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A review by stephthepanda
Intermezzo by Sally Rooney
4.0
Mi è piaciuto? Si, ma..
Se c'è una certezza per quanto mi riguarda è che per un motivo o per un altro, Sally Rooney, mi è sempre portata a detestare e ad arrabbiarmi particolarmente con i suoi personaggi, specialmente perché la maggior parte delle dinamiche degli scontri, si sarebbero risolte con un semplice e REALE dialogo.
In questo caso, io ho ottenuto quello che ho sempre desiderato di trovare nei libri dell'autrice, ovvero i protagonisti che imparano a comunicare, che imparano ad esprimere i loro desideri ma soprattutto i loro dolori (perché se Sally Rooney non tenta di portarti sull'orlo delle lacrime, non è contenta), eppure è come se mi sia mancato quello che è il marchio di fabbrica della Rooney.
Siamo abituati alla nostra autrice che per un motivo o per un altro, in una maniera diretta ed allo stesso tempo indiretta, porta i protagonisti a scontrarsi; in questo caso, però lo scontro tra i due fratelli, non dico che non ci sia, ma è come se il potenziale dello stesso, non fosse stato sfruttato al meglio.
Se il libro deve analizzare il rapporto tra i fratelli, se deve analizzare il tentativo di ritrovare un equilibrio dopo che l'unica persona che li aveva tenuti ancora "legati", se deve parlare di due fratelli che stanno affrontano quello che è il senso di tradimento di uno nei confronti dell'altro, perché non giocare su questa cosa? Perché possiamo ricondurre lo "scontro" solo ad un'unica scena? Perché sprecare tutto quello che sarebbe stato il potenziale?
Io posso comprendere che sia totalmente difficile, specialmente perché abbiamo un Ivan (con tratti appartenenti allo spettro autistico), che è un fratello minore che si sente tradito dal fratello maggiore.
Ivan ha sempre visto come un idolo, come un punto di arrivo, come un esempio da seguire il maggiore ed è dovuto andare a patti (anche nei limiti del caso), per una serie di motivi, che quella persona che lui ha sempre idealizzato non esiste, che quella persona in cui lui ha sempre pensato di poter riporre fiducia, che quella persona che credeva l'avrebbe protetto e/o compreso, è stata solo frutto di "fantasia".
Allo stesso tempo abbiamo Peter, forse il personaggio che ho più detestato (penso sia volutamente pensato/scritto così), specialmente perché è quasi fastidioso il modo con cui lui si erge a "giudice". Lui crede di essere il migliore, perché lui è un avvocato , perché lui al contrario di altri, si è fatto il mazzo per potersi guadagnare il suo posto, perché lui la cultura se l'è dovuta conquistare.
In più occasioni, mi sono trovata a pensare "okay, ma se solo scendessi da quel piedistallo e ti guardassi a quel dannato specchio, renditi conto che quello di cui accusi gli altri, dovrebbe essere la stessa accusa che rivolgi a te stesso", infatti, penso che sia proprio questo, la chiave di lettura per quella che poi è effettivamente la crescita di Peter (comunque una crescita non indifferente).
Non vi nego, però, che questa crescita avrei voluto fosse in seguito anche a scontri reali con il fratello e non a scontri invisibili con se stesso e discussioni con le sue damigelle (quella sottospecie di "troppia" per me è un grande no).
Ho percepito come se fosse mancato quel "pizzico di sale" per potermi portare a dire che questo libro sarebbe stato per me memorabile
Se c'è una certezza per quanto mi riguarda è che per un motivo o per un altro, Sally Rooney, mi è sempre portata a detestare e ad arrabbiarmi particolarmente con i suoi personaggi, specialmente perché la maggior parte delle dinamiche degli scontri, si sarebbero risolte con un semplice e REALE dialogo.
In questo caso, io ho ottenuto quello che ho sempre desiderato di trovare nei libri dell'autrice, ovvero i protagonisti che imparano a comunicare, che imparano ad esprimere i loro desideri ma soprattutto i loro dolori (perché se Sally Rooney non tenta di portarti sull'orlo delle lacrime, non è contenta), eppure è come se mi sia mancato quello che è il marchio di fabbrica della Rooney.
Siamo abituati alla nostra autrice che per un motivo o per un altro, in una maniera diretta ed allo stesso tempo indiretta, porta i protagonisti a scontrarsi; in questo caso, però lo scontro tra i due fratelli, non dico che non ci sia, ma è come se il potenziale dello stesso, non fosse stato sfruttato al meglio.
Se il libro deve analizzare il rapporto tra i fratelli, se deve analizzare il tentativo di ritrovare un equilibrio dopo che l'unica persona che li aveva tenuti ancora "legati", se deve parlare di due fratelli che stanno affrontano quello che è il senso di tradimento di uno nei confronti dell'altro, perché non giocare su questa cosa? Perché possiamo ricondurre lo "scontro" solo ad un'unica scena? Perché sprecare tutto quello che sarebbe stato il potenziale?
Io posso comprendere che sia totalmente difficile, specialmente perché abbiamo un Ivan (con tratti appartenenti allo spettro autistico), che è un fratello minore che si sente tradito dal fratello maggiore.
Ivan ha sempre visto come un idolo, come un punto di arrivo, come un esempio da seguire il maggiore ed è dovuto andare a patti (anche nei limiti del caso), per una serie di motivi, che quella persona che lui ha sempre idealizzato non esiste, che quella persona in cui lui ha sempre pensato di poter riporre fiducia, che quella persona che credeva l'avrebbe protetto e/o compreso, è stata solo frutto di "fantasia".
Allo stesso tempo abbiamo Peter, forse il personaggio che ho più detestato (penso sia volutamente pensato/scritto così), specialmente perché è quasi fastidioso il modo con cui lui si erge a "giudice". Lui crede di essere il migliore, perché lui è un avvocato , perché lui al contrario di altri, si è fatto il mazzo per potersi guadagnare il suo posto, perché lui la cultura se l'è dovuta conquistare.
In più occasioni, mi sono trovata a pensare "okay, ma se solo scendessi da quel piedistallo e ti guardassi a quel dannato specchio, renditi conto che quello di cui accusi gli altri, dovrebbe essere la stessa accusa che rivolgi a te stesso", infatti, penso che sia proprio questo, la chiave di lettura per quella che poi è effettivamente la crescita di Peter (comunque una crescita non indifferente).
Non vi nego, però, che questa crescita avrei voluto fosse in seguito anche a scontri reali con il fratello e non a scontri invisibili con se stesso e discussioni con le sue damigelle (quella sottospecie di "troppia" per me è un grande no).
Ho percepito come se fosse mancato quel "pizzico di sale" per potermi portare a dire che questo libro sarebbe stato per me memorabile