A review by insomniacsun
The Wolf and the Woodsman by Ava Reid

adventurous dark fast-paced
  • Plot- or character-driven? Plot

2.75

Ho scoperto Ava Reid vedendo "A study in drowning" ovunque, ma ho deciso di partire dal suo debutto per la trama intrigante, ma anche perchè mi piace vedere come lo stile di un autore matura con il tempo. 
Non sono grande fan della prosa in prima persona e sono molto pochi i libri per cui credo sia adatta. Per questo libro, ritengo che la terza sarebbe stata preferibile: Evike non è una protagonista particolarmente reticente, per cui non vedo l'utilizzo della prima persona come essenziale quando è apertamente schiva e reattiva nei confronti dei personaggi e l'ambiente che la circonda.

Il modo in cui costruisce questo mondo tramite descrizioni tematiche e storie raccontate da Evike stessa è favoloso, anche se è palese che ha dei descrittivi preferiti che non esita a ripetere (take a shot per ogni "I closed my four fingers into a fist" ed è subito cirrosi epatica). C'è una particolare attenzione per l'aspetto culturale e quell'amore nei minimi dettagli si sente attraverso le pagine: le descrizioni e figure retoriche utilizzate non appesantiscono la lettura come temevo, ma arricchiscono l'atmosfera rendendola immersiva.

Seguire Evike nelle sue vicende è stata una delizia, ho proprio un debole per protagoniste di questo tipo, ma l'entusiasmo è stato breve per lo sviluppo che viene stranamente smorzato a metà storia: non si capisce cosa la mandi avanti, per cui mi è sembrato un po' un personaggio allo sbaraglio.
Gaspar era altrettanto interessante all'inizio, ma la storia si conclude lasciando un alone di mistero ancora troppo pesante attorno a lui, il che è un vero peccato per il potenziale sprecato.  

Parlando di potenziale sprecato, si nota una vera e propria divisione fra i due archi narrativi del libro, con la seconda metà che lascia abbastanza a desiderare: per quando interessante sia stata la trama, il libro ne era così pieno che non ha lasciato i personaggi respirare e farsi abbastanza spazio. 
Questo, a lungo termine, mi ha lasciato meno coinvolta nella storia, perchè sia il mio interesse per i vari personaggi che lo sviluppo delle relazioni fra i vari personaggi erano troppo superficiali. 
Un vero peccato considerando che la prima parte del libro mi ha stregato al punto da averla letta quasi tutta in un colpo: la tumultuosa relazione fra Evike e Gaspar è stata gestita con maestria, ma appena questi si separano e la trama si espande, la scintilla viene persa. 
Per quanto rispetti la decisione di aver mantenuto un volume unico, una duologia avrebbe permesso di addentrarsi più profondamente nel rapporto fra religiosità e magia, e sull'aspetto politico della storia: la seconda parte sembra incentrata su questi temi ma vengono trattati in modo troppo velato considerando la loro centralità nei conflitti fra le varie parti. 
Inoltre, la narrazione limitata solamente al punto di vista di Evike ha aggravato la cosa, in quanto la ragazza è come un pesce fuor d'acqua nella capitale e non le è stato dato tempo per mostrarci come arriva a comprendere a pieno la situazione in cui si ritrova, nonostante ci venga detto il contrario. 

La storia poteva essere molto più profonda se avessimo avuto un duplice punto di vista, includendo Gaspar come protagonista. Senza, purtroppo, ho trovato la seconda parte molto blanda e insulsa.

Purtroppo tutte queste carenze sono cultimate nell'epilogo, per cui ho davvero scosso la testa tutto il tempo. 

Detto questo, è pur sempre un debutto e il suo stile narrativo mi piace da morire, per cui questa esperienza non mi precluderà dal leggere i suoi altri libri.

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