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donniescrive's reviews
103 reviews
La piena by Michael McDowell
dark
funny
mysterious
fast-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? It's complicated
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? It's complicated
- Flaws of characters a main focus? Yes
4.0
I want to die but I want to eat Tteokbokki by Baek Se-hee
emotional
inspiring
reflective
medium-paced
3.0
My Husband by Maud Ventura
dark
reflective
tense
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? No
- Loveable characters? No
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
2.5
La ladra di memorie by Evalith Adamas
5.0
Ho iniziato questo libro in un periodo di blocco del lettore ed è stato l'unico che sono riuscita a portare avanti, nonostante questo. Mi è piaciuto dall'inizio alla fine, quindi la mia sarà una recensione entusiasta.
Prima di tutto per il modo ragionato e verosimile con cui i miti sono incastonati nel contesto fantasy (con un'atmosfera che mi viene da identificare come distopica). Le divinità e le vicissitudini che le riguardano portano avanti una trama in cui la protagonista si trova coinvolta suo malgrado, finendo in una situazione "più grande di lei" che lascia addosso al lettore un senso di ansia e di fatalità che obbliga a proseguire la lettura. I temi non sono fra i più leggeri, eppure sono trattati con la giusta accortezza: l'oppressione femminile (diversa nelle due Aetodes, ma altrettanto terribile), la perdita e il lutto, la scoperta delle proprie origini e del proprio destino, il contrasto fra ciò che è giusto fare e ciò che è più sicuro... insomma, le tematiche interessanti non mancano e credo ci sia bisogno di molti più romanzi così (sopratutto nella categoria rivolta ai giovani adulti).
I personaggi sono reali, palpabili, estremamente verosimili nei loro pregi e nei loro difetti. Non solo Soteira, protagonista in tutto e per tutto riuscita, ma anche chi le orbita attorno: Hermes (che ha un'evoluzione bellissima all'interno del romanzo), Ade e Apollo, per citare i miei preferiti, sono dipinti perché il lettore possa simpatizzare o storcere il naso davanti a scelte che reputa sbagliate, senza che risultino mai artificiali o impossibili da comprendere.
Le ambientazioni e le scene sono descritte in modo scorrevole e immediato, senza che una parola suoni mai fuori posto e senza risultare pesanti da leggere. Mi sono immaginata alla perfezione i luoghi di Oblivion e non vedo l'ora di tornarci nel secondo volume.
Insomma, mi è piaciuto e vorrei sbrodolare ancora per ventimila righe su quanto sia stato emozionante, su quanto lo abbia reputato una lettura valida e su quanto mi abbia tenuto compagnia in questo periodo di reticenza verso la lettura in generale, ma sarei ripetitiva.
Molto consigliato.
Prima di tutto per il modo ragionato e verosimile con cui i miti sono incastonati nel contesto fantasy (con un'atmosfera che mi viene da identificare come distopica). Le divinità e le vicissitudini che le riguardano portano avanti una trama in cui la protagonista si trova coinvolta suo malgrado, finendo in una situazione "più grande di lei" che lascia addosso al lettore un senso di ansia e di fatalità che obbliga a proseguire la lettura. I temi non sono fra i più leggeri, eppure sono trattati con la giusta accortezza: l'oppressione femminile (diversa nelle due Aetodes, ma altrettanto terribile), la perdita e il lutto, la scoperta delle proprie origini e del proprio destino, il contrasto fra ciò che è giusto fare e ciò che è più sicuro... insomma, le tematiche interessanti non mancano e credo ci sia bisogno di molti più romanzi così (sopratutto nella categoria rivolta ai giovani adulti).
I personaggi sono reali, palpabili, estremamente verosimili nei loro pregi e nei loro difetti. Non solo Soteira, protagonista in tutto e per tutto riuscita, ma anche chi le orbita attorno: Hermes (che ha un'evoluzione bellissima all'interno del romanzo), Ade e Apollo, per citare i miei preferiti, sono dipinti perché il lettore possa simpatizzare o storcere il naso davanti a scelte che reputa sbagliate, senza che risultino mai artificiali o impossibili da comprendere.
Le ambientazioni e le scene sono descritte in modo scorrevole e immediato, senza che una parola suoni mai fuori posto e senza risultare pesanti da leggere. Mi sono immaginata alla perfezione i luoghi di Oblivion e non vedo l'ora di tornarci nel secondo volume.
Insomma, mi è piaciuto e vorrei sbrodolare ancora per ventimila righe su quanto sia stato emozionante, su quanto lo abbia reputato una lettura valida e su quanto mi abbia tenuto compagnia in questo periodo di reticenza verso la lettura in generale, ma sarei ripetitiva.
Molto consigliato.
Cent'anni di solitudine by Gabriel García Márquez
5.0
Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.
Non si può semplicemente recensire "Cent'anni di solitudine", ovviamente.
Mi limiterò a dire che è uno dei libri che mi ha cambiato la vita e non saprei neanche davvero spiegarne il motivo. Forse perché così denso di storie, vite, passati e futuri, da rendere impossibile selezionare solo qualche aspetto; è tutto insieme o niente. Non è un libro per tutti, né ci si deve sforzare a leggerlo se non rientra nelle proprie corde. Quando cattura, però, non c'è modo di non amarlo.
Fra i miei personaggi preferiti Ursula e Il colonnello Aureliano Buendía che - anche se non si possono ridurre ad un solo aspetto, viste le infinite sfumature dei personaggi di questa storia - mi hanno affascinata con la loro testarda battaglia contro la vita.
Di certo, è uno dei miei romanzi preferiti. Immergersi nella vita di Macondo e muoversi fra le vicende della famiglia Buendía è come andare sott'acqua e accorgersi che suoni, sensazioni, odori e percezioni sono del tutto diverse. Un diverso che sarebbe assurdo, ma che in quel contesto è perfettamente "giusto". Anzi, affascinante.
Non si può semplicemente recensire "Cent'anni di solitudine", ovviamente.
Mi limiterò a dire che è uno dei libri che mi ha cambiato la vita e non saprei neanche davvero spiegarne il motivo. Forse perché così denso di storie, vite, passati e futuri, da rendere impossibile selezionare solo qualche aspetto; è tutto insieme o niente. Non è un libro per tutti, né ci si deve sforzare a leggerlo se non rientra nelle proprie corde. Quando cattura, però, non c'è modo di non amarlo.
Fra i miei personaggi preferiti Ursula e Il colonnello Aureliano Buendía che - anche se non si possono ridurre ad un solo aspetto, viste le infinite sfumature dei personaggi di questa storia - mi hanno affascinata con la loro testarda battaglia contro la vita.
Di certo, è uno dei miei romanzi preferiti. Immergersi nella vita di Macondo e muoversi fra le vicende della famiglia Buendía è come andare sott'acqua e accorgersi che suoni, sensazioni, odori e percezioni sono del tutto diverse. Un diverso che sarebbe assurdo, ma che in quel contesto è perfettamente "giusto". Anzi, affascinante.