uraniaexlibris's reviews
76 reviews

I Complotti della Seconda Guerra Mondiale by Alexander MacDonald

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adventurous informative inspiring mysterious reflective fast-paced

5.0

Fortunatamente il lato complottistico si riduce solo al titolo.

Si tratta di una rassegna di capitoli che illustrano ciascuno un particolare evento della Seconda Guerra Mondiale, includendo fatti più o meno noti. Ciascuno di essi viene tratteggiato in maniera particolareggiata, mantenendo un taglio storico.

La struttura del saggio risulta molto equilibrata. Il fatto di dedicare ciascun capitolo a un argomento rende la lettura più dinamica e accattivante.

In generale, essendo molto specifico e facendo riferimento a delle vicende molto specifiche, necessita di una conoscenza pregressa del nazismo e della Seconda Guerra Mondiale. 
Giù nel cieco mondo by Jesmyn Ward

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adventurous reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? N/A
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? It's complicated

3.0

Annis deve fuggire. E in fretta. Privata dell'affetto della madre poiché venduta dal padrone, deve trovare un modo di scappare da quella vita da schiava a cui tutto il popolo africano è condannato.

Ad accompagnarla, ci sono i versi di Dante Alighieri che Annis aveva sentito recitare dalle figlie del padrone al precettore e Aza, una sua antenata che si palesa nei maggiori momenti di sconforto e difficoltà promettendo alla ragazza la salvezza.

E così, dopo essere stata portata a New Orleans dove dovrà essere venduta, inizia una corsa contro il tempo per lasciare la sua vecchia vita alle spalle e riacquisire la tanto agognata libertà.

Un romanzo corale, cupo e drammatico che racconta il destino di tanti esseri umani. Perché Annis rappresenta ognuno di quelli schiavi costretti dalle catene e con l'istinto di riappropriarsi della propria libertà e identità. 
Le grandi profezie della Storia by History Channel

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lighthearted fast-paced

5.0

Cinque stelle perché il libro raggiunge lo scopo sensazionalistico che si era prefissato.

Pubblicato per la prima volta nel 2012, quando aleggiava la grave profezia dei Maya sull'imminente fine del mondo poi rivelatasi fasulla, certamente avrà sortito il suo effetto dal momento che il primo capitolo riguarda proprio la profezia dei Maya. Leggere un capitolo simile nel 2025 da viva e vegeta, risulta a dir poco patetico come tono. E l'intero libro ha questo alone di profezia nefasta, di mistero (mai una volta che le profezie siano positive!), di presagio cupo dove si tratteggia un futuro in cui l'umanità è spacciata. Comunque la si guardi.

Un mix letale di vari argomenti che passano dalle profezie bibliche a quelle del XX e XXI secolo (11 settembre et simili) sicuramente non adatto ai suggestionabili perché lo scopo non è quello di raccogliere delle fonti storiche e confrontarle, ma di creare inutili spauracchi.

Gli unici due capitoli che hanno una reale valenza storica sono quelli dedicati all'oracolo di Delfi e ad Adolf Hitler (il che è tutto dire). Per il resto, robaccia da accartocciare e buttare nel cestino. Tuttavia, come costruzione è geniale, iniziare col botto in un anno in cui aleggiava una forte inquietudine dimostra quanto gli autori, oltre ad essere sciacalli, sapessero come impostare il testo senza che si rischi di sfociare nella Storia con la S maiuscola. Per questo cinque stelle le merita tutte. Ottimo lavoro per disinformare e buttarla sul sensazionalismo becero e cercare lo scandaletto da giornaletto di gossip. 

Sorgo rosso by Mo Yan

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adventurous emotional tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Dopo "Le Rane" questo è il mio secondo libro di Mo Yan e devo dire che è un continuo crescendo. Un romanzo epico, crudo e sensazionale che si tinge di rosso: il rosso del sorgo che scandisce la vita dei contadini, il rosso del sangue della guerra, il rosso della passione. La vita degli umili si intreccia con quella degli eroi. Storie di brigantaggio e di giustizieri. "Sorgo Rosso" riunisce in sé tematiche affini ai principali romanzi occidentali: da Verga a Scott, da Dickens a Ishiguro.
Piccole donne crescono by Louisa May Alcott

