A review by silviaamaturo
Salvare il fuoco by Guillermo Arriaga

3.0

Troppe aspettative, troppo testosterone

Sono giorni che rimugino su questa recensione e continuo ad avere sensazioni molto contrastanti a riguardo.
Se da un lato il libro è indubbiamente ben scritto, corre veloce e le 850 pagine non spaventano particolarmente, dall'altro non ci ritrovo (paradossalmente) la stessa forza de Il selvaggio.
Paradossalmente perché Salvare il fuoco contiene anche un inno a quella letteratura che ti prende le viscere, ti piglia a schiaffi e ti fa vedere il mondo come mai prima. Ma anche alla possanza del fisico, alla muscolatura, alla disciplina, al combattimento. Perché la vita è violenta e devi essere in grado di attaccare per sopravvivere.
Il romanzo è forte e crudo. Però circa da metà ha iniziato a darmi la sensazione di essere troppo: una ricerca costante di quello che può impressionare, una costruzione meticolosa. Se ne Il selvaggio il Messico povero e violento emergeva in maniera fluida e naturale, qui sembra tutto più artefatto. Un'opera architettonica imponente, ma mi lascia l'impressione di essere scritta apposta per impressionare.
Belli i cambi di registro e la costruzione polifonica, con salti temporali anche abbastanza brevi, che richiedono un po' di attenzione per capire chi sia la voce narrante e a che punto della storia ci troviamo.
E dal mio punto di vista i personaggi più interessanti non sono Marina e JC, i due protagonisti, bensì alcuni secondari. Così come, del resto, splendidi alcuni dei testi dei detenuti, mentre avrei fatto a meno di certe parti da telenovela della storia d'amore.
E da ultimo
Spoilerno, non mi va proprio giù l'atto finale del Macchina: centinaia di pagine intrise di desiderio di vendetta e poi questo?

Se vi approcciate per la prima volta all'autore leggete Il selvaggio.
3,5

Edit: a distanza di qualche mese permane l'irritazione e scemano i ricordi positivi, quindi abbasso il voto a 3.