A review by ileniazodiaco
L'arte della guerra zombi by Aleksandar Hemon

3.0

Joshua Levin è un bambinone mai cresciuto, frustrato dall’impossibilità di realizzare il sogno di diventare uno sceneggiatore, anche se ha appena attraversato la soglia dei trenta si sente sull’orlo del fallimento e scorrazza per tutta Chicago alla ricerca di sentimenti più alti della sua ricerca incessante di sesso facile.

Un protagonista così vittimista e piagnucoloso, deprecabile e fastidioso al livello dei personaggi di Jonathan Franzen, non poteva che infilarsi – per colpa sua principalmente – in un vespaio (con sommo godimento del lettore che assiste allo scatafascio). Hemon si diverte quindi a ricreare scene esilaranti che riflettono il profondo disagio emotivo e l’ansia sociale di Joshua, ma soprattutto la sua assoluta incapacità di comprendere emotivamente gli altri. A suo modo, questa storia gli servirà per farlo crescere, o almeno soffrire. È vero, tutti possiamo rispecchiarci nell’immaturità di Joshua, tanto più che certe situazioni ricordano vagamente la spassosa genuinità di Zerocalcare. Se non fosse che Joshua è molto più ossessionato dal sesso (pesantemente influenzato da Philip Roth, che viene anche citato) ed è così assorbito dai suoi stupidissimi problemi da:

- oggettificare qualsiasi donna gli capiti a tiro, appiattendo qualsiasi personalità femminile a una maggiore o minore procacità e disponibilità sessuale
- non rendersi conto di essere patetico e che i suoi problemi insignificanti sono nulla in confronto a quelli della comunità di immigrati bosniaci che frequenta.

In fuga dalla guerra, i bosniaci hanno una filosofia completamente opposta a quella dell’americanissimo Joshua: molto più pragmatica, rischiosa ed efficace. Ed è qui che il demenziale incontra il politico. Lo scontro culturale rende Joshua il vero straniero, la persona incapace di parlar chiaro e di farsi comprendere. Ancora più paradossale il fatto che faccia il professore di lingua inglese e insegni proprio ai bosniaci la lingua per integrarsi.

Irriverente e un filo provocatorio, Hemon riesce a colpire l’America post 11 Settembre con una storia arguta e scorrevolissima ma forse andava letto a suo tempo (non vi dico da quanto tempo giace nella mia libreria) perché di manic pixie dream girl e Scott Pilgrim ne abbiamo già letti e visti troppi.