A review by tizianabooks
I Giardini della Luna by Steven Erikson

5.0

Con un colpo di mano Laseen è la nuova imperatrice dell’Impero Malazan – e sotto di lei, la magia e la nobiltà non se la passano benissimo.
Ma soprattutto, sotto di lei, l’Impero continua a crescere e a conquistare territori, e noi entriamo nel vivo della storia de I giardini della luna, proprio con l’assedio e la conquista di Pale da parte dell’esercito Malazan.

Il fatto è che tra le forze in gioco, molto mondane di quelle che ti aspetteresti in una guerra di conquista, c’è anche altro.
Delle divinità hanno iniziato ad interessarsi alle mosse dell’Impero Malazan – forze antiche che non ragionano come gli umani ma che parrebbero avere interessi specifici in questo quadrante di gioco, per motivi che non sono per forza chiari dall’inizio.

***


Partiamo con ciò che credo sia ovvio.
I giardini della luna di Steven Erikson mi è piaciuto, mi è piaciuto parecchio e ha soffiato sulle braci della mia passione per i fantasy.
Sapete bene, se mi seguite, che da un po’ di tempo a questa parte i fantasy hanno iniziato a deludermi, principalmente perché – credo – il mercato è invaso da prodotti che secondo me non avrebbero mai dovuto vedere la luce per tutta una serie di motivi.

Trame stupide, sempliciotte, già viste milioni di volte...tutte cose che NON descrivono I giardini della Luna, grazie al cielo.

Questo non è un libro facile, non è un libro di cui si può dire “è scorrevole” perché è impegnativo. Richiede al lettore uno sforzo nel cercare di capire cosa stia accadendo, perché tra le mille forze in gioco molte di queste si muovono ai lati della visuale: senti che qualcosa sta accadendo, che delle pedine sono state mosse, ma non riesci a capire subito come o soprattutto perché.

Questo libro è una gigantesca partita a scacchi tra svariati schieramenti, ognuno con i propri motivi e i propri obiettivi, ed è fantastico per questo; non tratta te lettore come uno scemo, anzi, richiede la tua intelligenza.
E la richiede dandoti comunque qualcosa in cambio perché il lavoro alle spalle di questo libro è titanico e si percepisce.

Non parlo solo di complotti, intrighi e linee narrative che si intrecciano senza mai una forzatura, ma anche di worldbuilding, che parte dalle corporazioni presenti in una città che sta per essere assediata, e arriva ai limiti della magia usata da maghi e stregoni, passando poi per costruzioni di eserciti, altre razze oltre quella umana...insomma, c’è un mondo ed è creato benissimo.

Ora, prima ho parlato di divinità in gioco. E questo potrebbe far tremare molti perché di solito si parla di dei e si arriva sempre ai deus ex machina e altri espedienti narrativi che francamente anche basta.
Credetemi quando vi dico che, fortunatamente, non è questo il caso.
Ovviamente una divinità ha facoltà particolari che un mortale non potrebbe avere, ma o ci sono dei limiti che ancora noi lettori non abbiamo potuto vedere, o alla fine questi dei giocano ma lo fanno fino ad un certo punto – perché la loro presenza sul tavolo da gioco si sente, ma non è una presenza che distrugge tutti gli sforzi dei mortali, anzi.
In un paio di occasioni dei mortali fanno fessi gli dei.
E l’ho trovato molto carino.

Non ho amato al 100% le scene di combattimento, unico neo per quanto mi riguarda… però non sono così numerose o così invasive da andare a intaccare il giudizio complessivo.