A review by bookblaster
Yellowface by R.F. Kuang

4.0

Molto lontano da Babel che ho trovato fin troppo didattico, Yellowface tira fuori le p***e di Kuang.

Quando parliamo di female rage credo che dovremmo tenere conto di questo libro: Kuang denuda completamente il mondo dell’editoria e di come mette uno contro l’altro gli scrittori, li spreme per portare sul tavolo la diversità edulcorata di cui ha bisogno e li ingabbia negli stereotipi che fanno vendere come delle scimmie che suonano piatti.
Insomma, il modo in cui viene selezionato il prossimo bestseller prima ancora di essere pubblicato ricorda la scelta del cavallo vincente su cui puntare i soldi.

La cosa mi lascia perplessa è che non vedo una vera risposta di Kuang alla domanda: chi ha il diritto di narrare una storia? Se all’inizio Juniper (ok che ha rubato un manoscritto) mostra come a tratti sia più informata sull’argomento della stessa comunità coinvolta (o almeno così vuol far sembrare), poi rivela una natura vampira che si vuole nutrire di quella cultura che non le appartiene. Dall’altra parte, Athena non è una santa: ruba storie ovunque e, per quanto sembri passarla liscia, è comunque rigettata dalla sua stessa comunità perché la rappresenta appieno o nel modo corretto.
Non credo ci siano dubbi che in questo caso si tratti di appropriazione culturale (spinta anche dalla casa editrice per vendere), ma, tralasciando il personaggio atroce di Juniper, è una domanda che ha senso porsi.