza e amore che però ti mettono addosso solo ansia perché sai benissimo cosa stai leggendo. Ed è amore e odio per tutti, o quasi. Si salvano in pochi, Maggie, Sarah. Amore perché sai che in fondo non hanno scelta e quando vivi all'inferno è comprensibile voler tentare di migliorare la situazione anche se ciò richiede rovinare la vita di due persone per il bene di tutti gli altri. E' quell'idea secondo cui la salvezza di molti giustifica il dolore di pochi. E' giusto? E' sbagliato? Posso solo dire che una persona non dovrebbe trovarsi a fare una scelta simile, questo è il punto. Loro sono comunque vittime. E allora il fine giustifica i mezzi? Gettarne due ai lupi per proteggere tutti gli altri? Ed è questo l'odio perché ti chiedi veramente se tutto è giustificato per il 'bene superiore'. Si perdona tutto perché l'intenzione era buona? Perchè lo scopo era giusto? O forse visto che siete tutti sulla stessa barca di merda avreste dovuto cercare di salvarvi tutti? O è meglio continuare a ripetersi che lo avete fatto per un buon motivo per aiutarvi a dormire meglio la notte? E magari ti rendi conto che sei diventato come quei Taoubab che odi e disprezzi? Che ti hanno reso come loro? Senza empatia, dei gusci vuoti? Amore e odio. Perché capisci entrambi i lati della medaglia e non riesci ad odiarli o amarli fino in fondo.

✿ Non che non si provi odio ma ovviamente è diretto a coloro che davvero se lo meritano. Poche altre volte – forse mai – mi è successo di desiderare di avere un personaggio in carne ed ossa davanti a me per potergli fare del male vero. È ciò che fa più rabbia è pensare che quelle sono persone realmente esistite, con altri nomi, in un altra piantagione, in un altro stato, ma ci sono state persone così – e fosse per loro continuerebbero ad esserci – e ti sale il disgusto vero perché dov'è il limite? Possiamo davvero giustificare dei comportamenti parandoci dietro al contesto storico? Si, ma non così tanto. Non si può giustificare tutto. Perché non si può giustificare la mancanza di empatia, la mancanza anche di un briciolo di umanità, del senso di vergogna per se stessi, non si possono giustificare atti simili dietro la bandiera sventolante della religione. Che se ci si pensa è la giustificazione più abusata. Tutto va bene se è in nome della religione. Se lo ha detto Dio, un personaggio di fantasia, e se anche non lo ha detto faremo finta di si e distorceremo le sue parole fino ad interpretarle come vogliamo, fino a farle significare ciò che vogliamo noi. Così da rimanere bianchi, puri e nel giusto. Dei Toubab.

♠ Questo libro non è affatto facile da leggere. Non solo per il contenuto ma sopratutto per la prosa. Jones ha una scrittura molto prolissa – a volte decisamente troppo – e si perde in pagine e pagine introspettive dove sembra girare a vuoto e ci vuole un bel po per abituarsi. Il più delle volte, purtroppo, tutte quelle parole sembrano ripetersi all'infinito e sembra quasi un voler allungare capitoli che altrimenti sarebbero stati vuoti. Sopratutto in vari momenti dove la prosa non ti fa capire se ciò che stai leggendo è reale o solo l'immaginazione di chi sta parlando. E non capisci se ciò che vedono è solo una loro visione o c'è veramente un qualcosa di reale. Spesso sono dovuta tornare indietro di qualche pagina e rileggere da capo perché avevo perso il filo del discorso e tutta quella prosa elaborata mi aveva confusa.

Il capitolo Nebuchadnezzar.