A review by silviagiuli
Finché il caffè è caldo by Toshikazu Kawaguchi

3.0

3,5

Volendo fare un paragone leggermente forzato, "Finché il caffè è caldo" sembra la variante letteraria della serie tv "Midnight Diner". In ambedue si accavallano le vicende degli avventori di un piccolo punto di ristoro (un Caffè nel primo e una locanda notturna nel secondo), il quale diviene esso stesso sia palcoscenico sia protagonista dell'intera narrazione. Le somiglianze vengono meno quando si prende in considerazione l'elemento magico che troviamo nel romanzo di Kawaguchi (vale a dire i viaggi nel tempo più regolamentati del cronòtopo), espediente narrativo che rende una storia ai limiti del banale un racconto particolarmente gustoso, sebbene non privo di difetti.
Trovo che i giapponesi abbiano un tipo di sensibilità un po' speciale, un po' poetica, che si rifà al quotidiano, alle piccole cose, ai piccoli gesti, e proprio per questo esplode nel suo potenziale comunicativo e non può fare a meno di arrivare dritta al cuore. Si parla d'amore, certo, ma con una voce diversa da quella cui siamo abituati, più riflessiva, più naturale, e tutto diventa automaticamente più vivido, più toccante.
Insomma, è commovente, è dolcissimo, vede al suo interno uno dei colpi di scena meno riusciti nella storia dei colpi di scena (lo si vede arrivare quasi subito), ci sono un paio di frasi al limiti del sessismo (stiamo pur sempre parlando del Giappone), e ci sono storie che strizzano sfacciatamente l'occhio al melodramma puro, ma se siete degli inguaribili romantici vale la pena dargli una chance.