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jess_theinkspell 's review for:
La Regina del Nord - L'ombra della Rivolta
by Rebecca Ross
Aspettavo questo libro da un anno e quando Piemme mi ha dato l'opportunità di leggerlo in anteprima, mi ci sono fiondata senza pensarci due volte.
«La notte non è mai lunga per chi è fulmineo» scandì Seamus a voce alta, facendo risuonare il sacro motto del casato nel grande salone. Quindi si voltò vero di me e mi porse un calice d'argento colmo di birra. «E sempre sarà il primo a vedere la luce.»
"La Regina del Nord, L'ombra della Rivolta" riprende esattamente da dov'era terminato il volume precedente (qui la recensione) e ci si aggancia con una facilità che resta impressa se pensiamo che il primo capitolo non aveva un finale aperto. Non si ha la sensazione di star leggendo qualcosa di forzato, anzi, l'autrice ci fa un veloce riassunto del libro prima e poi ci getta di nuovo tra le braccia di Brianna che ora deve trovare il suo posto tra il popolo del suo nuovo casato, pur essendo per sangue la figlia del nemico.
Come era ovvio che accadesse, ho apprezzato tantissimo il fatto che in questo secondo volume sia presente anche il pov di Cartier. Lui è un personaggio che nel primo libro restava molto in sordina, invece qui diventa protagonista e lo fa mettendo a nudo la propria fragilità e le proprie insicurezze nel momento in cui deve prendere il comando del suo casato in rovina.
Brianna e Cartier, quasi due facce della stessa medaglia, non trovate?
"Tu sei una figlia di Maevania, Brianna. Sei fatta di stelle, di acciaio e di antiche canzoni."
In particolare, ho apprezzato come le pagine di questo libro sia permeate dall'accettazione dell'altro. La democrazia, il rispetto delle opinioni, la comprensione che non è il sangue a fare una famiglia. Che il coraggio e la forza non sono necessariamente una questione di prestanza fisica, ma possono essere e sono determinazione e impegno.
Come nel libro precedente, anche in questo volume la dinamicità della trama si sviluppa dalla metà in poi, ma questo - a differenza, appunto, del primo capitolo - non toglie nulla alla trama. La preparazione al processo, i problemi che devono venire affrontati, le strategie da preparare, i nuovi personaggi, i tradimenti, tengono viva l'attenzione del lettore e la catturano con uno stile fluido e semplice che resta comunque perfettamente verosimile nel contesto pseudo storico in cui è ambientata la storia.
«Dimmi, figliola, come pensi di rispondere a Pierce Halloran?»
«Come risponderei a qualsiasi uomo che non appartiene a questo casato e che desidera ottenere i miei favori e la mia mano.»
«Ah. E quale sarebbe questa risposta?»
«Chiederò a Pierce Halloran di portarmi un filo d'oro nascosto in in un arazzo.»
L'unico difetto che mi è caduto all'occhio è come, di nuovo, per la protagonista la strada fosse piuttosto spianata nella seconda parte del libro. Diciamo che per quanto una ci metta la buona volontà, riuscire sempre al primo colpo non è così semplice, ma la cosa viene compensata - a mio parere - dal fatto che questa volta l'autrice non si è risparmiata del descrivere le torture e le atrocità, sia fisiche che psicologiche, che i personaggi subiscono e hanno visto subire.
È una lettura sicuramente adatta ai lettori più giovani perché semplice sia come stile sia come struttura narrativa e perché porta con sé valori importanti e personaggi che creano degli ottimi modelli.
Questo, ovviamente, non vuol dire che ad un adulto non piacerà, d'altra parte, io l'ho adorato.
Se tu fossi tempesta, io riposerei sotto la tua pioggia; se tu fossi fiume, berrei dalla tua corrente; se invece tu fossi poesia, non smetterei mai di leggerti.
«La notte non è mai lunga per chi è fulmineo» scandì Seamus a voce alta, facendo risuonare il sacro motto del casato nel grande salone. Quindi si voltò vero di me e mi porse un calice d'argento colmo di birra. «E sempre sarà il primo a vedere la luce.»
"La Regina del Nord, L'ombra della Rivolta" riprende esattamente da dov'era terminato il volume precedente (qui la recensione) e ci si aggancia con una facilità che resta impressa se pensiamo che il primo capitolo non aveva un finale aperto. Non si ha la sensazione di star leggendo qualcosa di forzato, anzi, l'autrice ci fa un veloce riassunto del libro prima e poi ci getta di nuovo tra le braccia di Brianna che ora deve trovare il suo posto tra il popolo del suo nuovo casato, pur essendo per sangue la figlia del nemico.
Come era ovvio che accadesse, ho apprezzato tantissimo il fatto che in questo secondo volume sia presente anche il pov di Cartier. Lui è un personaggio che nel primo libro restava molto in sordina, invece qui diventa protagonista e lo fa mettendo a nudo la propria fragilità e le proprie insicurezze nel momento in cui deve prendere il comando del suo casato in rovina.
Brianna e Cartier, quasi due facce della stessa medaglia, non trovate?
"Tu sei una figlia di Maevania, Brianna. Sei fatta di stelle, di acciaio e di antiche canzoni."
In particolare, ho apprezzato come le pagine di questo libro sia permeate dall'accettazione dell'altro. La democrazia, il rispetto delle opinioni, la comprensione che non è il sangue a fare una famiglia. Che il coraggio e la forza non sono necessariamente una questione di prestanza fisica, ma possono essere e sono determinazione e impegno.
Come nel libro precedente, anche in questo volume la dinamicità della trama si sviluppa dalla metà in poi, ma questo - a differenza, appunto, del primo capitolo - non toglie nulla alla trama. La preparazione al processo, i problemi che devono venire affrontati, le strategie da preparare, i nuovi personaggi, i tradimenti, tengono viva l'attenzione del lettore e la catturano con uno stile fluido e semplice che resta comunque perfettamente verosimile nel contesto pseudo storico in cui è ambientata la storia.
«Dimmi, figliola, come pensi di rispondere a Pierce Halloran?»
«Come risponderei a qualsiasi uomo che non appartiene a questo casato e che desidera ottenere i miei favori e la mia mano.»
«Ah. E quale sarebbe questa risposta?»
«Chiederò a Pierce Halloran di portarmi un filo d'oro nascosto in in un arazzo.»
L'unico difetto che mi è caduto all'occhio è come, di nuovo, per la protagonista la strada fosse piuttosto spianata nella seconda parte del libro. Diciamo che per quanto una ci metta la buona volontà, riuscire sempre al primo colpo non è così semplice, ma la cosa viene compensata - a mio parere - dal fatto che questa volta l'autrice non si è risparmiata del descrivere le torture e le atrocità, sia fisiche che psicologiche, che i personaggi subiscono e hanno visto subire.
È una lettura sicuramente adatta ai lettori più giovani perché semplice sia come stile sia come struttura narrativa e perché porta con sé valori importanti e personaggi che creano degli ottimi modelli.
Questo, ovviamente, non vuol dire che ad un adulto non piacerà, d'altra parte, io l'ho adorato.
Se tu fossi tempesta, io riposerei sotto la tua pioggia; se tu fossi fiume, berrei dalla tua corrente; se invece tu fossi poesia, non smetterei mai di leggerti.