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dark emotional reflective sad fast-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Bello come lo ricordavo. Carico di emozioni, di valori morali e di insegnamenti per la vita. A differenza della mia prima lettura, sicuramente più leggera e spensierata (avevo 11 anni), stavolta ho notato tante cose, o piuttosto alcune frasi che denotano la mentalitá, chiaramente ottocentesca, della Alcott. Non lo ritengo tutto questo baluardo di femminismo, come lo si vuole ostinatamente interpretare oggi. Certe concezioni della donna risultano essere decisamente anacronistiche per il XXI secolo. Certamente nel XIX secolo il romanzo dovette creare scalpore ed era sicuramente moderno per gli standard dell’epoca. Tuttavia le sorelle March sentono ancora il freno della società a loro contemporanea che spesso demolisce i loro progetti e le loro decisioni. Romanzo da leggere almeno una volta nella vita e dal quale trarre esempio nella vita di tutti i giorni (i valori delle sorelle March, credenti o non credenti, possono essere certamente condivisi da tutti). Ma è pur sempre un romanzo scritto e ambientato nel XIX secolo e su certi aspetti, nel XIX secolo deve rimanere. La contemporaneità dei classici non sta nel voler necessariamente rileggere tutti i singoli aspetti come ribellione e rivoluzione “per l’epoca”, ma nel fare propri certi insegnamenti universali e certi valori morali che, si spera, non arrivino mai a decadere, indipendentemente dall’epoca.
Piccole donne by Louisa May Alcott

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adventurous emotional hopeful reflective relaxing fast-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Bello come lo ricordavo. Carico di emozioni, di valori morali e di insegnamenti per la vita. A differenza della mia prima lettura, sicuramente più leggera e spensierata (avevo 11 anni), stavolta ho notato tante cose, o piuttosto alcune frasi che denotano la mentalitá, chiaramente ottocentesca, della Alcott. Non lo ritengo tutto questo baluardo di femminismo, come lo si vuole ostinatamente interpretare oggi. Certe concezioni della donna risultano essere decisamente anacronistiche per il XXI secolo. Certamente nel XIX secolo il romanzo dovette creare scalpore ed era sicuramente moderno per gli standard dell’epoca. Tuttavia le sorelle March sentono ancora il freno della società a loro contemporanea che spesso demolisce i loro progetti e le loro decisioni. Romanzo da leggere almeno una volta nella vita e dal quale trarre esempio nella vita di tutti i giorni (i valori delle sorelle March, credenti o non credenti, possono essere certamente condivisi da tutti). Ma è pur sempre un romanzo scritto e ambientato nel XIX secolo e su certi aspetti, nel XIX secolo deve rimanere. La contemporaneità dei classici non sta nel voler necessariamente rileggere tutti i singoli aspetti come ribellione e rivoluzione “per l’epoca”, ma nel fare propri certi insegnamenti universali e certi valori morali che, si spera, non arrivino mai a decadere, indipendentemente dall’epoca.
Paradisi minori by Megan Mayhew Bergman

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informative reflective medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.0

Si tratta di una raccolta di racconti carina. Senza pretese. Senza infamia e senza lode.

Semplici racconti di vita quotidiana, di personaggi ordinari.

La loro struttura non risulta sempre lineare e spesso anche il finale lascia molto in sospeso rispetto alla trama che rimane quasi non risolta nella maggior parte dei racconti. Il filo conduttore di ciascun racconto sono gli animali, praticamente onnipresenti. I personaggi non sempre si apprezzano, specie perché lo spazio dei racconti è veramente breve e il loro arco di trasformazione non riesce a esprimersi compiutamente. Come se fossero tante fotografie immortalate in una scena, immobili e statiche senza dinamismo.
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban by J.K. Rowling

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adventurous dark emotional hopeful inspiring mysterious tense fast-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

