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Non bello e coinvolgente come me lo aspettavo. La Ginzburg ha una scrittura asettica e totalmente estranea all'esternazione dei propri sentimenti, che possono essere solo indovinati dal lettore. Anche il lessico così particolare della sua famiglia, che dovrebbe costituire un punto di forza del racconto, sembra quasi solo una stravaganza di gente di un certo tipo di ambiente. Questo riduce il racconto ad una semplice cronaca, se pure da un punto di vista, se vogliamo, "privilegiato" per l'eccezionalità degli eventi che l'autrice direttamente o indirettamente è chiamata a vivere.
I quite enjoyed this text - the individuals written about were detailed and sympathetic, the timeline was easy to follow, and the point of "family sayings" being pivotal throughout one's life was beautifully conveyed.
reflective
slow-paced
challenging
emotional
hopeful
informative
reflective
tense
medium-paced
Asinate e sgherebezzi
"Persone o morte, o comunque antichissime anche se vive ancora, perché partecipi di tempi lontani, di vicende remote, quando mia madre era piccola; persone che non si potevano incontrare ora, che non si potevano toccare. Avevano preso, dai morti che albergavano nella mia anima, il passo irraggiungibile e leggero."
Tanto bello quanto imperfetto questo piccolo romanzo rimasto solitario, per anni, sullo scaffale dello studiolo.
Inutile tessere le lodi sulla penna della Ginzburg, magistrale nel fotografare con commovente lucidità certi passaggi della propria infanzia, contraddistinta da peculiarità linguistiche che assurgono a vere e proprie protagoniste di un mondo che si consuma nell'incedere degli anni.
Indimenticabile, fra tutte le figure, un Cesare Pavese dal sorriso arcigno che viene ricordato con amara malinconia.
Le vicissitudini storiche (il contesto fascista e la seconda guerra mondiale) trascinano l'opera, qui entrano in gioco le note dolenti, in un didascalismo cronachistico, purtroppo reo di separare la forte impronta emotiva ai contenuti narrati.
"Persone o morte, o comunque antichissime anche se vive ancora, perché partecipi di tempi lontani, di vicende remote, quando mia madre era piccola; persone che non si potevano incontrare ora, che non si potevano toccare. Avevano preso, dai morti che albergavano nella mia anima, il passo irraggiungibile e leggero."
Tanto bello quanto imperfetto questo piccolo romanzo rimasto solitario, per anni, sullo scaffale dello studiolo.
Inutile tessere le lodi sulla penna della Ginzburg, magistrale nel fotografare con commovente lucidità certi passaggi della propria infanzia, contraddistinta da peculiarità linguistiche che assurgono a vere e proprie protagoniste di un mondo che si consuma nell'incedere degli anni.
Indimenticabile, fra tutte le figure, un Cesare Pavese dal sorriso arcigno che viene ricordato con amara malinconia.
Le vicissitudini storiche (il contesto fascista e la seconda guerra mondiale) trascinano l'opera, qui entrano in gioco le note dolenti, in un didascalismo cronachistico, purtroppo reo di separare la forte impronta emotiva ai contenuti narrati.
The cadence of this book is amazing, incredibly even though it moves through times good and bad almost without any transition at all without ever being very confusing. Great book
lighthearted
relaxing
medium-paced
reflective
slow-paced