480 reviews for:

Un mundo feliz

Aldous Huxley

3.98 AVERAGE


The strangest prophetic fantasy I've read...
challenging dark reflective sad tense medium-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: No
Loveable characters: No
Diverse cast of characters: Complicated
Flaws of characters a main focus: Yes

Sometimes I randomly shout "brave new world that has such people in it!"

Mmmm, dystopia. This version includes "Brave New World Revisited", an essay Huxley wrote some years after publishing the novel. And if you buy now, they throw in a foreword by Christopher Hitchens as well.

dark slow-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: Complicated
Loveable characters: No
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes

Just finished the first half with Brave New World and did finish Revisited. 

Definitely one of the better dystopian novels out there - it certainly paved the way for any of these newer YA novels. So many questions and so much to digest after reading. Excellent.

In one word: relevant. 'Revisited' maybe not as much (and that critique is brought up in the forward of the version I read), but who knows right?

Eh, just ok. Full disclosure: I didn't read the Revisited portion of the book. Not my cup of tea.

Avete tutto il diritto di additarmi per strada urlando «SCHIAPPA!» o «Non hai capito proprio niente!», ma uno dei tanti problemi che ho avuto con Il mondo nuovo in quanto distopia nella triade dei tanto amati 1984 e Fahrenheit 451 non è solo che questi due sono molto meglio, bensì che quella di Huxley secondo me più che una distopia è un'utopia.
Ne Il mondo nuovo non c'è più il concetto di famiglia, la società è divisa in caste, le persone condizionate sin dalla nascita a essere felici nella propria casta, non si invecchia, tutti appartengono a tutti (cioè si incentiva il sesso fine a se stesso e a non legarsi emotivamente con nessuno) e a fine giornata ti spetta una razione di droga. Datemi dello scemo, ma non mi sembra un mondo così orribile. Ok, l'individuo non esiste, non c'è libertà di pensiero, qualsiasi forma di vera arte è bandita, ma finché stai bene e sei (portato a pensare di essere) felice col tuo lavoro e di non desiderare nient'altro, alla fine stai bene e sei felice. Se poi hai la sfiga di sviluppare un pensiero personale cosa fanno, ti ammazzano? Macché: ti mandano in un'isola con persone come te, così coltivi la speranza di poter sovvertire il sistema, che più o meno vuol dire che, avendo uno scopo a lungo termine e qualcuno pronto ad appoggiarti, un modo per provare a essere felice lo trovi.
La storia in sé è lenta e una volta spiegate le regole della nuova civiltà non c'è molto di che sorprendersi per lo sviluppo. Da questo punto di vista ho apprezzato di gran lunga Ritorno al mondo nuovo, una serie di saggi scritta da Huxley quasi trent'anni dopo su argomenti quali la sovrappopolazione e la propaganda, temi affrontati in modo semplicistico nel romanzo e che col senno di poi potrebbero rappresentare una minaccia seria per l'umanità. Tipo.
No, non fraintendetemi, concordo che la Terra si sta facendo sempre più affollata e che la tv ci fa il lavaggio del cervello, ma le dittature e gli scenari apocalittici profetizzati da Huxley dopo sessant'anni sembrano un po' esagerati.

Concedetemi di ritagliarmi un po' di spazio qui per lanciare mattoni contro la Mondadori (attenzione, seguiranno spoiler). La traduzione è terribile. Non è terribile perché è vecchia, è terribile perché nessuno s'è preso la briga di rivederla. Non mi importa più di tanto se mi trovo davanti "egli", "esso", "ella", "essa", "donde", "aperse", "lagrime" e "ad onta", ma vogliamo parlare dell'uso del voi al posto del lei, i nomi tradotti, i calchi e le citazioni shakespeariane non colte?

Errori e traduzioni brutte brutte:

La fanciulla si voltò di scatto. [...]
«Enrico!» Il suo sorriso le scoperse in un lampo rosso una fila di denti di corallo.
«Carina, carina» mormorò il Direttore [...]

(cap. 1, pag. 17)

«Noi condizioniamo le masse a odiare la campagna» concluse il Direttore. [...]
«Vedo» disse lo studente [...]

(cap. 2, pag. 22)

«Marx» disse «potete far presente qualche vostra ragione perché io non metta subito in esecuzione la sentenza che è stata emessa contro di voi?»
«Sì, lo posso» rispose Bernardo a voce altissima.

(cap. 10, pag. 133)

Sospirò. Bernardo, frattanto, aveva trovato che Miss Keate non era da buttar via.
(cap 11, pag. 143)

Bernardo cercò di spiegarglielo, poi mutò pensiero e propose d'andare a visitare qualche altra classe.
(cap. 11, pag. 144)

E poi ci sono tutte le citazioni non colte. Quando ci si trova di fronte a una citazione bisognerebbe attenersi a una traduzione unica e conosciuta, così che il lettore del testo d'arrivo possa riconoscerla come tale. E se della citazione ci sono più traduzioni, bisognerebbe semplicemente attenersi alla stessa traduzione ogni volta che la citazione si presenta. Logico, no?
Il titolo originale è Brave New World, espressione che viene da La tempesta di Shakespeare. Per la precisione è una battuta di Miranda dal quinto atto, prima scena:

O wonder!
How many goodly creatures are there here!
How beauteous mankind is! O brave new world,
That has such people in't.