E qui, si entra nel cuore della saga. Perché al terzo libro? Perché si squarcia finalmente il velo di Maya. Harry infatti in questo libro viene a conoscenza delle reali circostanze sulla morte dei suoi genitori. I temi di questo libro si fanno decisamente più forti e anche più "importanti", infatti viene affrontato il tema della "prigionia". Il lettore conosce per la prima volta il posto più temuto da qualsiasi mago: Azkaban, una prigione inespugnabile e dalla quale, almeno si pensava, è impossibile evadere. Ma qualcuno ci è riuscito e si tratta di Sirius Black, accusato della morte dei coniugi Potter. La creazione di Azkaban è forse la parte più geniale della storia: una prigione in cui delle creature demoniache, i Dissennatori, rubano e cancellano ogni sorta di ricordo felice o sentimento positivo che porta il prigioniero ad impazzire e dunque a perdere i suoi poteri. I Dissennatori sono creature non complesse e nemmeno dotate di una loro consapevolezza o intelligenza, non sono creature che hanno un'etica, né sanno discernere tra bene e male. Qui sorge spontanea una domanda: "I prigionieri innocenti?". Purtroppo, data la natura dei Dissennatori, la risposta è tristemente scontata: non c'è distinzione tra innocenti o colpevoli, purtroppo Azkaban rivela, anche in un mondo magico, che non esiste una vera e propria garanzia di giustizia. Una persecuzione, quella dei Dissennatori, che ricorda per certi aspetti le vicende legate alla biografia di Henri Charrière ("Papillon"), condannato ingiustamente a scontare l'ergastolo nella terribile Guyana francese, dove i prigionieri, isolati dal resto del mondo, subivano vessazioni e trattamenti disumani dalle stesse guardie (che a rigore di logica avrebbero dovuto rappresentare la giustizia). La pena del mondo magico però va ben oltre la punizione corporale: essa punta a minare la salute mentale del prigioniero, a cancellare ogni ricordo o sentimento felice e positivo. I Dissennatori rubano la lucidità finchè del prigioniero non rimane altro che un guscio vuoto. La vita ad Hogwarts continua come sempre, ancora una volta si ha la conferma della supponenza e dell’arroganza di Draco, il quale non perde occasione di nascondersi dietro il mantello di papà Lucius. Altro tema fondamentale in questo romanzo è il tempo, in questo caso dal punto di vista fisico il mondo magico ha il vantaggio di poterlo piegare, seppur con delle regole ben precise. La vicenda però lascia una riflessione sul tempo che è passato, le cui conseguenze hanno inevitabilmente un impatto sul presente e il futuro. Un monito forse a fare tutto ciò che è in nostro potere per dominare le azioni che dipendono da noi e direzionarle nel modo più positivo possibile di modo che ciò che non dipende da noi non faccia ulteriori danni. Qui lo stile si eleva decisamente. Un altro segno che fa comprendere che si sta aprendo una nuova “parte” della saga, forse più complessa dove i temi si fanno via via sempre più importanti, profondi e certamente la situazione per i protagonisti mostra di complicarsi ulteriormente. Forse la saga inizia proprio qui, e i primi due libri ne erano solo un prologo che ci ha fatto conoscere i personaggi e le dinamiche che intercorrono tra di loro.
Fiabe lapponi by Bruno Berni

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adventurous emotional reflective relaxing fast-paced
  • Plot- or character-driven? N/A
  • Strong character development? N/A
  • Loveable characters? N/A
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Immergersi nella lettura delle fiabe nordiche con una camomilla, davanti al fuoco, mentre fuori piove contribuisce a creare la giusta atmosfera.

Cambia lo scenario, ma i topoi sono gli stessi; è questa la forza delle fiabe che le rende un prezioso depositario della cultura di un intero popolo. Accanto a un Pinocchio ante litteram e alla mitologia biblica, cavalieri, re, principesse e giganti sono i protagonisti di queste storie così distanti fisicamente da noi, eppure vicine spiritualmente al tempo stesso. Naturalmente, non prive di insegnamenti morali.

Ho apprezzato particolarmente la lettura di queste fiabe, soprattutto mi sono divertita a riscontrare analogie e differenze con quelle della mia infanzia. Non sempre c'è un canonico lieto fine, tuttavia risultano molto più serene delle nostre tradizionali (Disney perdonami, ma quelle dei Grimm, di Perrault, di Andersen e di Calvino sono quelle ufficiali). Naturalmente, anche queste fiabe sono state raccolte e conservate da fonti ottocentesche, quando si decise che ormai era giunto il momento di mettere per iscritto ciò che da millenni si tramandava oralmente, prima che scomparisse. E per fortuna che è stato fatto questo immane lavoro!

Avrei preferito, dal momento che le fiabe sono di per sé molto brevi, un testo in lingua a fronte per poter curiosare anche all'interno della filologia, ma va bene lo stesso.

Penso proprio che continuerò la lettura delle raccolte di fiabe. Di questo passo finiranno dritte nella mia comfort zone!
Harry Potter e la camera dei segreti by J.K. Rowling

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adventurous dark emotional funny hopeful mysterious relaxing tense fast-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

Continua il mio viaggio nel mondo di Hogwarts e questa volta dritta dritta nella “tana del Basilisco”, o forse dovrei dire: nel gabinetto del Basilisco! Ricordo che questo fu il primissimo film di Harry Potter che vidi, l’avevano passato alla tele ancora quando ero più piccola e ricordo che la cosa che mi inquietò più di tutto fu Edvige (che problemi avessi, non lo so...). Naturalmente il film lo rividi più volte nel tempo e lo apprezzai sempre di più. Il libro l’ho apprezzato allo stesso modo, anche se dovendo scegliere, preferirei vedere di nuovo il film piuttosto che rileggere il libro. In primis perchè il film allega immagini e suoni che non possono essere suppliti dal libro per ovvie ragioni. E ancora una volta sono contenta di aver prima visto il film poichè durante la lettura sono riuscita ad abbinare le scene, le voci e i suoni. Questo è sempre stato uno dei miei capitoli della saga: per Aragog, per il Basilisco, per Fanny (nome che nella traduzione nuova è stato tragicamente convertito in Fawkes, ma per me Fanny resta) certo, ma anche per i temi affrontati che, come sempre, non sono mai banali.

