A review by dennyb1
Città in fiamme by Don Winslow

3.0

Don Winslow ha scritto il suo ‘Il padrino’?
Purtroppo no.
D’altronde il romanzo di Mario Puzo (e ancora di più il capolavoro di F. F. Coppola) per quel che concerne l’immaginario collettivo sulla vita mafiosa, i suoi stilemi, regole e frasi, è inarrivabile e lo sarà per secoli.
Città in fiamme non prova ad andare oltre quel tipo di immaginario, forse perché ormai I Soprano hanno detto già tutto quello che si poteva mai dire sull’argomento: l’autore sa benissimo che le storie di mafia sono tragedia greca (basti pensare a Il padrino parte II e alla tragicità del bacio tra Michael-Fredo) e infatti questo è il primo libro di una trilogia si ispira nientemeno che all’Iliade. Danny Ryan è una sorta di Ulisse/Michael Corleone e spetterà a lui ricostruire la famiglia e trovare un luogo da chiamare casa dopo che il suo, di luogo natio, è stato distrutto da una guerra sanguinaria contro gli italiani (i fratelli Moretti). Una miriade di personaggi (troppo stereotipati e/o banalotti) affolla le pagine, che scorrono veloci, persino troppo, immersi in una vicenda che non riesce mai a essere davvero appassionante.

Insomma, se quel capolavoro de Il potere del cane (dello stesso autore) è un fuoco d’artificio e le flebili scie che cadono dal cielo sulla terra sono i suoi imitatori, Città in fiamme è una di quelle scie che partono da un fuoco d’artificio esploso cinquant’anni fa e che non si è ancora spento (Il padrino).