A review by beesp
La notte si avvicina by Loredana Lipperini

4.0

[3.5]
Mi so’ scritta una recensione de “La notte si avvicina” su Facebook prima che qui e mi è venuto un cringe nei confronti di come scrivo e di quello che ho da dire, dunque sarò breve e indolore.
Volevo solo innanzitutto notare come certe cose arrivino nella mia vita ‘accompagnate’: per esempio “King” di Florence and the Machine e “La notte si avvicina”. Per esempio, i ruoli femminili rotti e guasti, il senso di inadeguatezza.
La comunità chiusa, egoista, cattiva che Saretta ha contribuito a creare ne “La notte si avvicina” ricorda da vicino l’Italia dei nostri anni, la paura e il disgusto dello straniero, da eliminare e usare come Caprio espiatorio. La peste è la peste, ma la peste è anche l’autoritarismo, le derive dittatoriali, la perdita di libertà che se ne va emergenza dopo emergenza (reale o percepita che sia).
C’è sempre una Saretta che sa meglio, che conosce i rimedi giusti, che può togliere ogni preoccupazione a quelli che governa, che così possano finalmente star tranquilli a rilassarsi e distrarsi.
Ma una comunità così deve potersi contare, deve soprattutto potersi riconoscere in abitudini, cultura, affari che siano simili e compatibili; ciò che è diverso non è ammissibile, deve essere allontanato, produce un cambiamento, uno scardinamento, e in men che non si dica la comunità non è più quella di prima, non ci si riconosce più, cambiano poi le abitudini e i gusti.
E poi c’è la pandemia. Il miasma. La contaminazione. La terra si avvelena ed emana vapori mortiferi, che poi ricadono sulla terra, e tutti ne vengono appestati. È la terra che è guasta, che si spacca.
E poi ci sono gli dèi e le dee, invidiosi della morte (e leggete pure Dialoghi con Leucò di Pavese, già che ci siete), invidiosi della vita umana, che ha una fine, e per questo ha tutto il resto, che loro s’inventano, oppure lo osservano dai loro alti seggi. E la vita così, per i greci, deve essere stata già dramma, sarà stato più facile allora inventarsi il teatro e la filosofia, a pensare di essere oggetto di spettatori voyeuristici un po’ troppo invadenti.
Ma comunque ci sono gli dèi e le dee dall’alto, e poi ci sono le dee della terra, le streghe e le dee che le proteggono, che sanno come usare la terra, come fare il male e il bene, ma se dovessi stabilire qual è il bene e qual è il male, la colpa la punizione o la vendetta, se è il bene la pestilenza o no, non sapresti dirlo, perché sulla terra ogni cosa è mischiata e la prospettiva umana si riduce a quel punto focale in cui tutte le linee si congiungono (e tutto ciò che è intorno è sfocato e sbiadito).
E questo libro racconta di tutto questo, e dei nostri tempi, e dei nuovi che si preparano mentre ci contiamo e ci raccontiamo e non sappiamo dove andremo.

L’appello rimane lo stesso per Goodreads e Facebook: leggete Loredana Lipperini.