A review by primix
Le luci di Atlantide by Angela Ragusa, Marion Zimmer Bradley

3.0

Premessa: è il primo libro che leggo del ciclo di Avalon, e della Bradley in assoluto. Come libro introduttivo non mi è sembrato male.

Non so bene cosa dire su questo libro. Fino a una sessantina di pagine dalla fine ero pronta a descriverlo come scialbo, superficiale, a tratti noioso. Insomma, ero pronta ad esclamare "Tutto qui?". La vita e i misteri del Tempio vengono sempre e solo accennati e mai approfonditi, gran parte dei personaggi è a conoscenza di segreti che noi non scopriremo mai, di conseguenza si fa fatica a capire la portata di alcuni eventi che sembrano dover essere sconvolgenti e cruciali nelle vite di tutti. La scrittura della Bradley in questo da un lato aiuta, perché riesce a rendere interessanti anche cose così poco definite, dall’altro affama sempre di più il lettore di risposte che non avrà. Anche i personaggi non mi erano piaciuti poi molto, soprattutto quelli femminili: l’altezzosa Domaris, la capricciosa Deoris, figure certamente dotate di potenzialità che è andata in gran parte sprecata. Però, c’è un però. Nella fase finale del libro, una volta arrivati alla lenta agonia di Domaris, ho avuto una specie di illuminazione. Forse, non era poi così importante conoscere i misteri legati al Tempio. Forse la storia, più che parlare di poteri occulti e dell’eterna lotta tra bene e male, voleva raccontarci di persone, persone perfettamente umane, con pregi e, soprattutto, evidenti difetti. La consapevolezza di aver ciascuno la propria parte di colpa negli avvenimenti che si sono susseguiti, il prendere coscienza di sé e soprattutto del legame e dell’influenza che ciascuno di noi, con le sue azioni, ha sugli altri e sul mondo che ci circonda, azzardando addirittura l’idea che possa averla in eterno, è secondo me la vera forza di questo libro. Sarebbe troppo lungo analizzare i personaggi uno per uno, ma ciascuno è diverso dall’altro, ha mille sfaccettature, positive e negative, che lo caratterizzano. E questo li porta a compiere scelte diverse, ma pur sempre scelte: nessuno di loro subisce gli eventi senza poter far nulla, tutti hanno sempre una scelta e sempre la sfruttano. Ed esattamente come in questo romanzo, sono le nostre scelte a dar forma alla nostra vita e al nostro mondo.

Do comunque tre stelle perché una redenzione finale non basta a cancellare completamente il senso di insoddisfazione per la trama in sé, che lascia aperte fin troppe domande, per quanto potrebbero non essere cruciali per comprendere appieno il messaggio. Cercavo un fantasy, ma questo mi è sembrato un romanzo "mascherato" da fantasy, che potrebbe aver avuto una qualsiasi altra ambientazione e cambiare veramente di poco. L’atmosfera fantasy contribuisce solo a rendere più reali gli strani riti di cui siamo passivi testimoni, regalando un’aura di concretezza a concetti altrimenti astratti, ma non ha di certo un ruolo centrale nella storia.
Anche i personaggi non mi hanno soddisfatta del tutto: troppo spesso si comportano come caricature di se stessi, e i lati che dovrebbero emergere rimangono invece soffocati da scene a volte un po’ troppo patetiche e strappalacrime (le liti tra le due sorelle durante la gravidanza di Domaris ne sono un perfetto esempio). Per fortuna non mancano anche passaggi profondi e carichi di emozioni autentiche, in grado di far presa sul lettore.