Il Selvaggio, novello mostro di Frankenstein, ovvero essere "incivile" che impara a conoscere il mondo "civile" tramite alta letteratura, cita di continuo le opere di Shakespeare perché è l'unico libro che ha letto.

In inglese:

1. "O wonder!" he was saying; and his eyes shone, his face was brightly flushed. "How many goodly creatures are there here! How beauteous mankind is!" [...] "O brave new world," he began, then-suddenly interrupted himself; [...] "O brave new world," he repeated. "O brave new world that has such people in it. Let's start at once."
(cap. 8)

2. "O brave new world …" By some malice of his memory the Savage found himself repeating Miranda's words. "O brave new world that has such people in it."
(cap. 11)

3. "How many goodly creatures are there here!" The singing words mocked him derisively. "How beauteous mankind is! O brave new world..."
(cap. 15)

Le frasi sono identiche. Il Selvaggio cita Shakespeare a memoria, è ovvio che le frasi siano le stesse.
In italiano invece abbiamo:

1. «O meraviglia!» diceva; e i suoi occhi brillavano, il suo viso era tutto illuminato. «Quante soavi creature ci sono qui! Come l'umanità è bella!» [...] «O nuovo mondo ammirevole!» cominciò; [...]
«O nuovo mondo ammirevole!» ripeté. «O nuovo mondo ammirevole che contieni simile gente! Partiamo subito.»

(cap. 8, pagg. 123-124)

2. "O nuovo mondo mirabile..." Per qualche fantasia della sua memoria, il Selvaggio si provò a ripetere le parole di Miranda: «O nuovo mondo mirabile che contieni simile gente"[1]».
[1] La tempesta di Shakespeare, atto V.

(cap. 11, pag. 142)

(No, le doppie virgolette dopo "gente" sono un refuso del libro, non mio).

3. "Quante belle creature ci sono qui." Le parole cantate lo derisero, schernitrici. "Come è bella l'umanità! O mirabile nuovo mondo..."
(cap. 15, pag. 186)

Per "O brave new world" abbiamo "nuovo mondo mirabile" (1), "nuovo mondo ammirevole" (2) e "mirabile nuovo mondo" (3), per "How many goodly creatures are there here!" abbiamo "Quante soavi creature ci sono qui!" (1) e "Quante belle creature ci sono qui!" (3), e per "How beauteous mankind is!" abbiamo "Come l'umanità è bella!" (1) e "Come è bella l'umanità!" (3). E solo in un caso la citazione è riconosciuta e segnata — nel secondo caso, poi, come a dire che nel primo e nel terzo caso nessuno si è accorto che il Selvaggio parlava della Miranda di Shakespeare e ripeteva sempre le stesse parole.
La cosa spassosissima è che molte altre citazioni sono riconosciute e hanno note precise, ma non l'opera di Shakesperare che dà il nome al romanzo. Evidentemente se non è proprio palese, se la frase non sa troppo di inglese d'altri tempi o se non è tra virgolette, la citazione è impossibile da riconoscere.
Esempio random: "E poi in questo sonno della morte, quali sogni?..." (cap. 18, pag. 227), che puzza lontano un miglio di Shakespeare, a cercarlo in originale è "For in that sleep of death, what dreams? …", dal famoso soliloquio di Amleto. A cercare la traduzione della Wikipedia italiana ("perché in quel sonno di morte quali sogni") abbiamo 9050 risultati, come a dire che è una traduzione riconoscibile anche senza una nota che spieghi il riferimento. A cercare la versione della traduzione di Huxley si trova solo la traduzione di Huxley, come a dire che se la sono inventati sul momento e che se la nota non c'è è perché il traduttore non ha riconosciuto la citazione.
E niente, di Shakespeare ho letto solo La tempesta e le cose che ho notato le ho notate per sport. Se mi ci fossi messo di impegno o se fossi stato un fan di Shakespeare ai livelli del Selvaggio non oso immaginare cosa avrei trovato.

Cara Mondadori, se sei in ascolto batti un colpo. Che senso ha rinnovare la grafica degli Oscar se poi nel 2013 devo mettere la stessa traduzione del 1933? Perché devo pagare 9,50 euro per un "classico moderno" che troverei con la stessa traduzione in una bancarella?
La minaccia de Il mondo nuovo è la mancanza di libertà e la mancanza di libertà è che la traduzione e la pubblicazione di un classico sia ancora sotto il dominio di un unico editore. Non saremo liberi quando si risolverà il problema della sovrappopolazione, saremo liberi quando potremo leggere di Henry e Bernard, non di Enrico e Bernardo.