A partire dall’amicizia certo, ma soprattutto: il problema della fama, meritata o immeritata. È pacifico che la “guest star” (e mi si consenta di usare un termine tecnico del cinema per un libro) del romanzo sia Gilderoy Allock. Un personaggio che fa a pugni con due persone dalla nomea grande seppur diversa: Piton e Harry. Piton infatti (che come si sa, ambisce al ruolo di professore di Difesa Contro le Arti Oscure) risulta essere l’emblema del professore per eccellenza. Silenzioso, modesto, di poche parole ma efficaci, insomma, non ha bisogno di apparire per essere, per farsi rispettare e nella scena del Club dei Duellanti lo dimostra ampiamente disarmando senza troppe scene l’incapace professor Allock. Se Piton dunque sbugiarda Allock nel ruolo di docente, Harry lo sbugiarda nella gestione della fama (peraltro, nel caso di Allock, immeritata). Non si tratta solo di modestia, ma anche di atteggiamento e diplomazia in certe situazioni. Se infatti Allock deve annunciare continuamente al mondo intero le sue prodezze per poi dimostrarsi continuamente non all’altezza delle situazioni, la vera grandezza di Harry sta nel tentare di passare inosservato e tirare fuori coraggio e capacità quando ce n’è bisogno. È come se Harry e Piton in questo libro avessero quasi messo da parte l’odio reciproco per fronteggiare un “nemico” comune, una sorta di intesa che si solleva nel momento in cui uno dei due ha a che fare con quel sedicente professore. Il fallimento di Allock dunque insegna che la fama che non poggia su basi concrete ha vita breve, ma in questo capitolo della saga viene anche affrontato un altro tema molto importante: quello della schiavitù. Non è un caso che l’altra “guest star” sia Dobby l’Elfo Domestico. Quella degli Elfi Domestici è un’intera specie soggiogata nel mondo dei maghi come servitù delle famiglie più ricche. Schiavismo, sfruttamento e una vita di stenti accompagnano queste piccole creature magiche che possono essere liberate solo se ricevono in dono dal padrone un vero indumento. Dobby rappresenta quella specie che ricorda bene quanto fosse peggiore la vita sotto il Signore Oscuro e che quindi deve un miglioramento di condizione e di vita ad un allegramente inconsapevole Harry (quando mai poi Harry è consapevole degli innumerevoli benefici che ha portato al mondo magico sconfiggendo il Signore Oscuro?!). Fortunatamente per Dobby la catena della schiavitù sta per spezzarsi e sarà solo l’inizio di un lungo processo che si concluderà, fortunatamente, con la piena abolizione della schiavitù della specie. Un segno, un simbolo di civiltà e compassione che dovrebbe essere un esempio e un monito, perchè in fondo che differenza c’è tra un “Mago” e un “Elfo”?
Terzo tema è quello del razzismo. L’eterna lotta tra i cosiddetti “maghi” e “streghe” purosangue contro i “maghi” e le “streghe” di sangue misto. E qui una diatriba purtroppo a noi del mondo reale già nota irrompe prepotentemente nella storia: Malfoy, portavoce ed emblema della stirpe di maghi purosangue, dimostra come in realtà non contano assolutamente nulla origini o nomi. Chi infatti trionfa in questo libro? Chi dimostra di avere capacità enormi nonostante, e sottolineo nonostante rivolgendomi a Malfoy, il sangue misto? Butto un paio di nomi a caso, Tom Riddle (che ironia, il Signore Oscuro tanto venerato dai Malfoy è egli per primo nato da padre Babbano), Harry (la cui madre, seppur Strega, è figlia di Babbani) ed Hermione Granger, nata anch’ella da genitori Babbani. Ultimo ma non ultimo è la lealtà. Lealtà che spinge un animale come Fanny ad intervenire per salvare Harry che nonostante il pericolo rimane saldo nei suoi principi. Spunti meravigliosi su cui riflettere, ma anche estremamente educativi oltre che ad essere esempi da seguire anche nella vita di tutti i giorni e da tramandare ai vostri figli. Non mi stupirei se un giorno questa saga venisse citata accanto alle “Fiabe” dei Fratelli Grimm, talmente è analoga al genere fiabesco e venisse letta dai genitori ai loro figli per farli crescere ed educarli consapevolmente alla vita. Ma forse questa realtà è giá in atto e va bene così. Tempi moderni richiedono fiabe moderne.