A review by aleamo99
Il conte di Montecristo by Alexandre Dumas

adventurous challenging emotional hopeful inspiring mysterious fast-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Non c’è molto da dire: è il mio romanzo preferito insieme a "I fratelli Karamazov". Non ha età ed è fuori da ogni facile categorizzazione. Parla del senso di (una, è importantissimo) vita e della dolorosa mancanza degli altri. Parla di ferite che nemmeno la più alta redenzione può curare. Parla della più pura filantropia e della più atarassica misantropia. E' un diamante, ma è accessibile a tutti: è come se fosse una lingua universale, una musica soave. Un diamante che ho coccolato e mi ha coccolato per un mese.

I lettori generalmente considerano questo racconto come una storia di vendetta. E lo è, ma c'è qualcosa di più profondo. Non sono una persona religiosa, ma per me questo libro ti fa interrogare sull'esistenza di Dio. Edmond Dantès è senza difetti, una persona veramente buona, e la sua vita è rovinata perché a) gli altri lo invidiano e b) è vittima di una sfortunata coincidenza. Anche quando scappa di prigione e trova un tesoro monumentale passano ANNI prima che trovi la pace (e non penso che trovi mai la sua felicità, come molte persone che ipotecano la propria felicità futura a causa di un passato tormentato). 

Le domande che pone sono: perché le persone buone sono così spesso punite da orribili tragedie, mentre le persone veramente cattive riescono così spesso a "galleggiare" nella vita con tutti i premi che questo mondo può conferire? Altra domanda: Dantès passa gran parte della sua vita dopo la prigione cercando le persone che lo hanno gettato nell'oblio, non per vendetta, ma per punirle. Crede di essere l'angelo di Dio e che sia stato liberato dalla prigione per fare la volontà di Dio punendo questi uomini malvagi. Ma procedendo nella sua ricerca, inizia a interrogarsi se un uomo possa effettivamente essere l'angelo di Dio, se sia un segno di mania o persino di pazzia pensare di poter conoscere la volontà di Dio.

Alla fine, il male è punito ed è tutto causa delle azioni che Dantès mette in moto. Il Conte tuttavia non sarà mai in grado di sapere di essere solo un altro uomo che cerca di rovinare gli altri uomini, o se è in realtà lui stesso l'angelo di Dio. La risposta è semplice: nessuno di noi è l'angelo di Dio. Tutto ciò che possiamo fare è cercare di vivere la migliore vita possibile e non decidere chi merita di essere punito o persino rovinato.