A review by chiara_casoli
La casa degli spiriti by Isabel Allende

5.0

Clara aveva dieci anni quando decise che non valeva la pena di parlare e si chiuse nel mutismo.
Bello, bello, bellissimo, bellissimissimo. La casa degli spiriti è uno di quei libri che non avrei mai voluto finire di leggere, uno di quelli che non riuscirò mai a togliere dai cassetti della memoria, uno dei pochi di cui mi ricordo infiniti dettagli a distanza di anni dalla lettura.
All'inizio sono rimasta stregata da Clara, ma poi è arrivata Blanca... poi era il turno di Alba. E poi, infine, mi sono trovata a meditare sul fascino tenebroso di Esteban Trueba, uno dei personaggi letterari più riusciti che mi vengono in mente.
Quello della Allende è un romanzo familiare che come struttura riecheggia, più visibilmente per alcuni aspetti, come il realismo magico, meno per altri, a Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez, che ho letto poco tempo fa. Potrà sembrare strano, ma mi è piaciuto molto di più La casa degli spiriti, sostanzialmente per il maggiore sviluppo psicologico dei personaggi, la componente assolutamente fantastica del ramo femminile della famiglia, la maggiore drammaticità raccontata attraverso la lotta tra rivoluzionari, militari e golpisti, e infine per lui... sempre lui, Esteban Trueba; uno di quegli uomini che se incontrassi per strada, mi verrebbe una voglia matta di picchiare, tanto riesce a essere odioso. E tuttavia il crescendo di astio che si accumula durante le pagine per la sua persona, accompagnato alla dolcezza del rapporto con la nipote, crea qualcosa di unico, di prezioso ed autentico, che rende il romanzo di esordio della Allende meraviglioso.