Reviews

The Angel Esmeralda: Nine Stories by Don DeLillo

iansharp's review

Go to review page

funny reflective medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? It's complicated

5.0

kristianawithak's review against another edition

Go to review page

3.0

This is a collection of previously published short stories. They were written between 1979 - 2011 and are ordered chronologically. I did not enjoy every story equally, but there were moments in most stories that I was completely enraptured. I love Don DeLillo's prose. I love the way he writes dialogue. I love the way he disects people and shows who they are by reflecting them off another angle.

rebus's review against another edition

Go to review page

3.75

DeLillo is a master of both the weighty tome and the novella, but I'd never seen any of his short stories in print before finding this volume. While his style was still evolving in the 70s, and the first two tales are unremarkable, the final 7 are as good as those of any of our great short story writers. It's a condensed version of Don, but it's still full of heavy ideas and critiques of modern technology. 

hendersondrew2012's review against another edition

Go to review page

I was a fan of Don Delillo's White Noise and Point Omega, but the stories in The Angel Esmerelda felt like they lacked any of the 'punch' that those books had...they felt like pointless prose (though his prose is, as always, enjoyable to read).

nathanielelder's review against another edition

Go to review page

5.0

God I love Don DeLillo. Favorite stories were Creation, Human Moments, The Ivory Acrobat, Midnight in Dostoevsky, and The Starveling

theseventhl's review against another edition

Go to review page

3.0

I had greatly enjoyed DeLillo's precious work, Falling Man, but this collection of short stories were rather hit or miss - mostly miss. A great deal of the stories lacked direction and some just seemed pointless. The title story was probably my favorite of the set. Also, I am still highly annoyed by the artificial quality of DeDillo's dialogue although I seem to be the only one with this issue.

gladstoned's review against another edition

Go to review page

3.0

4 stars for the 21st century stories, everything else was mid

pharmadelica's review against another edition

Go to review page

5.0

Title story is fantastic. Didn't know DeLillo had the capacity for that kind of melodrama but it works.

capodoglio's review against another edition

Go to review page

4.0

Don DeLillo è un romanziere. Poche le interviste rilasciate, poche le apparizioni pubbliche (la sua timidezza è tanto leggendaria quanto fantomatica), nessun corso di scrittura creativa, nessuna delle attività collaterali tipiche del letterato statunitense. Se prescindiamo da una manciata di articoli e da una mezza dozzina di sceneggiature tra cinema e teatro, la sua fama si basa unicamente sui quindici romanzi che ha pubblicato negli ultimi quarant’anni. Il segreto meglio custodito della sua produzione, però, sono i racconti. O se non altro, lo sono stati finora. A cinque giorni dal suo 75° compleanno, alla soglia del quinto decennio della carriera di romanziere, DeLillo ha infatti pubblicato la sua prima raccolta di short stories.

The Angel Esmeralda raccoglie in ordine cronologico nove racconti tra i più recenti dell’autore: il più vecchio della selezione, Creation, è del 1979. In seguito DeLillo ha scritto più romanzi che racconti, tanto che il suo editor alla Simon & Schuster ha rivelato che l’idea di questa raccolta è nata solo dopo la pubblicazione di tre nuove storie negli ultimi tre anni (la più recente, The Starveling, è di quest’autunno).
In un’intervista recente DeLillo ha ricordato di aver esordito nei ’60 scrivendo racconti, come molti autori suoi contemporanei (“the American short story is such a classic form”) e di non aver pubblicato che quelli per un decennio. Tanto che il suo primo romanzo, Americana del 1971, rappresentò per lui un traguardo ed un ampliamento di prospettive—da cui il titolo. Nei ’70 DeLillo si sarebbe concentrato unicamente sui romanzi (a tutt’oggi, metà della sua produzione risale a quel decennio) per tornare alle short stories proprio con Creation.

