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La storia della famiglia di Natalia Levi-Ginzburg tra gli anni '30 e '50 del Novecento.
Ho letteralmente amato la parte del "lessico" del titolo, ovvero di tutti gli idioletti che caratterizzano molti dei familiari, specie il burbero padre Beppino.
Inoltre, incontriamo tante personalità di spicco, tra cui Cesare Pavese e Balbo, e le vediamo proprio dal punto di vista di una loro conoscente, di una loro amica.
Credo di non avere mai trovato un autore tra i personaggi di un romanzo, almeno non realmente; bellissime le caratterizzazioni degli stessi specie nell'ultima parte, quando l'autrice ci racconta chi era davvero Pavese.
La guerra, il fascismo, poi, fanno da sfondo, e anche qui è interessante vedere quella realtà dal punto di vista degli intellettuali che, per una parola, un articolo, vengono perseguitati.
Non ho dato la quinta stellina soltanto perché, nonostante la brevità, questo romanzo è colmo di personaggi, amici di amici e fratelli e sorelle che ho a tratti faticato a seguire. Inoltre, mi sarebbe piaciuto saperne di più della sua storia d'amore con Leone Ginzburg, ma capisco anche che non era quello il fulcro del testo.
Comunque, consigliatissimo.
Ho letteralmente amato la parte del "lessico" del titolo, ovvero di tutti gli idioletti che caratterizzano molti dei familiari, specie il burbero padre Beppino.
Inoltre, incontriamo tante personalità di spicco, tra cui Cesare Pavese e Balbo, e le vediamo proprio dal punto di vista di una loro conoscente, di una loro amica.
Credo di non avere mai trovato un autore tra i personaggi di un romanzo, almeno non realmente; bellissime le caratterizzazioni degli stessi specie nell'ultima parte, quando l'autrice ci racconta chi era davvero Pavese.
La guerra, il fascismo, poi, fanno da sfondo, e anche qui è interessante vedere quella realtà dal punto di vista degli intellettuali che, per una parola, un articolo, vengono perseguitati.
Non ho dato la quinta stellina soltanto perché, nonostante la brevità, questo romanzo è colmo di personaggi, amici di amici e fratelli e sorelle che ho a tratti faticato a seguire. Inoltre, mi sarebbe piaciuto saperne di più della sua storia d'amore con Leone Ginzburg, ma capisco anche che non era quello il fulcro del testo.
Comunque, consigliatissimo.
Sono tutti sempre scontenti e in preda alla nevrosi, ho già la mia ansia e non mi serve aggiungerci quella altrui.
3.5, bello ma non ci vivrei.
3.5, bello ma non ci vivrei.
Family Lexicon is a string of impressions, or rather, one long impression, of a family through the years. There’s a huge depth of character here, even as certain details are intentionally omitted or casually downplayed. Each member of the family is rendered in their quirks, their turns of phrase, through Italy’s turbulent twentieth century. In spite of the larger political turmoil and a gradual divergence in their individual lives, the family’s private language endures.
Ginzburg’s writing (and McPhee’s translation) has a warmth to it while still drawing attention to the ugliness of the larger situation and the less savory traits of her father. It’s a great book.
Peg Boyers’ afterword gets to the heart of it, I think. Recommended!
Ginzburg’s writing (and McPhee’s translation) has a warmth to it while still drawing attention to the ugliness of the larger situation and the less savory traits of her father. It’s a great book.
Peg Boyers’ afterword gets to the heart of it, I think. Recommended!
Premesso che non amo i memoire e che non sapevo che fosse un memoire. Parte iniziale e finale interessanti e scorrevoli. La parte centrale mi ha fatto più volte pensare di abbandonare la lettura. Molti personaggi con poco spessore, repentini cambi di tematica, in più il soggetto in sé poco attraente per me... La scrittura un po' asettica per i miei gusti, però delle migliori che ho avuto il piacere di leggere ultimamente.
Not an easy book to read -- or review. Very idiosyncratic, thinly fictionalized family memoir that tells a family's story through the rise of Italian fascism, the war, and the aftermath by weaving together the family's "lexicon," the catch phrases, inside jokes, and other language that every family has and which is impenetrable to outsiders. It's also an account of life in politically dark times, and how people cope with a succession of human-induced tragedies (pp. 147-148 are a gut punch). It makes for an interesting historical document to read alongside Keith Lowe's histories of the impact of World War II on the people who experienced it. But the sprawling cast of characters is hard to keep track of, particularly if you put the book down and come back to it like I did. The book could really use a map of relations among the characters.
LESSICO FAMIGLIARE.
El título lo dice todo: Familiar porque cuenta la vida de aquellas personas que vivieron entorno a Natalia Ginzburg, y Léxico porque lo hace a través de las expresiones y palabras que más usaban.
La Ginzburg plasma su biografía desde lo cotidiano y en un género muy atractivo: la novela. Leemos las páginas de este libro como recorriendo las calles que de pequeña frecuentaba, y descubrimos un tono nutrido de las expresiones italianas que nos hacen deleitarnos con una lengua tan musical y libre.
Decir que embelesa, sería quedarse corto. La mente recrea las escenas y expresiones, y poco a poco se integran hasta formar parte de uno mismo. El léxico de Natalia Ginzburg se vuelve nuestro léxico y nos reconocemos como partícipes de aquellas frases que solo se descubren al rebuscar mucho en un idioma. Es redescubrir como seres humanos el gusto por el habla, por las “chiacchierate” (charlas) y los pettegolezzi (rumores). Es volver la mirada hacia uno mismo y ver lo bello del habla cotidiano.
Natalia Ginzburg ha hecho algo que muchos autores querrían haber hecho en sus memorias: hablarnos desde un yo tan expresivo como las palabras del día a día, mostrándonos la belleza de la propia lengua.
El título lo dice todo: Familiar porque cuenta la vida de aquellas personas que vivieron entorno a Natalia Ginzburg, y Léxico porque lo hace a través de las expresiones y palabras que más usaban.
La Ginzburg plasma su biografía desde lo cotidiano y en un género muy atractivo: la novela. Leemos las páginas de este libro como recorriendo las calles que de pequeña frecuentaba, y descubrimos un tono nutrido de las expresiones italianas que nos hacen deleitarnos con una lengua tan musical y libre.
Decir que embelesa, sería quedarse corto. La mente recrea las escenas y expresiones, y poco a poco se integran hasta formar parte de uno mismo. El léxico de Natalia Ginzburg se vuelve nuestro léxico y nos reconocemos como partícipes de aquellas frases que solo se descubren al rebuscar mucho en un idioma. Es redescubrir como seres humanos el gusto por el habla, por las “chiacchierate” (charlas) y los pettegolezzi (rumores). Es volver la mirada hacia uno mismo y ver lo bello del habla cotidiano.
Natalia Ginzburg ha hecho algo que muchos autores querrían haber hecho en sus memorias: hablarnos desde un yo tan expresivo como las palabras del día a día, mostrándonos la belleza de la propia lengua.
emotional
funny
hopeful
reflective
sad
fast-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Complicated
Undoubtedly a well-written book, but the lack of chapters and the fast pacing of the writing style made reading this a frankly fatiguing task.