A review by dory_a
La canzone di Achille by Madeline Miller

dark emotional sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? It's complicated
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

Patroclo ha solo dieci anni quando, dopo aver ucciso per sbaglio il figlio di un nobile, viene esiliato a Ftia dal re di Opunte, suo padre Menezio. A Ftia la vita di Patroclo, ora spogliato del suo titolo di principe, non è così diversa da com'era ad Opunte: Patroclo continua a non saper combattere e non riesce a distinguersi nemmeno in altri campi a differenza di tutti gli altri ragazzi che mantengono le loro distanze da Patroclo, quasi come se lui fosse invisibile. Per questo, Patroclo non può fare a meno di rimanere sorpreso quanto proprio Achille - il figlio del re di Ftia - decide non solo di offrigli la sua amicizia ma anche di sceglierlo come suo compagno d'armi. Nel corso degli anni, Achille e Patroclo diventano praticamente inseparabili e per quest'ultimo risulterà sempre più difficile nascondere ciò che prova veramente per Achille...

Da quando ho iniziato a leggere (parecchi anni fa ormai), La canzone di Achille è uno di quei (pochi) libri la cui fama non è mai diminuita (anzi, ad un certo punto, è addirittura aumentata): nonostante siano passati più di dieci anni dalla sua uscita, i vecchi lettori continuano ad elogiarlo a destra e a manca, allo stesso tempo il romanzo continua a conquistare anno dopo anno nuovi lettori. Per quanto mi riguarda, se ho deciso di leggerlo è stato sia per l'hype - chi non è interessato a scoprire come mai un libro è amato così tanto? - sia ovviamente perché mi affascinano tantissimo la mitologia e le figure greche e volevo in qualche modo ampliare la mia conoscenza a riguardo dato che si limita ai libri dedicati a Percy Jackson e ad alcuni film visti pure di sfuggita. Comunque, a me La canzone di Achille è piaciuto veramente tanto e merita senza dubbio tutta la sua fama, ammetto però che non è riuscito a colpirmi (e a commuovermi) come mi aspettavo.

Banalamente, si potrebbe descrivere la La canzone di Achille come una storia d'amore tra questi due ragazzi che da sconosciuti diventano pian piano amici fino a quando non iniziano entrambi a provare qualcosa di più l'uno per l'altro. Tra loro sboccia quindi un amore incredibilmente forte ed intenso, un amore in grado di durare nel tempo, di andare oltre le difficoltà ed i pregiudizi, un amore capace di far compiere azioni inimmaginabili per il bene dell'altro, un amore magari pure accecante che spinge chi lo prova a rifiutarsi di vivere in un mondo senza la persona amata ma che poi riesce a resistere anche alla morte e ad andare addirittura oltre essa. Insomma, si tratta di una storia d'amore che in effetti tanto banale non è ed infatti La canzone di Achille non ha veramente nulla di banale.

Non sono banali le due persone che vivono questa storia d'amore: i famosissimi Patroclo ed Achille che in questo romanzo ci vengono presentati in una veste vecchia ma allo stesso tempo nuova, perché Madeline Miller si è sì ispirata e ha ripreso le opere in cui appaiono ma ci ha ovviamente anche messo del suo nel raccontare questi personaggi, le loro storie ed il loro rapporto. La banalità non caratterizza nemmeno il contesto e l'ambientazione nel quale si muovono Patroclo ed Achille né tutti gli altri personaggi da cui sono circondati: ci troviamo ovviamente nell'antica Grecia e, nel corso de La canzone di Achille, la storia dei due tragici amanti finisce per intrecciarsi con quella di tante altre persone, da eroi, a semidei, a divinità, a figure mitologiche. Nel romanzo infatti trovano spazio tanti racconti e miti che, di nuovo, Madeline Miller in parte ha ripreso e in parte ha re-immaginato, fornendo ai lettori la sua interpretazione. Naturalmente poi, una buona parte del libro è dedicata alla celebre e lunghissima guerra di Troia che viene narrata in alcuni testi greci altrettanto famosi.

Non sono decisamente banali lo stile ed il modo di narrare di Madeline Miller, due dei motivi per cui ho apprezzato così tanto La canzone di Achille. Lo stile dell'autrice è davvero bellissimo, senza contare che non risulta carente da nessun punto di vista: Madeline Miller è bravissima a raccontare i pensieri e i sentimenti dei personaggi, talmente tanto da diventare quasi i pensieri ed i sentimenti del lettore, ma anche a descrivere in maniera vivida il contesto ed il luogo in cui si trova e riesce a destreggiarsi bene sia nei momenti "tranquilli" (quando, per esempio, una scena prevede che due personaggi parlino e/o si confrontino solo) sia in quelli d'azione e/o di guerra. La canzone di Achille rientra in un genere che non leggo spesso e non sapendo, da un certo punto di vista, che cosa aspettarmi esattamente, ero assolutamente convinta che durante la lettura mi sarei annoiata almeno un paio di volte (in particolare, temevo la lunga parte dedicata alla guerra di Troia); sono quindi rimasta molto sorpresa quando a fine romanzo mi sono resa conto non solo di non essermi mai annoiata ma di aver trovato addirittura interessanti quelle parti che mi intimorivano. Tutto merito della bravura di Madeline Miller, che sa decisamente il fatto suo: sa quando essere descrittiva (quando quindi esagerare con le descrizioni del paesaggio per esempio), quando invece è più importante dare spazio ai sentimenti e alle emozioni dei personaggi, sa quando è necessario soffermarsi su una determinata scena e/o un determinato particolare ma anche quando è più opportuno farci solo un piccolo riassunto degli eventi e/o del tempo che passa oppure quando è abbastanza menzionare qualcosa solo di sfuggita. Insomma, se non si fosse capito, Madeline Miller mi ha proprio conquistata con il suo stile.

