A review by elena_1902
Lo Schiaccianoci by E.T.A. Hoffmann, Alessandra Valtieri, Sanna Annukka

4.0

La fiaba più accurata da leggere nel periodo invernale/natalizio, e una delle mie preferite da voler approfondire da quando ero piccola: la fiaba dello Schiaccianoci in versione integrale è un vero e proprio viaggio tra immaginazione e realtà in momenti apparentemente confortevoli, come la bambina protagonista che ha ricevuto un caldo dono; un intrattenimento che scorre in luoghi diversi, descritti con tale perizia da poterli assaggiare come dei dolci -che sono presenti, poi!- nel modo in cui si potrebbero vedere attraverso gli occhi di una bambina fantasiosa. Nasce tutta da un semplice giocattolo la fantasia qui presente come elemento di base e di conclusione, “diventando realtà” come vogliono molte fiabe di realizzazione per gli eroi che le cominciano, e si protrae in un racconto-nel-racconto, molto diverso dalla storia resa cartone animato che in molti conoscono: ha invece un tono più serio, più sentimentale e non solo di avventura, bensì di piccola crescita anche solo in pochi giorni parte dalla notte della vigilia di Natale, che acquisisce in sé tutta un’atmosfera di comfort e naturalezza -per esempio nella semplice caratterizzazione del fratellino Fritz, impegnato con i regali e anche lui affascinato da ciò che c’è “dietro” ai giochi-.

Le ultime pagine riportano bruscamente alla normalità la giovane Marie tanto quanto il lettore, e poi di nuovo un tuffo in questo dualismo del reale e surreale all’ultima pagina in cui la prospettiva è più astratta, tanto quanto netta nella conclusione fiabesca, dolce e sognante.
Non manca poi l’ironia del narratore ogni tanto, che si rivolge ai “piccoli lettori” chiamati ugualmente come i due bambini della famiglia Stahlbaum sottolineando la sorpresa per quegli stessi personaggi, portando lo Schiaccianoci stesso su un piano di protagonista sempre maggiore e dandogli addirittura l’identità all’interno di una backstory: “Principe Drosselmeier”! In quanti mini romanzi dalla struttura di favola avviene di solito? ;)
Per non parlare dei piccoli riferimenti, sì generici, ma comunque specifici nel focus di alcune battute leggere sull’umanità intera, portando momentaneamente il focus dal piccolo nucleo del focolare famigliare natalizio e spumeggiante a uno più grande nelle riflessioni apparentemente casuali e leggiadre, ma che nascondono sottili filosofie equilibrate all’interno di un mondo riservato ai bambini, che però, come l’ho letto così anche io, è apprezzabile da ogni lettore più grande.

[«gli abitanti di Confettiburgo chiamano Confettiere una forza oscura e portentosa che credono capace di poter fare di loro ciò che vuole. È la sciagura che incombe su questo popolo allegro. La gente lo teme a tal punto che basta solo nominarlo affina che anche il più grande dei tumulti si plachi. [...] Chiunque ne osa pronunciare il nome, dimentica all’istante i terreni affanni; dimentica bernoccoli e costole rotte, si raccoglie in sé e comincia a domandarsi: “Cos’è l’uomo? Qual è il suo destino?”»]
(Notare il dualismo del setting fiabesco e lussureggiante, della presa in giro alla paura di soffrire e della menzione controversa della filosofia)

È tutto racchiuso in una bolla di meraviglia che si contrappone alle piccole azioni quotidiane viste da occhi più ingenue, con tanto di realismo, però, quando ad esempio sempre sul finale Marie non viene creduta dai genitori, ma ottiene comunque il suo lieto fine. Perché ciò in cui ha creduto si è rivelato forte, e questo è importante; questo le ha fatto realizzare sé stessa, lo Schiaccianoci suo sposo, la crescita rispetto all’ambiente famigliare e il mondo intorno a sé dopo essersi tuffata in un altro, aver mostrato un nobile animo, e aver salvato il suo innamorato.
Forse, essendo il tutto così racchiuso come un pacchetto, “la storia di Schiaccianoci e del re dei topi” -come recita l’ultima riga- ha un’aura di regalo in sé stessa. Un dono facilmente apprezzabile e che scalda il cuore nella sua brevità, ma con dolcezza, e piccole sorprese nella, ugualmente, piccola emotività