A review by slammy90
The Wager by Rachel Van Dyken

1.0

La prima parte della recensione è QUI!

L’espressione della nonna si fece raggiante. «Ah, che meraviglia! È arrivata anche la tua puttana.»
Il disagio in una frase

«Tesoro, sono io quella che ha bisogno dell’apparecchio acustico, non tu. Ti ho dato della puttana. Cos’è, ti devo pure fare lo spelling?» Tirò una gomitata a Jake. «Per caso l’hai rimediata a una giornata di orientamento al lavoro per liceali?» Poi, in un tono di voce così alto da risultare terrificante, fece quanto promesso e scandì le singole lettere: «P-U-T-T-A-N-A».
Il disagio continua, imperterrito

Ma la ciliegina sulla torta, che trasformò quel giorno nel più brutto della sua vita, fu quando le tette di una hostess sgusciarono casualmente – sì, certo, casualmente – fuori dalla camicetta, per andare a sbattere proprio sul viso di Jake.
Ma in che mondo deviato vivi, van Dyken?!

Char aveva desiderato qualcosa di più che una notte di passione, ma Jake... be’, per lui era stata una botta e via. Non l’aveva mai raccontato a Kacey, la loro amica comune, e aveva giurato che si sarebbe portata quel segreto nella tomba.
In fondo Jake era solo il suo ex e innamorato.. Non gliel’hai raccontato perché hai la coda di paglia già sul punto di prendere fuoco, vigliacca!

«E così ho deciso di sistemarlo io», aggiunse la nonna, appoggiandosi al sedile. Jake protestò. «Intende dire che lo farà castrare?» La nonna scoppiò in una gran risata. «Ah, cara, credo che nel suo caso sarebbe la soluzione ideale. Sai che una volta ho perfino cercato una cintura di castità maschile, per lui?»
Il solito disagio. Dovrebbe far ridere?!

Accidenti a lui, era così attraente da risultare offensivo.
Stiamo circa al 5% della storia e lei l’abbiamo già perduta.

Brontolando, si voltò a guardarla... a guardarla come si deve per la prima volta. Accidenti, se solo non fosse stata così fastidiosamente bella. Quasi gli sembrava di sentire i suoi capelli di seta tra le dita. E quella bocca? Avrebbe fatto impazzire qualsiasi uomo.
… Come abbiamo perduto lui. Ma cosa hai, gli occhi foderati di prosciutto??

Senza una parola, Nadine prese il bicchiere dalle sue mani e mandò giù una lunga sorsata. Il suo rossetto vermiglio aveva ricoperto tutto il bordo, senza risparmiare neanche un millimetro e marchiandolo come oggetto a suo uso esclusivo.
Provo e riprovo ad immaginare come avere tutto il bicchiere con il rossetto, ma non riesco..

Quand’era piccolo l’ho protetto troppo. Ma sai, aveva paura di tutto.» «Ah, sì? Non lo sapevo.» Char tentò di dissimulare il proprio interesse, ma il cuore le batteva all’impazzata all’idea di quanto le stava rivelando la nonna. Lei rise. «Ah, mia cara! Da ragazzino era terrorizzato dalla sua stessa ombra. Ha dormito con mamma e papà fino ai sei anni!»
Devo ancora capire perché tutti i personaggi sono metà rincoglioniti e metà così cattivi da svergognarli in pubblico!!

L’ultima volta che aveva bevuto tanto quanto lei in soli venti minuti, Char si era ritrovata con la faccia riversa nella cuccia di un cane, accanto a un labrador di nome Lucifero, che a giudicare dalla quantità di peli che si era ritrovata in bocca doveva aver approfittato di lei per tutta la notte.
Senza parole.

All’università si era dato alle feste sfrenate, aveva speso soldi come se non ci fosse un domani e non si era preoccupato di nulla a parte se stesso. Il che non sarebbe stato un problema, se il denaro non fosse finito all’improvviso. Cioè, non era proprio finito, a dire il vero. Lui era pur sempre milionario, ma, non potendo più contare sull’eredità della nonna, doveva darsi una regolata. Addio viaggi improvvisi alle isole Cayman, suite presidenziali e feste di compleanno a sei zeri.
Ecco, no, poi quando l’autrice ti presenta un personaggio così, tu che devi pensare??

