A review by merrysociopath
Cielo di sabbia by Joe R. Lansdale

4.0

Ora mi piacerebbe sapere perché le migliori storie che ho letto e che hanno protagonisti dei ragazzi sono scritte da autori famosi per i loro romanzi pieni di sangue e budella sparpagliate sul pavimento. Una è "Il corpo", scritta da Stephen King poco meno di trent'anni fa, che ancora considero una delle migliori novelle di sempre. E ora c'è Joe R. Lansdale con questo "Cielo di sabbia".

Un romanzo di passaggio e maturazione, tra l'altro del genere che preferisco, quell'on the road in cui non è tanto importante la destinazione, ma quello che succede durante il viaggio. Così Jack, Jane e Tony, la cui età non è mai precisata, ma suppongo siano più grandi di Harry Potter in "La pietra filosofale" e più piccoli di Harry Potter in "I doni della morte" si imbattono in un vasto campionario di esseri umani, e c'è chi offrirà loro una mano amica, e chi invece li ingannerà o anche peggio. Il bello è che tu lettore non sai mai cosa aspettarti.

Il tutto nella grande cornice dell'America della Grande Depressione, che ha colpito la popolazione non solo finanziariamente ma anche nel morale.

Ultima nota sulla traduzione. Spesso le versioni italiane dei romanzi di Lansdale curati da Einaudi fanno davvero pena. La traduzione di Luca Conti non è disastrosa come quelle di Stefano Curton, Costanza Prinetti e, soprattutto, Vittorio Curtoni, ma mi sono ritrovato in due punti a non sapere se ridere o piangere. Intanto dubito che un ragazzino dell'Oklahoma sappia cosa sia la polenta, e che pentanto usi l'intercalare "Santa polenta!". E poi "Pisquano". Perchè usare la parola pisquano? Perché allora non pirletta? Ogni romanzo è più esasperante del precedente, sotto questo punto di vista.

A parte questo, Cielo di sabbia è un buon libro, forse non il migliore di Lansdale, ma comunque è dotato di una bella storia vivida, fresca e divertente. Sì, Lansdale poteva usare un po' meno il deus ex machina, ma posso passarci sopra perché, alla fin fine, si tratta di una favola.