Reviews

The Angel Esmeralda by Don DeLillo

hendersondrew2012's review against another edition

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I was a fan of Don Delillo's White Noise and Point Omega, but the stories in The Angel Esmerelda felt like they lacked any of the 'punch' that those books had...they felt like pointless prose (though his prose is, as always, enjoyable to read).

nathanielelder's review against another edition

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5.0

God I love Don DeLillo. Favorite stories were Creation, Human Moments, The Ivory Acrobat, Midnight in Dostoevsky, and The Starveling

theseventhl's review against another edition

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3.0

I had greatly enjoyed DeLillo's precious work, Falling Man, but this collection of short stories were rather hit or miss - mostly miss. A great deal of the stories lacked direction and some just seemed pointless. The title story was probably my favorite of the set. Also, I am still highly annoyed by the artificial quality of DeDillo's dialogue although I seem to be the only one with this issue.

gladstoned's review against another edition

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3.0

4 stars for the 21st century stories, everything else was mid

pharmadelica's review against another edition

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5.0

Title story is fantastic. Didn't know DeLillo had the capacity for that kind of melodrama but it works.

capodoglio's review against another edition

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4.0

Don DeLillo è un romanziere. Poche le interviste rilasciate, poche le apparizioni pubbliche (la sua timidezza è tanto leggendaria quanto fantomatica), nessun corso di scrittura creativa, nessuna delle attività collaterali tipiche del letterato statunitense. Se prescindiamo da una manciata di articoli e da una mezza dozzina di sceneggiature tra cinema e teatro, la sua fama si basa unicamente sui quindici romanzi che ha pubblicato negli ultimi quarant’anni. Il segreto meglio custodito della sua produzione, però, sono i racconti. O se non altro, lo sono stati finora. A cinque giorni dal suo 75° compleanno, alla soglia del quinto decennio della carriera di romanziere, DeLillo ha infatti pubblicato la sua prima raccolta di short stories.

The Angel Esmeralda raccoglie in ordine cronologico nove racconti tra i più recenti dell’autore: il più vecchio della selezione, Creation, è del 1979. In seguito DeLillo ha scritto più romanzi che racconti, tanto che il suo editor alla Simon & Schuster ha rivelato che l’idea di questa raccolta è nata solo dopo la pubblicazione di tre nuove storie negli ultimi tre anni (la più recente, The Starveling, è di quest’autunno).
In un’intervista recente DeLillo ha ricordato di aver esordito nei ’60 scrivendo racconti, come molti autori suoi contemporanei (“the American short story is such a classic form”) e di non aver pubblicato che quelli per un decennio. Tanto che il suo primo romanzo, Americana del 1971, rappresentò per lui un traguardo ed un ampliamento di prospettive—da cui il titolo. Nei ’70 DeLillo si sarebbe concentrato unicamente sui romanzi (a tutt’oggi, metà della sua produzione risale a quel decennio) per tornare alle short stories proprio con Creation.

La bella copertina dell’edizione statunitense di The Angel Esmeralda richiama quella originale di Underworld¹, e non a caso: il racconto che dà il titolo alla raccolta, pubblicato nel 1994, sarebbe ricomparso tre anni più tardi proprio all’interno dell’opus magnum delilliano. Le vicende di Sister Edgar e Sister Grace sono leggibili anche come episodio a sé stante, e contengono in nuce alcuni dei temi più importanti di Underworld: da una parte la guerra fredda e la minaccia nucleare, dall’altra le sacche di povertà e degrado che sono il prodotto di scarto del capitalismo; e ancora il potere rigenerativo dell’arte e quello consolatorio di una fede spontanea, genuina e popolare.
L’arte contemporanea, tema ricorrente nella produzione recente di DeLillo, ha un ruolo prominente in Baader-Meinhof, del 2002. La riflessione sul terrorismo, o meglio sui terroristi della Rote Armee Fraktion, prende avvio dal ciclo di dipinti “October 18, 1997” di Gerhard Richter, che è consultabile nel sito dell’artista² per chi fosse curioso di verificare le dettagliate descrizioni di DeLillo.
È interessante cercare, in questi racconti, esempi precoci o tardi dei temi presenti anche nei romanzi. Hammer and Sickle (2010), ad esempio, il più lungo ed uno dei migliori pezzi della raccolta, sembra un aggiornamento alla crisi economica in corso delle tematiche di Cosmopolis—a sua volta il DeLillo forse più attuale, oggi. In un notiziario sui mercati internazionali, parte di un programma per bambini, i titoli di borsa diventano una cantilena che a sua volta lascia il posto al suo contrario: una lista di dirigenti comunisti.

“Stalin Krushchev Castro Mao.”
“Lenin Brezhnev Engels—Pow!”


Certo, all’epoca in Grecia sventolavano già gli striscioni “Peoples of Europe, rise up”: DeLillo in questo caso non è andato oltre la cronaca. O forse sì? Come leggeremo questo racconto fra cinque, dieci anni (o dieci mesi)?

“What happens next?”
“It has already happened.”