La bella copertina dell’edizione statunitense di The Angel Esmeralda richiama quella originale di Underworld¹, e non a caso: il racconto che dà il titolo alla raccolta, pubblicato nel 1994, sarebbe ricomparso tre anni più tardi proprio all’interno dell’opus magnum delilliano. Le vicende di Sister Edgar e Sister Grace sono leggibili anche come episodio a sé stante, e contengono in nuce alcuni dei temi più importanti di Underworld: da una parte la guerra fredda e la minaccia nucleare, dall’altra le sacche di povertà e degrado che sono il prodotto di scarto del capitalismo; e ancora il potere rigenerativo dell’arte e quello consolatorio di una fede spontanea, genuina e popolare.
L’arte contemporanea, tema ricorrente nella produzione recente di DeLillo, ha un ruolo prominente in Baader-Meinhof, del 2002. La riflessione sul terrorismo, o meglio sui terroristi della Rote Armee Fraktion, prende avvio dal ciclo di dipinti “October 18, 1997” di Gerhard Richter, che è consultabile nel sito dell’artista² per chi fosse curioso di verificare le dettagliate descrizioni di DeLillo.
È interessante cercare, in questi racconti, esempi precoci o tardi dei temi presenti anche nei romanzi. Hammer and Sickle (2010), ad esempio, il più lungo ed uno dei migliori pezzi della raccolta, sembra un aggiornamento alla crisi economica in corso delle tematiche di Cosmopolis—a sua volta il DeLillo forse più attuale, oggi. In un notiziario sui mercati internazionali, parte di un programma per bambini, i titoli di borsa diventano una cantilena che a sua volta lascia il posto al suo contrario: una lista di dirigenti comunisti.

“Stalin Krushchev Castro Mao.”
“Lenin Brezhnev Engels—Pow!”


Certo, all’epoca in Grecia sventolavano già gli striscioni “Peoples of Europe, rise up”: DeLillo in questo caso non è andato oltre la cronaca. O forse sì? Come leggeremo questo racconto fra cinque, dieci anni (o dieci mesi)?

“What happens next?”
“It has already happened.”


Nei romanzi di DeLillo, i capitoli danno a volte l’impressione di essere leggibili come storie indipendenti, unite da architetture narrative rigorose e complesse. Ed è curioso che, anche in questo caso, l’autore sia riuscito a dare una struttura all’opera. The Angel Esmeralda è suddiviso in tre parti, rispettivamente di due, tre e quattro racconti, su base non solo cronologica ma anche tematica. Nella prima parte i personaggi devono fare i conti con un ambiente radicalmente alieno, ed al contempo con l’incapacità di farsi comprendere dal compagno di viaggio. Nella seconda parte è la realtà quotidiana dei personaggi a cambiare bruscamente, lasciandoli spiazzati e bisognosi di conferme. E nella parte finale sono gli stessi rapporti umani a fallire, portando a solitudini ancora più radicali.
The Angel Esmeralda è un tassello prezioso nella bibliografia dell’autore: ce lo presenta in una veste che a molti risulterà inedita—anche considerando che, nell’era di internet, solamente uno dei nove racconti era già disponibile online: Midnight in Dostoevsky del 2009.³

¹ http://bit.ly/tCKXc1
² http://bit.ly/uuyOJS
³ http://nyr.kr/rSnaIE

p.s.:
il mio preferito rimane comunque Human Moments in World War III del 1983, a tutt'oggi forse il miglior racconto di DeLillo. Per una rassegna stampa, ovviamente in inglese, rimando al miglior sito sull'autore, "Don DeLillo's America". Ecco la pagina su The Angel Esmeralda:
http://www.perival.com/delillo/angel.html

brandonalan's review against another edition

Go to review page

4.0

Creation - 3
Human Moments in World War III - 4.5
The Runner - 2.5
The Ivory Acrobat -4
The Angel Esmeralda -3.5
Baader-Meinhof - 3
Midnight in Dostoevsky - 5
Hammer and Sickle -3.5
The Starveling - 4

Which averages to a rating of 3.66 repeating (of course) for the collection, easily rounded up to 4 because Human Moments in World War III & Midnight in Dostoevsky were just that special.