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Gli invisibili by Pajtim Statovci
3.0

"La solitudine ti strappa dalla pelle, ti taglia la lingua e ti lascia poco a poco svaporare all'interno di una stanza chiusa."

Racconta la vita di Arsim, ragazzo albanese e Miloš, ragazzo serbo. Sono studenti dell'università a Pristina, in Kosovo, a metà degli anni Novanta. Si incontrano, per caso, in un bar e subito è amore a prima vista. Intraprenderanno una relazione clandestina fatta di dolcezza ma anche di una passione erotica selvaggia. A causa della loro cultura che rifiuta le relazioni tra uomini, per la nazionalità dei due, albanese e serbo, che dovrebbe definirli "rivali" e del matrimonio combinato di Arsim con Ajshe, voluto dai genitori, dovranno abbandonare i loro sogni. Matrimonio che anche dal punto di vista di Ajshe è soltanto una convenzione, poiché capisce che Arsim la sta tradendo, (pensa con un'altra donna) ma non né sembra particolarmente risentita come dovrebbe essere una persona innamorata che viene tradita.

La guerra comunque contribuisce a separare i loro destini: Arsim partirà con la famiglia, Miloš si arruolerà come medico. Il destino che la vita riserva loro, sarà crudele, infatti, Arsim diventerà un padre e un marito violento e non solo, mentre Miloš, assistendo agli orrori della guerra, cadrà in un profondo stato di oblio.

La scrittura è molto semplice e quasi "visiva", ci fa immergere completamente nella storia. La narrazione si divide fra il racconto chiaro e dettagliato del presente di Arsim, un personaggio complesso che vedrà crollare tutte le sue certezze con una certa "nonchalance" come se lui non le stesse vivendo realmente ma semplicemente le guardasse da fuori e le pagine del taccuino di Miloš, crude, violente e frammentate, che in qualche occasione ho accomunato alle storie che inventava Arsim.

Questo libro non mi ha convinta molto, perciò sono curiosa di leggere "Le transizioni" dello stesso autore, di cui ho sentito parlare molto bene, per cercare di capire meglio la penna dell'autore.

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