A review by dory_a
The Trial by Laura Bates

challenging dark informative mysterious reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? It's complicated
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.0

La squadra di basket del liceo Oak Ridge, accompagnata dalle sue cheerleader, ha appena concluso il tour off season e si appresta quindi a tornare a casa in aereo. Nessuno dei passeggeri può immaginare che di lì a poco l'aereo precipiterà, facendoli rimanere bloccati su un'isola deserta. La maggior parte dei membri del gruppo, nonostante le ferite più o meno gravi subite nell'incidente, riesce a sopravvivere (all'appello mancano solo il coach ed il pilota), ben presto però i ragazzi capiscono che se vogliono continuare a farlo dovranno unire le forze ed impegnarsi nel trovare cibo ed acqua e nel costruirsi un rifugio. Proprio quando le cose sembrano mettersi nel verso giusto però, i ragazzi cominciano ad uno ad uno ad essere improvvisamente presi di mira. Sarà Hayley, l'aspirante giornalista dal gruppo, a prendere in mano la situazione e a cercare di scoprire chi è perché vuole fargli del male...

Tra le premesse che non smetteranno mai di incuriosirmi c'è sicuramente quella per cui, magari in seguito ad un incidente, un gruppo di persone si ritrova bloccato su un'isola (o un territorio) deserto e deve quindi impegnarsi per cercare di sopravvivere in delle condizioni non proprio ottimali. È principalmente per questo che The Trial ha attirato la mia attenzione e devo dire che, per quanto mi riguarda, come storia survival questo libro non mi è affatto dispiaciuto. The Trial però presenta un mix di generi che se combinati bene insieme avrebbero potuto dar vita ad un romanzo non solo avvincente ma anche importante e rilevante; tuttavia, almeno per me, Laura Bates è riuscita a sfruttare solo in parte il grande potenziale di The Trial.

Sarà che ultimamente non ho avuto molta fortuna con il genere survival ma ho trovato The Trial una buona storia di sopravvivenza. Innanzitutto, Laura Bates è riuscita a farmi percepire chiaramente il panico e la paura che caratterizzano una situazione del genere: il terrore di non sapere dove ci si trova, il sospetto nei confronti di un luogo sconosciuto e potenzialmente pericoloso, la consapevolezza di doversi dare da fare per sopravvivere (anche se magari è difficile trovare la forza e la determinazione per farlo), la lenta e dolorosa realizzazione che è così che d'ora in poi potrebbe essere tutta la tua vita dato che non è sicuro che qualcuno riuscirà a trovarti. Inoltre, sebbene il gruppo riesca a trovare delle provviste nell'aereo precipitato, deve comunque scoprire cos'ha l'isola da offrire in termini di acqua e cibo, soprattutto però deve capire al più presto come creare uno o più rifugi che li riparino dalle insidie dell'isola. Insomma, Laura Bates non ci va tanto leggera con i suoi personaggi - com'è giusto che sia in un survival! - e loro devono effettivamente lottare ed impegnarsi per rimanere in vita. La situazione poi si fa ancora più complicata quando i ragazzi, oltre a dover difendersi dall'isola e dai suoi potenziali pericoli, devono iniziare anche a difendersi da chi o cosa vuole fargli del male. Certo, io magari avrei evitato di inserire descrizioni inutilmente lunghe e dettagliate della flora e della fauna dell'isola perché anche se è assolutamente necessario descrivere il paesaggio - una cosa che l'autrice in realtà fa molto bene - non penso che in una situazione del genere una persona noterebbe tutti i minimi particolari di un animale, di un frutto o di una pianta; detto questo, l'aspetto survival di The Trial rimane comunque ben fatto e gestito.

