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eustachio 's review for:

The Ersatz Elevator by Lemony Snicket
4.0

Quattordici anni e quasi un mese fa mi regalarono L'ascensore ansiogeno. Le macchie di umidità assenti in quasi tutti gli altri libri della serie e le molliche che ho ritrovato tra le pagine rivelano non solo come sia il primo che ho avuto, ma anche come sia quello che ho riletto e vissuto più di tutti. Grazie a questo libro, per dire, a dodici anni sapevo parole come "sodale", "pseudo", "xenofobia" e "cul-de-sac" e le sfoggiavo con una supponenza che neanche Klaus Baudelaire.
Rileggerlo dopo anni ha significato ridimensionare i luoghi e i momenti che con le mie ossessive riletture da bambino avevano raggiunto dimensioni epocali: Dark Avenue nel buio totale, il gigantesco attico degli Squalor, i su e giù sullo pseudo-ascensore e l'asta finale non sono che un frettoloso punto di passaggio in una saga che volendo si potrebbe (ri)leggere in meno di due settimane.

The Ersatz Elevator non è comunque il peggiore dei tredici, tutt'altro. Esmé e Jerome Squalor, omaggio a un racconto di e allo stesso Salinger, sono una coppia bellissima: lei, ossessionata da tutto ciò che è in, e lui, incapace di discutere per qualunque cosa, sono forse rispettivamente la seconda miglior cattiva e il secondo miglior adulto buono a nulla di tutta la serie.
Olaf architetta un piano inutilmente complicato, ma dato che rimane ai margini della storia immagino non sia così evidente. Anche in questo caso il suo travestimento gioca su un tabù sociale e i Baudelaire fanno la figura degli xenofobi, mentre per il resto continuano a compiere prodigi ai confini della realtà e a rifiutare le informazioni sul V.F.D. quando gli vengono servite su un piatto d'argento. In compenso qualche piccolo dettaglio interessante viene buttato lì e anche se non venisse notato c'è sempre il più grande premio per gli amanti della circolarità: il ritorno nella città natale.

Ecco alcune chicche scoperte con la rilettura in inglese:
- Salendo le scale i Baudelaire sentono una donna dire "Let them eat cake" (in italiano "Così imparano"), il che riapre il dibattito sull'origine del "cakesniffer" del libro precedente, per non parlare della possibilità che fosse proprio la madre di Carmelita la donna in quell'appartamento;
- L'ospedale in cui Sunny è nata è il Pincus Hospital, il cui nome viene dall'inventore della pillola anticoncezionale;
- L'espressione "mixed bag" non è un'invenzione di Lemony come per forza di cose fa pensare la traduzione italiana, e mi chiedo se sarebbe valsa la pena cercare qualcosa di simile in italiano rinunciando all'immagine per me molto memorabile di una busta di plastica dentro un'insalatiera;
- Il settimo capitolo si apre con un discorso sulle idiosincrasie, parola che si sarebbe sicuramente aggiunta al mio lessico pretenzioso di dodicenne se in italiano non l'avessero cambiata con costumanze;
- L'"ersatz" inglese ricorre molto più spesso dello "pseudo" italiano, che alla fine viene sostituito con "falso";
- Mi sembra che Sunny cominci a dire più parole di senso compiuto, ma a saltare all'occhio sono "Armani", "Geronimo" e uno "Yikes" lasciato invariato in italiano;
- In traduzione si perde inevitabilmente il gioco di parole tra "shorthanded" (essere impreparati) e "longhanded" (neologismo per indicare l'opposto che calza a pennello con gli attizzatoi che i Baudelaire hanno in mano).
Spoiler- Nell'undicesimo capitolo i Baudelaire si trovano di fronte la porta vincitrice del Door Prize, una situazione che richiama da vicino il finale del settimo episodio del telefilm;
- Il primo depistante V.F.D. di una lunga serie è Very Fancy Doilies, in italiano Veline Fantasia;
- I Baudelaire pensano che i Quagmire siano dentro il lotto V.F.D., ma in realtà si trovano dentro la gigantesca statua di un'aringa rossa. Aringa rossa in inglese è "red herring", espressione che significa falsa pista;
- Il libro in cui si capisce che Beatrice è la madre dei Baudelaire direi che è questo, per la precisione nel momento in cui Esmé rivela agli orfani perché ha interesse nella loro fortuna nonostante sia già di suo ricchissima: "I want to steal from you the way Beatrice stole from me". Mettendo insieme i pezzi, è possibile intuire che anche Beatrice era un'attrice.