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Basically the complete opposite of what I enjoy in a novel.
But then I haven't won a Nobel Prize for Literature, have I.
But then I haven't won a Nobel Prize for Literature, have I.
Cât de ridicoli suntem, pare să ne transmită Canetti aici, râzându-și în barbă, în meschinătatea propriei noastre subiectivități, raportând totul la unica noastră persoană, crezând că noi, cu interesele și opiniile și acțiunile noastre, suntem centrul și marginea lumii.
challenging
dark
reflective
sad
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
No
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
Moderate: Domestic abuse, Mental illness, Misogyny, Sexism, Toxic relationship, Violence, Antisemitism
challenging
dark
reflective
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
No
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
Basically the complete opposite of what I enjoy in a novel.
But then I haven't won a Nobel Prize for Literature, have I.
But then I haven't won a Nobel Prize for Literature, have I.
Qualcosa non è andato.
La prima parte, "Una Testa senza Mondo", mi aveva fatto pensare di avere per le mani un libro che avrei amato e venerato nei secoli. Ho adorato la prima parte con tutto me stesso.
Poi la seconda, "Un Mondo senza Testa" si è abbattuta su di me come una scure mortifera. L'ho detestata.
La terza parte, "Il Mondo nella Testa", si riprende, si esalta in un finale splendido, ma né si avvicina per bellezza alla prima parte, né riesce a rimediare al disastro che la parte centrale ha causato nel rapporto tra me e questo libro.
La prima parte, "Una Testa senza Mondo", mi aveva fatto pensare di avere per le mani un libro che avrei amato e venerato nei secoli. Ho adorato la prima parte con tutto me stesso.
Poi la seconda, "Un Mondo senza Testa" si è abbattuta su di me come una scure mortifera. L'ho detestata.
La terza parte, "Il Mondo nella Testa", si riprende, si esalta in un finale splendido, ma né si avvicina per bellezza alla prima parte, né riesce a rimediare al disastro che la parte centrale ha causato nel rapporto tra me e questo libro.
"il mio doveva essere un libro severo, spietato verso me stesso non meno che verso il lettore".
Elias Canetti, dal saggio «Il mio primo libro: Auto da fé»
Il primo libro di Elias Canetti, nonché il suo unico romanzo, è - per usare le parole dello stesso autore - una Comédie Humaine dei Folli, dal protagonista - il professor Kien, l'uomo dei libri - ai comprimari, tutti gli individui che popolano il romanzo sono monomaniaci, ossessionati e accecati (il titolo originale dell'opera significa letteralmente Accecamento, ma Auto da fé è un titolo scelto dallo stesso Canetti), staccati dal mondo dalla loro ossessione.
Quello che - chiaramente - colpisce più di tutti è Kien, colto, razionale, ma totalmente racchiuso nella sua biblioteca, distaccato dal mondo dai muri che egli stesso si è costruito, misogino, misantropo, irrazionale sotto la sua patina di logica e razionalità, terrificante.
Per usare le parole di Magris:
"Auto da fé è una gelida e inesorabile parabola della malattia mortale contemporanea, del delirio che sembra aver sconvolto la ragione del secolo. È la grottesca tragedia della 'testa senza mondo', dell'intelligenza che, per paura della vita, si barrica ossessivamente contro le minacce e le seduzioni del vivere e si vota così, con la propria maniacale e autolesiva difesa, alla morte. [...] Kien è l'esilarante e doloroso ritratto di ognuno di noi, lo specchio delle fobie e dei riti con i quali prendiamo la nostra vita nello sforzo di tenere a bada la nostra paura". È un'opera a cui avvicinarsi con cautela*, ma da cui non si può non restare scossi, provati e ammaliati.
*anche Mann quando Canetti gli inviò i manoscritti rilegati reagì con un 'grazie, ma non ce la posso fare' (parafrasi libera), poi una volta pubblicato lo lesse e - giustamente - lo lodò.
Nota a margine: se come me vi stancano i caratteri piccini e non volete provare la vista, oltre che lo spirito, l'edizione della collana Biblioteca Adelphi dovrebbe avere un carattere di stampa più grande dell'edizione Gli Adelphi (oppure l'ebook salva la vista).
Elias Canetti, dal saggio «Il mio primo libro: Auto da fé»
Il primo libro di Elias Canetti, nonché il suo unico romanzo, è - per usare le parole dello stesso autore - una Comédie Humaine dei Folli, dal protagonista - il professor Kien, l'uomo dei libri - ai comprimari, tutti gli individui che popolano il romanzo sono monomaniaci, ossessionati e accecati (il titolo originale dell'opera significa letteralmente Accecamento, ma Auto da fé è un titolo scelto dallo stesso Canetti), staccati dal mondo dalla loro ossessione.
Quello che - chiaramente - colpisce più di tutti è Kien, colto, razionale, ma totalmente racchiuso nella sua biblioteca, distaccato dal mondo dai muri che egli stesso si è costruito, misogino, misantropo, irrazionale sotto la sua patina di logica e razionalità, terrificante.
Per usare le parole di Magris:
"Auto da fé è una gelida e inesorabile parabola della malattia mortale contemporanea, del delirio che sembra aver sconvolto la ragione del secolo. È la grottesca tragedia della 'testa senza mondo', dell'intelligenza che, per paura della vita, si barrica ossessivamente contro le minacce e le seduzioni del vivere e si vota così, con la propria maniacale e autolesiva difesa, alla morte. [...] Kien è l'esilarante e doloroso ritratto di ognuno di noi, lo specchio delle fobie e dei riti con i quali prendiamo la nostra vita nello sforzo di tenere a bada la nostra paura". È un'opera a cui avvicinarsi con cautela*, ma da cui non si può non restare scossi, provati e ammaliati.
*anche Mann quando Canetti gli inviò i manoscritti rilegati reagì con un 'grazie, ma non ce la posso fare' (parafrasi libera), poi una volta pubblicato lo lesse e - giustamente - lo lodò.
Nota a margine: se come me vi stancano i caratteri piccini e non volete provare la vista, oltre che lo spirito, l'edizione della collana Biblioteca Adelphi dovrebbe avere un carattere di stampa più grande dell'edizione Gli Adelphi (oppure l'ebook salva la vista).