Devo essere sincera: insieme allo stile, ad avermi piacevolmente sorpresa de La canzone di Achille non è stato tanto la storia d'amore (che comunque ho apprezzato!) ma i personaggi, in particolare Patroclo che, sul serio, non credevo avrei adorato così tanto! Innanzitutto, credo che se questa storia fosse stata raccontata da qualsiasi altro personaggio (a parte forse un paio) non avrebbe avuto un tale impatto su di me: in un mondo popolato da eroi, dei e semidei arroganti, orgogliosi ed avventati, Patroclo un mortale e - dopo l'esilio - una persona come un'altra, ci offre una prospettiva prettamente "umana" e mortale e quindi decisamente più vicina e più accessibile ai lettori. Patroclo è un personaggio gentile e tranquillo, che non permette a niente e a nessuno di indurirlo: né a suo padre, con tutta la sua disapprovazione e delusione nei confronti di un figlio che non si avvicina nemmeno un po' al figlio che voleva e che si aspettava, né alle tante difficoltà che dovrà affrontare nel corso della vita né tantomeno alla lunga guerra di Troia a cui parteciperà; a proposito proprio della guerra, Patroclo, a differenza della maggior parte dei personaggi, non la vede assolutamente come un motivo di gloria né considera le vittorie un motivo per festeggiare, troppo impegnato a pensare invece a tutte le vite che a causa di questa guerra verranno perse ed infatti lui piuttosto che combattere preferisce di gran lunga curare. Inoltre, non si fa problemi a condannare le atrocità commesse dai greci in nome della guerra (ma non solo) né a richiamare Achille quando quest'ultimo sta nel torto. Insomma, il vostro pensiero non potrà che andare a Patroclo quando l'ennesima profezia chiamerà in causa Spoiler"il migliore degli uomini, il migliore dei Mirmidoni". Per quanto riguarda Achille invece, Madeline Miller ha deciso di non spogliarlo di quegli aspetti che, nel bene ma soprattutto nel male, rendono Achille, Achille e secondo me ha fatto bene: Achille rimane comunque un semidio e "il migliore dei greci" e quindi è anche normale che assuma determinati atteggiamenti e che abbia determinate idee non proprio apprezzabili. Grazie all'impiego del punto di vista di Patroclo però, l'autrice ha la possibilità di mostrarci Achille sotto una luce diversa, decisamente migliore, ponendo l'attenzione sulle sue virtù e sugli atti effettivamente "eroici" e buoni computi all'eroe greco. Detto questo, secondo me il limite de La canzone di Achille - almeno secondo la mia umilissima opinione - è proprio la mancanza del punto di vista di Achille. Ci tengo a ribadire che, anche senza la sua prospettiva, Madeline Miller è riuscita senza dubbio a costruire un personaggio complesso ed anche i suoi comportamenti meno comprensibili - per cui nemmeno l'autrice ci offre un motivo e/o una spiegazione chiari - possono essere semplicemente ricondotti al suo orgoglio, sono però convinta che se oltre al punto di vista di Patroclo ci fosse stato anche quello di Achille, il libro mi sarebbe sembrato più completo e chissà, magari mi avrebbe colpito tanto quanto mi aspettavo che facesse. In realtà, a voler essere precisi precisi, un breve paragrafo dalla prospettiva di Achille ne La canzone di Achille c'è, sinceramente però l'ho trovato non solo inutile dato che non aggiunge assolutamente nulla, né al suo personaggio né alla storia né al momento in sé, ma anche fuori luogo. I personaggi secondari presenti ne La canzone di Achille sono davvero tanti, ovviamente, tra questi comunque devo assolutamente menzionarne due ovvero Chirone e Briseide che sono riusciti a farsi apprezzare tantissimo pur avendo un ruolo decisamente minore rispetto a quello di Patroclo ed Achille!

Madeline Miller, dopo La canzone di Achille, ha scritto un solo altro romanzo (almeno per il momento) ispirato sempre alla mitologia greca ma dedicato ad un personaggio completamento diverso: si tratta di Circe, un romanzo che voglio assolutamente recuperare dato che ho adorato lo stile dell'autrice e sono molto curiosa di scoprire la storia di questa figura mitologica di cui so poco e niente!