Nei romanzi di DeLillo, i capitoli danno a volte l’impressione di essere leggibili come storie indipendenti, unite da architetture narrative rigorose e complesse. Ed è curioso che, anche in questo caso, l’autore sia riuscito a dare una struttura all’opera. The Angel Esmeralda è suddiviso in tre parti, rispettivamente di due, tre e quattro racconti, su base non solo cronologica ma anche tematica. Nella prima parte i personaggi devono fare i conti con un ambiente radicalmente alieno, ed al contempo con l’incapacità di farsi comprendere dal compagno di viaggio. Nella seconda parte è la realtà quotidiana dei personaggi a cambiare bruscamente, lasciandoli spiazzati e bisognosi di conferme. E nella parte finale sono gli stessi rapporti umani a fallire, portando a solitudini ancora più radicali.
The Angel Esmeralda è un tassello prezioso nella bibliografia dell’autore: ce lo presenta in una veste che a molti risulterà inedita—anche considerando che, nell’era di internet, solamente uno dei nove racconti era già disponibile online: Midnight in Dostoevsky del 2009.³

¹ http://bit.ly/tCKXc1
² http://bit.ly/uuyOJS
³ http://nyr.kr/rSnaIE

p.s.:
il mio preferito rimane comunque Human Moments in World War III del 1983, a tutt'oggi forse il miglior racconto di DeLillo. Per una rassegna stampa, ovviamente in inglese, rimando al miglior sito sull'autore, "Don DeLillo's America". Ecco la pagina su The Angel Esmeralda:
http://www.perival.com/delillo/angel.html

brandonalan's review against another edition

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4.0

Creation - 3
Human Moments in World War III - 4.5
The Runner - 2.5
The Ivory Acrobat -4
The Angel Esmeralda -3.5
Baader-Meinhof - 3
Midnight in Dostoevsky - 5
Hammer and Sickle -3.5
The Starveling - 4

Which averages to a rating of 3.66 repeating (of course) for the collection, easily rounded up to 4 because Human Moments in World War III & Midnight in Dostoevsky were just that special.

mike_saou's review against another edition

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3.0

This is a remarkable volume, chronicling DeLillo's career ('79 to '11) in the unique medium of the short story. I enjoyed the earlier pieces more for their lyrically free and almost improvisational rhythms. The title story "The Angel Esmeralda", marks a clear shift in his style, where he moves to heavier tones and darker themes. A great journey to take with this author.

nunuseli's review against another edition

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3.0

Don DeLillo es un tipo que, no sé por qué, me cae bien. En las fotos tiene pinta de hombre severo y que está por pocas bromas, pero a mí me da la sensación que en realidad es un tipo cordial y amable con el que puedes conversar fácilmente de cualquier cosa (creo que esta idea se desprende de las pocas muestras que he podido leer de su correspondencia con David Foster Wallace).

He leído dos de los novelones de Don DeLillo (‘Ruido de fondo’ y ‘Libra’) y los dos me encantaron. Pero, como sus novelones suelen ser bastante largos (y a mi los libros largos pueden llegar a estresarme, en parte es por eso que no llegué a terminar ‘Submundo’), en ocasiones me he decantado por leer alguna de sus novelitas más cortas (concretamente ‘Body art’ y ‘Punto Omega’) y en estas ocasiones me he quedado algo decepcionada, porque me ha dado la sensación que parten de una buena idea pero se alargan demasiado y me he quedado con el convencimiento de que estas novelitas quedarían mejor con menos páginas, en forma de cuento. Por eso, cuando vi que ‘El ángel Esmeralda’ era una recopilación de sus cuentos me dije que tenía que leerlo.

Los cuentos de ‘El ángel Esmeralda’ son puro DeLillo, pero tengo que reconocer que se trata de una colección algo irregular. Por ejemplo, una prisión de baja seguridad para condenados por fraude o corrupción y que se dedican a seguir por la televisión las noticias de la caída de la bolsa presentadas por dos niñas pizpiretas pero muy profesionales es algo que sólo se le podría ocurrir a DeLillo. Es un escritor capaz de escribir ensayos en forma de cuentos que diseccionan nuestra sociedad capitalista y hacerlo de un modo casi paródico pero a la vez absolutamente serio.

Hay algunos cuentos (como el antes citado) que se quedan simplemente en una buena idea desarrollada de forma algo decepcionante y/o cansina (porque si hay algo que se le tiene que reconocer a Don DeLillo es que siempre tiene buenas ideas). Pero luego también hay otros cuentos realmente buenos. Me gustó mucho el del tipo atrapado en un lujoso resorte de vacaciones en el Caribe que se levanta cada día par intentar coger un vuelo pero nunca puede, pero acaba no importándole tanto, acaba habituado a esta nueva rutina. O también el de dos profesores norteamericanos trabajando en Grecia a los que les sorprende un terremoto y las consiguientes réplicas y, a partir de entonces, se apodera de ellos el miedo y la paranoia. Estos dos, con su aire de pesadilla paranoica me parecieron excelentes.

Después también me gustó mucho el cuento del tipo que corre por el parque y presencia el secuestro de un niño; es sólo una anécdota pero a partir de ella dice tantas cosas sobre nuestra forma de pensar y nuestros temores. Y finalmente también está el cuento de los dos universitarios que se dedican a seguir a un tipo que se encuentran por la calle e inventan una vida para él, un cuento interesantísimo sobre la identidad y el autoengaño de la ficción, algo de lo que también habla el cuento de un tipo que pasa los días recorriendo la ciudad yendo de cine en cine. Lo dicho, Don DeLillo tiene las mejores ideas, las más originales, las más certeras.

sperks's review against another edition

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3.0

There seems to be a pattern, of characters making up the stories of other characters.