The Trial però è anche un mystery, un genere che entra in gioco quando i ragazzi iniziano ad essere attaccati da qualcosa o qualcuno (uno di loro magari, ma non escludono nemmeno che sull'isola sia presente qualcun altro) ed Hayley, la protagonista, decide di indagare per tentare di scoprire chi è il colpevole. Il mistero è sicuramente ciò che mi ha convinta di meno di questo romanzo: ci sono pochissima tensione e suspense e più che altro si percepiscono soprattutto immediatamente dopo gli attacchi, quando i membri del gruppo sono comprensibilmente spaventati e provati e sospettosi nei confronti dell'isola ma anche di loro stessi perché poi, passato un po' di tempo, è come se i personaggi si dimenticassero di essere in pericolo. L'"indagine" portata avanti da Hayley poi non è per niente appassionante: essendo bloccata su un'isola deserta non c'è molto che può fare ed interrogare gli altri ragazzi le è utile solo fino ad un certo punto dato che non sono molto disposti a confessarsi con lei e sono attenti a nascondere i proprio sbagli e a non far trapelare niente che potrebbe essere considerato sospetto. Difatti, Hayley durante la sua "indagine" non scopre sostanzialmente niente di veramente importante e la risoluzione ci viene offerta verso la fine del libro dal colpevole stesso. A tal proposito, di tutta questa storia - del mistero - ho apprezzato soprattutto proprio la parte finale dato che Laura Bates mette i lettori - ed i personaggi - di fronte ad una situazione veramente interessante e complicata dove non esistono vie d'uscita facili.

Si potrebbe considerare The Trial anche una storia di denuncia: contro il sessismo, la misoginia, la violenza (sia fisica e sessuale che mentale), il victim-blaming che sono ancora all'ordine del giorno nella nostra società. Se il mystery non mi ha fatto particolarmente impazzire, ho invece apprezzato tantissimo come l'autrice ha affrontato questi temi. Nel corso del libro, ci sono alcune osservazioni e discussioni molto potenti su questi argomenti, che spingono il lettore ad aprire gli occhi e a riflettere: non soltanto su quanto faccia ancora schifo la società in cui viviamo ma anche su quanto sia facile diventare complici - magari pure ignari - di chi commette queste violenze. In The Trial, questi temi vengono affrontati sia da un punto di vista generale sia dedicando una particolare attenzione alle violenze - soprattutto agli stupri - che avvengono in ambito scolastico o che comunque coinvolgono due (o più) studenti, prendendo in considerazione quei casi dove l'aggressore è un'atleta eccellente che alcuni non possono fare a meno di proteggere perché sarebbe un vero peccato se un piccolo intoppo come questo - inserire del sarcasmo qui - gli rovinasse la carriera e la vita. Sinceramente però, queste tematiche sarebbero dovute essere messe in primo piano fin dall'inizio e non solo dopo aver superato la metà del romanzo, perché sì, le riflessioni e che conversazioni che i personaggi fanno a riguardo sono ottime, ma sono anche poche.

Insieme ad un mystery molto sottotono, direi che l'altro grande punto dolente di The Trial sono senza dubbio i personaggi, che non vengono mai veramente approfonditi e rimangono quindi banali dall'inizio alla fine; anzi, oserei dire che i personaggi di questo libro sono dei veri e propri stereotipi. Ora, io apprezzo molto quelle storie dove un gruppo di ragazzi (persone) ci viene presentato di proposito come molto stereotipato con lo scopo di sovvertire questi stereotipi e quindi di fare in modo che alla fine i personaggi risultino tutti più sviluppato e complessi, in The Trial però questa evoluzione non avviene mai e i personaggi sono veramente poco memorabili, tanto che basta arrivare alla fine del romanzo e chiuderlo per dimenticarsene già. Ciò purtroppo si applica anche alla protagonista e voce narrante di The Trial, Hayley, che a dispetto di questo "vantaggio" non riesce comunque a distinguersi più di tanto dagli altri, nonostante Laura Bates ci provi a farcela conoscere bene inserendo pure dei flashback che ci riportano a prima dell'incidente e che riguardano non soltanto lei stessa, ma anche la squadra di basket ed i suoi genitori; il problema è che a parte alcuni flashback che sono in un certo senso importanti e/o collegati al mistero, tutti gli altri non aggiungono veramente niente - né alla storia né ad Hayley - ed anzi sono anche molto confusionari dato che l'autrice lascia parecchie cose all'immaginazione del lettore.

Infine, nel romanzo sono presenti vari errori di punteggiatura e di grammatica, senza contare che in un'occasione uno stesso paragrafo viene ripetuto in maniera quasi uguale dopo appena due righe e ammetto di essere rimasta molto sorpresa di trovare questi errori e sviste in The Trial dato che si tratta di un libro pubblicato in maniera tradizionale con una casa editrice anche alquanto rinomata.

So che Laura Bates ha scritto tanti altri libri - più che altro non fiction - dove affronta temi come la misoginia ed il sessismo e dato che sono riuscita ad apprezzare The Trial proprio per come l'autrice ha trattato questi argomenti, sarei molto interessata a recuperare qualche altra sua opera, soprattutto se al centro vengono posti questi temi.