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drmaernardi 's review for:

Ghost World by Daniel Clowes
4.0

Voglio cogliere l'occasione di questa review per parlare di qualcosa che mi sta a cuore. E dato che sto recensendo Ghost World e i miei fili logici hanno sempre molto senso inizierò da Il Grande Gatsby.

Ho letto Gatsby qualche mese fa, e l'ho odiato, ma proprio tanto, non mi sono piaciuti i personaggi, che sono un mucchio di ricchi estraniati dalla realtà, non mi è piaciuta la scrittura (è venuto fuori che la voglia di riporlo era talmente forte da non farmi soffermare su nessuna metafora o tratto non chiaramente scritto), non mi è piaciuto praticamente nulla. Poi un "amico" (virgolettato perché questo amico non sa che esisto, avendolo sentito da una recensione su YouTube) mi ha detto una cosa, e su quella cosa ho riflettuto, e dopo averci riflettuto mi sono sentito un idiota per non averla mai realizzata prima, perché ora mi sembra così scontata e anzi, quasi necessaria. Quella cosa era "forse il punto del libro era di non farti piacere i personaggi". BOOM! Non devo amare i personaggi per trarne qualcosa?! Ma stiamo scherzando? Io ho sempre letto per immedesimarmi, per potermi sentire l'eroe, per potermi elevare da sfigato 24enne a figura importante, e ora viene fuori che non è così? Ebbene sembra non essere così, o perlomeno sembra che amare i protagonisti non sia un requisito per amare il libro. Come leggere non-fiction non richiede il 100% della comprensione per poterne trarre qualcosa (se si impara anche solo 1/5 del contenuto di un libro impegnativo avremo una base per costruirci su, e magari tornare al libro stesso e colmare il divario), anche leggere fiction non richiede frivolezze adolescenziali come tifare per i protagonisti.

Tornando a Ghost World credo l'esempio calzi a pennello, avessi letto questa novel 10 anni fa probabilmente mi sarei riconosciuto in Enid e avrei cercato di comportarmi più come lei, ad oggi noto questo comportamento e ne traggo tanto. La loro crudeltà e finto snobismo mi fa ridere e riflettere al contempo, perché nasce dall'insoddisfazione, dal sentirsi fuori luogo e dal non essere mai abbastanza che mi ha sempre caratterizzato, soprattutto durante l'adolescenza. I loro dialoghi sono figli di una società che tende ad alienare, più che includere. E per questo posso dire che Ghost World l'ho adorato, è tutto ciò che ho sempre voluto essere per sentirmi qualcuno da teenager: cinico, crudele, a tratti volgare, enfatizzando l'apparenza, ma arrabbiandomi se qualcuno lo notasse. Solo per rendermi conto che era solo una fase, e che ero speciale anch'io, come chiunque altro.

Probabilmente la maggior parte delle persone che leggeranno questa recensione penseranno a questo idiota che ha realizzato un fondamentale della lettura di piacere così tardi, ma se c'è qualcuno a cui nessuno ha mai rivelato questa piccola gemma, o che non c'è arrivato prima da solo, eccola qua, spero possa esservi utile e possa aprirvi gli orizzonti. Non tutto deve piacerci per esserci utile.