Ma aveva bisogno di una bella sbornia e un po’ di sesso selvaggio per poter affrontare anche soltanto il pensiero di andare al lavoro il lunedì successivo. Chissà se Sarah era disponibile? O magari Natasha.
Eccoleeeee! Le entità femminili zoccoleggianti con la H nel nome!

Con la bocca spalancata, la nonna gli puntò un dito contro. «Dopo tutto quello che le hai fatto passare! Se solo ci penso... Un biglietto di ringraziamento? E per cosa, per un orgasmo? Davvero i giovanotti si comportano così, oggigiorno? Quella poveretta non ricorda nemmeno di essere venuta a letto con te. Secondo me hai perso il tuo tocco magico... Anche se dubito tu l’abbia mai avuto», concluse con un’occhiataccia. «Che cosa? Ma di che cavolo parli? Posso soddisfare tutte le donne del mondo, come e quando voglio! Sono un dispensatore di orgasmi nato!» sbraitò lui.
*sconvolta*


Come diavolo era possibile? Char non ricordava la notte passata con lui? Niente di niente, sul serio? Era impazzita? Lui ricordava ogni particolare. Dai capelli morbidi di lei, che avevano un lieve profumo di lavanda, ai leggeri suoni gutturali che aveva emesso mentre la baciava. E il suo sapore... Dio, un uomo non poteva dimenticare il sapore di una donna, e poi in Char tutto era unico, irripetibile. C’erano voluti mesi per scordare il suo profumo, il modo in cui aveva stretto le lenzuola tra le dita, e poi, con le stesse mani maliziose, l’aveva toccato...
Questa è la personalità innamorata, ma le altre personalità ancora non lo sanno.

«So come ti senti. Anch’io sono sempre un po’ arrapata, quando prendo l’aereo. Ti passerà»», gli sussurrò la nonna all’orecchio.
Disagio. Disagio ovunque


Detestava i piagnucolii mattutini delle donne. Erano trappole mortali da cui non c’era salvezza. Con quelle gambe intrecciate alle sue, i baci sulla schiena... No, non poteva sopportarlo. A lui interessava una cosa sola, e si rifiutava di dare di più. Perché alla fine, se davi di più, erano gli altri a lasciarti, proprio come avevano fatto i genitori di Kacey. Erano morti la notte in cui lui le aveva preso la verginità.
Il delirio di questa frase nonsense!! Ma cosa volevi dire Rachel??


Ma per favore. Lui non contava niente. D’accordo, era attraente; e allora? Jake ne era consapevole, era quello il problema. Era sempre stato così. Era un bastardo egoista, e Char non aveva intenzione d’innamorarsi di nuovo di lui. Non se lo sarebbe permesso, perché era una storia che finiva sempre male.
Eh sì, dai, dillo un altro paio di volte che magari ci crediamo anche noi.

Jake si chiuse a chiave in camera. Ma la nonna non mollava. Dopo qualche bussata decisa e un gran fragore, la porta uscì dai cardini. «Jake? Santo cielo, pensavo fossi morto!»
LA NONNA SCARDINA LA PORTA. NON HO PAROLE

Char non sapeva se coprirsi il petto o se era meglio lasciare che desse una bella occhiata alle sue dotazioni, così da sottolineare una volta per tutte che, anche se era stata con lui, non si sarebbe concessa mai più.
Ah, fammi capire, gli fai vedere le tette per comunicargli che non ci andrai più a letto insieme?! Interessante..


«E va bene, però tieni a posto quelle manacce.» «Ma per favore», sbuffò lui. «Come se per un uomo coi miei gusti il tuo corpo fosse una tentazione.»
… Ma convinto eh.


Ci avrebbe riflettuto – se accompagnare Kacey all’altare – anche se quello significava che non sarebbe stato lui ad aspettarla laggiù. Non meritava quel genere di amore, e forse non l’avrebbe meritato mai.
Ma sei ritardato? Cioè è innamorata di tuo fratello, tu stai sbavando per l’amica.. E questo è l’unico pensiero coerente che riesci a partorire?!

