Blanche, appena sedicenne e già studentessa universitaria, è chiusa, introversa e ha sempre fatto fatica a integrarsi socialmente. Quando Christa, sua coetanea e compagna di università, le rivolge la parola, Blanche non riesce a crederci: Christa è bella, estroversa, brillante, e capace di farsi amare da chiunque; in pratica il suo esatto opposto. Blanche si ritrova a desiderare spasmodicamente anche solo un briciolo della sua attenzione; e Christa lo sa, se ne compiace e trasforma l'amicizia che Blanche tanto anela in un rapporto impari, fatto di vessazioni e bullismo. Niente le sfugge: tutti difetti - grandi o piccoli, veri o presunti - di Blanche diventano munizioni che Christa usa per renderla invisibile non solo socialmente, ma anche nella sua stessa casa (dopotutto Christa è la figlia che tutti i genitori vorrebbero). Ma Christa non è così sicura come ostenta, e nasconde un segreto.

Con uno stile incisivo e sardonico, Nothomb tratteggia magistralmente la fame di Blanche per l'amore, per l'amicizia, per il riconoscimento e l'accettazione sociale: Blanche è così verosimile da farmi venire un groppo alla gola, non potevo che non immedesimarmi in lei. Verosimile come il rapporto conflittuale tra le due ragazze: perchè, anche se Christa la tormenta e la ridicolizza qualunque volta ne ha l'occasione, è anche l'unico modo che Blanche ha per integrarsi, quindi si sente in debito (anche se Christa ha un secondo fine). E Christa ha bisogno di Blanche, perchè è molto più facile primeggiare quando il tuo "avversario" è socialmente emarginato.

Il colpo di scena che arriva a circa due terzi del romanzo non è trascendentale o assurdo, ma rimane ben inserito nella realtà della storia:

Christa non è che una ragazzina ricca e viziata che sfrutta il buon cuore di genitori di Blanche per intascarsi i soldi che il padre le manda per pagare l'affitto, nonostante non le sia stato chiesto.

L'ultimo terzo del romanzo potrebbe non essere considerato soddisfacente, ma non è l'intento di Nothomb quello di presentare un finale infiocchettato, in cui il cattivo perde, i buoni vincono e le motivazioni di tutti risultano chiare e seguono un filo logico che esiste solo nella finzione.

Come al solito, i romanzi brevi non mi soddisfano mai al 100%, anche se, in questo caso, la brevità gioca a favore della storia e dei personaggi: un centinaio di pagine in più l'avrebbero resa una lettura insostenibile.

Le porte dell'oceano by Arthur C. Clarke

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