Ti promettevano piacere e alla fine pretendevano che ti impegnassi, cosa che un uomo fuggiva come la peste, soprattutto uno come lui. Non meritava niente del genere: e non era così stronzo da non sapere che una persona come Char meritava un bravo ragazzo. Non uno come lui. Lui era l’ultimo della lista. Quando le sorrise, le s’illuminarono gli occhi. Maledizione. Doveva smettere di flirtare con lei. Si sarebbe fatta un’idea sbagliata e, se doveva starle accanto per tutto il fine settimana del matrimonio, Jake rischiava di diventare matto, chiedendosi se lei stesse solo aspettando il momento giusto per piantargli un coltello nella schiena.
Stream of consciousness di una persona disturbata

Conosceva quello sguardo fin troppo bene: era lo sguardo della solitudine. Sentirsi dimenticati dalla propria famiglia era quasi come essere la pecora nera, quella che non vuole nessuno. Quindi forse sì, le loro situazioni erano diverse, ma non poi così tanto. Lei era quella cui nessuno pensava, lui quello che nessuno prendeva sul serio.
Ma sei lo stesso Jake che faceva feste a sei zeri? Fatti due domande e datti le risposte.. Vedi tu che la gente non ti prende sul serio!

Se la faceva sotto all’idea che, se si fosse messo in gioco con qualcuna per cui valeva davvero la pena, si sarebbe sentito ridere in faccia. Se lui non era abbastanza per Kacey, come poteva esserlo per Char?
Quindi stai dicendo che Kacey fondamentalmente è una merdina. Ah ecco.

Da parte sua, Jake non sopportava l’idea che lei uscisse con un altro. No, avrebbe ucciso chiunque l’avesse toccata. Non che volesse essere lui a toccarla.
Le personalità di Jake che fanno a pugni

«Sì, la odiavo. Trovavo idiota che la gente votasse per qualcosa di tanto sciocco e che le ragazze lo prendessero sul serio. Del tipo: ’Oddio! Avete visto Jake Titus, oggi? È così sexy, e ha messo quella maglietta. E sapete cosa significa?’» «Cavolo, e tu come facevi a saperlo?» Lei rise. «Lo sapevano tutti. Quando la mettevi, significava che eri pronto per qualche... esercizio extracurricolare dietro la palestra. Le ragazze andavano agli armadietti, si ritoccavano il rossetto, si accorciavano le gonne e speravano che le scegliessi.
La tristezza di questa scena!!

«Così si conclude la dimostrazione. Mi stai chiedendo di fidarmi di te, quando in realtà sappiamo entrambi che mi spierai, quindi facciamola finita e basta.» «C-Come, scusa?» «Alzati.» In realtà, Jake non era affatto sicuro di essere in grado di farlo, né che fosse una buona idea. «Oppure resta seduto.» Char si spostò e si mise a cavalcioni sulle sue gambe. Oh, cazzo, stava succedendo davvero? Aveva deciso di...? «Credo tu sia erroneamente convinto che io non sappia come ragionano gli uomini.» «Be’, ecco...» «E a causa di questo piccolo fraintendimento, e anche per tutte le volte in cui da viscido e arrapato ragazzo delle superiori mi hai spiata...» Gli afferrò le mani e se le mise sulle cosce. «... non potrai guardare.» Significava che poteva toccarla? Si fece scorrere le mani di lui sulle gambe, risalendo lungo i fianchi e fermandole appena sotto il seno, poi le spostò sul petto e quindi sul viso. «Lo senti, Jake Titus?» Ah, cavolo, sì che lo sentiva. Gli occhi gli ardevano di desiderio, il bisogno di averla faceva vibrare il suo corpo. «Quindi non hai bisogno di guardare. Tu e la tua testolina da pervertito potete usare l’immaginazione. Adesso fuori di qui», gli disse lei, allontanandosi. Gli indicò la porta e si mise a braccia conserte.
Lei non vuole essere guardata mentre si spoglia e quindi monta questo teatrino. NON HO PAROLE

«Non mi tiro indietro. Ho semplicemente deciso di non provarci nemmeno, perché so di non meritarlo, e comunque non avrei nessuna speranza di vincere».
Vabbé, chiamalo “non provarci”.. Ma non è la stessa cosa di tirarsi indietro?

«Pronta?» chiese una voce dietro di lei. Altri sussurri e mormorii, qualche imprecazione, poi un gemito. Sì, una donna aveva davvero emesso un gemito a voce alta. «Jake.» Char deglutì e si voltò, pronta ad affrontare il dio in persona. Indossava un paio di jeans attillati strappati e una maglietta bianca. Santo cielo, era splendido. Il gemito era giustificato.
Oh ma possibile che con un paio di jeans attillati la gente vada in visibilio?? Donne arrapate senza ritegno..

Perché doveva essere così bello? Sarebbe stato molto più facile litigare con lui se fosse stato brutto, o se all’improvviso la balbuzie di quand’era bambino avesse deciso di ricomparire.
La maturità di questo pensiero, lor signori!

«Quanto dobbiamo per la licenza?» «Sessanta dollari in contanti.» Sally tese la mano. Per poco Jake non si strozzò. «Sessanta dollari? Per un foglio di carta?»
Cioè ma sei ricco da far quasi vomitare e fai il pidocchio per sessanta dollari?? Ma vergogna!

Con un sospiro, Char aprì la porta e trovò Jake ed Amy avvinghiati. Lei gli aveva gettato saldamente le braccia al collo e non indossava niente, se non la biancheria presentata alla festa. Jake l’allontanò, poi vide Char. «Ti spiace? Qui avremmo da fare», le fece notare Amy, seccata.
L’unico motivo per cui si era trovato in quella stanza era che Amy aveva bevuto davvero troppo, e non voleva permetterle di rovinare la festa facendo una scenata; prima dell’ultimo bicchiere di vino l’aveva vista mandare giù anche qualche pillola.
… Ah, ecco, certo.

Per la cena era stato chiamato un catering ed era previsto un intrattenimento completo per gli ospiti. In teoria avrebbe dovuto essere organizzato dai genitori di Kacey, ma, siccome non c’erano più, i Titus avevano provveduto a saldare tutti i conti.
Ma queste informazioni inutili? Visto poi che i Titus sono miliardari….

«La domanda è: lo vuoi dimenticare? Vuoi andare avanti, magari con me? Ti basterebbe? Le mie parole, il mio denaro, tutto ciò che comporterebbe una relazione con me sarebbe abbastanza per cancellarlo in modo definitivo dalla tua mente?»
Oh, che dichiarazione d’amore dolce! Il mio denaro… -_-

Ma ho deciso che non voglio mai più fare sesso.» «Che cosa?» Char si destò dalla propria eccitazione. «Cosa vuoi dire?» «Voglio fare l’amore, e lo voglio fare con te. »
*Vomita arcobaleni*

Jake le prese il viso tra le mani. «Io. Sono cambiato», le sussurrò. Lei si accigliò. «Dipendeva da me, non da te. Tu sei sempre stata così. Che volessi pugnalarmi o baciarmi, non sei cambiata. Io invece sì, sono diverso.» «Così, all’improvviso?» Sembrava scettica.
Siamo scettici anche noi, effettivamente

«Ti ho amato dal primo momento in cui ti ho visto.»
ma che cazz….

Ripeté gli stessi movimenti, e le stampò un bacio umido al centro del petto.
Ma voleva essere una scena sexi?

«Non averti baciata la prima volta in cui ti ho rivista, e non averti chiesto scusa per essermene andato, abbandonandoti, quando in realtà, nel mio cuore, ho sempre saputo che eri tu la persona giusta per me.»
Il tuo cervello e le altre personalità non erano d’accordo!

«E non fatevi venire in mente di usare preservativi. Ho bucato tutti quelli che c’erano in casa, dal primo all’ultimo. Pretendo un bambino entro la primavera.»
… Il DISAGIO VERO